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Video Droni. La maestosa bellezza di Masada (Mar Morto) vista dal drone

La maestosa bellezza di Masada (Mar Morto) vista dal drone

Mura alte 5 metri e più, un lungo perimetro di oltre un chilometro e mezzo, 40 torri alte più di 20 metri che la racchiudevano, rendendola pressoché inespugnabile.

Era Masada (o Massada, o in ebraico Metzada) l’antica fortezza, situata su una rocca a 400 m di altitudine rispetto al Mar Morto, nella Giudea sud-orientale, in territorio israeliano a circa 100 km a sud-est di Gerusalemme.

A rendere ancor più difficile un assedio contribuiva la particolare conformazione geomorfologica della zona: l’unico punto d’accesso infatti era l’impervio Sentiero del serpente, così chiamato per i numerosi tornanti che lo rendevano un gravissimo ostacolo per la fanteria.

La fortezza divenne nota per l’assedio dell’esercito romano durante la prima guerra giudaica e per la sua tragica conclusione.

Nel I secolo a.C. la fortezza era il palazzo di Erode il Grande che tra il 37 a.C. e il 31 a.C. la fece fortificare.

La cittadina era arroccata su tre diversi livelli verso lo strapiombo sul lato nord della rupe, dotato di terme con caldaia centrale, magazzini sotterranei e ampie cisterne per la raccolta dell’acqua

Nel 66 era stata conquistata da un migliaio di Sicarii che vi si insediarono con donne e bambini.

Quattro anni dopo – nell’anno 70 – caduta Gerusalemme, vi trovarono rifugio gli ultimi strenui ribelli non ancora disposti a darsi per vinti.

Dopo un lungo assedio, guidati da Lucio Flavio Silva, i Romani riuscirono alla fine a costruire una imponente rampa di accesso (ancora oggi visibile, vedi foto) che consentiva alle torri di assedio di arrivare sotto le mura per sgretolarle con gli arieti.

Tuttavia, poco prima che ciò avvenisse, nell’anno 74 gli assediati misero in atto un’azione rimasta unica nella storia; quando i soldati romani vi entrarono senza trovare resistenza davanti ai loro occhi trovarono solo una orrenda ecatombe: il suicidio collettivo della comunità ebraica dei Sicarii che aveva resistito al potere di Roma anche dopo la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Secondo Tempio.

Dopo la sua presa, Masada rimase in mano ai Romani fino a tutta l’epoca bizantina. In questo periodo venne a lungo abitata da monaci cristiani che vi costruirono anche una basilica.

Dopo l’invasione araba il luogo venne abbandonato e piano piano si perse addirittura il ricordo della sua posizione; venne infine riscoperta oltre un secolo e mezzo fa.

Masada è stata in parte ricostruita ed è diventata uno fra i più importanti siti archeologici di Israele grazie anche agli scavi compiuti a partire dagli anni sessanta sotto la guida dall’archeologo Yigael Yadin.

Sono stati riportati alla luce i resti dell’antica fortezza: evidenti risultano i segni dei campi militari romani, con mosaici di notevole qualità, bagni e anche i massi di pietra lanciati dalle catapulte.

Come segno dell’occupazione zelota resta solo una piccola sinagoga mentre più recente, risalente al V secolo, è una basilica fatta costruire da monaci penitenziali.

L’altopiano su cui sorge Masada, immerso nella depressione del Mar Morto, offre uno scenario naturale molto raro. Molti dei turisti che frequentano il sito iniziano la scalata al sentiero del Serpente prima dello spuntare delle prime luci dell’aurora (nel buio della notte rischiarato unicamente dalla luna e dalle stelle), per riuscire a vedere l’alba da dentro i resti dell’antica fortezza. Il sole sembra sorgere quindi da una parete rocciosa (che in realtà è il resto della terra) per riversare la sua luce su tutto l’avvallamento circostante.

Nel 1998 è stata costruita una funivia che collega la fortezza con una stazione a valle, superando un dislivello di 290 metri; la stazione superiore della funivia è situata a una quota di 33 metri s.l.m.

Bellezze che si possono valorizzare con l’uso dei droni.

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