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Vetrya più forte della Brexit: ecco perché non rinuncia alla Borsa

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Intervista al fondatore, Presidente e amministratore delegato di Vetrya Luca Tomassini in vista dello sbarco in Borsa dell'azienda

Dall’Umbria ai grandi mercati internazionali. L’appuntamento con la quotazione è fissato per la fine di luglio. Vetrya non si tira indietro e, nonostante la Brexit e la crisi delle banche italiane, dimostra che anche nel nostro Paese si possono realizzare storie di successo nel mondo delle tecnologie di frontiera. Ne abbiamo parlato con Luca Tomassini, fondatore, Presidente e amministratore delegato di Vetrya,  per capire meglio i progetti industriali della società, l’unica del settore high tech del nostro paese selezionata nell’ultimo Report del London Stock Exchange tra le migliori 1000 aziende europee per capacità innovativa e performance. Abbiamo incontrato Luca Tomassini, nell’avveniristica struttura di Vetrya ad Orvieto.

 

Key4biz.  Un’estate importante questa per Vetrya, a fine mese quotazione in Borsa, che è anche il risultato concreto di un percorso di successo…

 Luca Tomassini. Sicuramente un’estate importante e un mese da ricordare, questo luglio 2016. Ci quotiamo in Borsa e avvertiamo, da questi primi segni, la fiducia con cui il mercato ci sta accogliendo. Consideriamo questa fiducia un bene prezioso che vogliamo rafforzare per far crescere l’esperienza di Vetrya come operazione di successo di un’azienda hi-tech italiana, che guarda ai mercati globali, ma anche come azienda con solidi legami con il proprio territorio.

 

 

Key4biz.  In che modo?

 Luca Tomassini.  Raccogliendo i capitali necessari per poter continuare a crescere ulteriormente e per poter internazionalizzare definitivamente il nostro business, le nostre piattaforme tecnologiche, i nostri servizi: tutto ciò su cui stiamo lavorando da anni con entusiasmo e con coraggio e, aggiungerei, senza tentennamenti.

 

 

Key4biz. Avete fatto un impegnativo roadshow nelle principali piazze borsistiche europee, Londra compresa, la Brexit può comportare qualche effetto collaterale?

Luca Tomassini.  Nonostante tutti i timori legati a Brexit e alle conseguenti turbolenze sui mercati, Vetrya, a fine mese farà il suo primo prezzo in Borsa. E’ il momento che aspettiamo da tempo e per il quale abbiamo lavorato in tutti questi anni. Ci avviciniamo a quella scadenza con la dovuta ansia di queste occasioni, ma senza paura. La nostra azienda è sana e può crescere. Non temiamo contraccolpi da Brexit.

 

Key4biz.  Quali i trend nei quali collocate il vostro ingresso formale sui mercati internazionali?

 Luca Tomassini. Sono trend caratterizzati dalla grande trasformazione in atto, grazie alla quale l’attuale sistema produttivo ed industriale si colloca all’interno di una nuova rivoluzione industriale, una rivoluzione che sta già cambiando e cambierà sempre più i nostri modelli di riferimento. La digitalizzazione in atto, altro non è altro che la trasformazione di tutto ciò che già facciamo in processi e procedure, beni e servizi, usabili e scambiabili in forma digitale. Ovviamente il processo è in atto per gradi. Prima si è partiti da ciò che era nativamente meno legato alla fisicità e più ai beni intangibili, stiamo quindi parlando della digitalizzazione dell’industria del terziario, cioè il mondo dei servizi. Poi siamo passati alla contaminazione prima e trasformazione poi anche dei prodotti tangibili. Ovviamente è un processo non ancora completato, scontiamo ritardi in particolare in Italia rispetto ad altri paesi europei, ma è ormai qualcosa che è dato per scontato anche dai più scettici.

 

Key4biz.  Quali saranno le prossime tappe di questo processo di trasformazione?

 Luca Tomassini. Su tutte porrei l’Internet delle Cose, che altro non è se non la trasformazione in versione digitale di tutte le attività dell’industria del settore secondario, cioè la produzione industriale, la tanto decantata Industry 4.0, fino ad arrivare al settore primario, con la cosiddetta smart agricolture. Tutto questo percorso, complesso e articolato non è un fine, ma va invece considerato come un mezzo che consentirà, una volta attuato, il decollo di un nuovo mercato di beni e servizi completamente gestibili da processi automatizzati. La prospettiva verso la quale si va è quella di un nuovo contesto caratterizzato da incrementi di produttività e redditività oggi non raggiungibili con gli attuali processi industriali, che fanno parte di un’epoca ormai concettualmente superata.

 

Key4biz. Ci fa un esempio?

 Luca Tomassini.  Il tema dell’automazione esteso a tutti i livelli è oggi certamente rappresentato al grande pubblico dall’emergere della self driving car, che perfettamente spiega come ciò che oggi facciamo già, cioè viaggiare in auto, esisterà anche domani ma in forma digitale e automatica.

 

Key4biz.  Quali saranno quindi i valori e gli asset competitivi per essere un player rilevante nel nuovo mercato della produzione digitalizzata e automatizzata?

 Luca Tomassini.  Nel nuovo sistema di riferimento il bene più prezioso è, qui come altrove, l’intelligenza: la capacità creativa, la precisione esecutiva. Ma qui parliamo di intelligenza artificiale. L’automazione dei processi richiede di eliminare la variabile che al momento rappresenta il nostro limite più grande, cioè l’errore umano. Al tempo stesso incapsulare in un algoritmo proprio l’intelligenza umana e trasformarla in un elemento inserito nella catena di produzione è qualcosa che oggi è finalmente possibile. Le architetture in Cloud consentono infatti la possibilità di utilizzare da remoto enormi capacità computazionali, che non potrebbero oggi essere ospitate nei device che usiamo correntemente, desktop o mobili, o negli attuatori industriali. Abilitatori di questo scenario saranno le reti ultrabroadband che consentiranno di accedere in tempo reale a risorse remote con latenze minime, tali da rendere applicabile anche a servizi cosiddetti mission critical le risorse e gli algoritmi concentrati in enormi data center remoti. E questo è esattamente uno dei casi più significativi del 5G che si dispiegherà dal 2020 in avanti.

 

Key4biz. Cosa s’intende per intelligenza artificiale?

 Luca Tomassini. L’intelligenza artificiale è meno distante di quanto non si pensi. Tutti usiamo quotidianamente, quasi senza accorgercene, il primo tool di intelligenza artificiale di massa, il motore di ricerca di Google. Oggi il panorama va arricchendosi con il motore di intelligenza Watson di IBM piuttosto che con le soluzioni cognitive di Microsoft. L’intelligenza artificiale sarà la prossima arena competitiva su cui il mondo si confronterà.

 

Key4biz.  È uno scenario che se da una parte affascina, dall’altra può suscitare preoccupazioni; riparte il dualismo uomo-macchina?

 Luca Tomassini.  È vero. Ed è un tema che ha già catturato la fantasia di addetti ai lavori, artisti ed intellettuali, da Isaac Asimov con il suo “I Robot” negli anni Cinquanta, per passare a Spielberg nel 2001 con il suo “AI-Artificial Intelligence”, fino ad arrivare alle preoccupazioni più recenti di Stephen Hawking sui rischi legati ad una presa di autocoscienza da parte dei robot di domani. Ma questi timori sono ricorrenti e hanno accompagnato ogni cambiamento, a partire dalle precedenti rivoluzioni industriali. Pensare che la storia possa invertire il suo corso di fronte a questi rischi potenziali non mi sembra il modo migliore di affrontare il tema. Piuttosto è certo che il tema della cyber security e della tutela dei dati diventerà sempre più importante nei piani di investimenti delle aziende e nell’attenzione dei decisori politici. Proteggere la propria dimensione digitale sarà vitale per salvaguardare il proprio business e per assicurare i nuovi livelli di cittadinanza digitale.

 

Key4biz. Come si sta preparando Vetrya a questa sfida?

 Luca Tomassini.  Siamo solo all’inizio. Ogni giorno facciamo dell’innovazione tecnologica il nostro punto di forza. Stiamo facendo evolvere le nostre piattaforme tecnologiche per la distribuzione di contenuti, broadband tv, mobile payment, big data, digital advertising, per cogliere le sfide del futuro. In questo contesto crediamo di poter svolgere un ruolo di primo piano come innovatori di sistema, che è esattamente la nostra vocazione. Nel caso dell’intelligenza artificiale distribuita in rete, più che lasciarci spaventare dai potenziali rischi, pensiamo a come cavalcare questa nuova onda utilizzandola come un tool da innestare sulla nostra capacità di innovare. Su questo si giocherà un pezzo importante di futuro, perché l’intelligenza artificiale darà luogo a nuove leadership, nuovi ranking internazionali, nuovi protagonisti per i beni e i servizi del futuro.

Key4biz.  E Vetrya come si troverà su questa strada?

Luca Tomassini.  Il punto non è Vetrya. Mi lasci dire che noi italiani, in generale, ci siamo sempre distinti in tema di creatività e di patrimonio intellettuale. E nei settori dell’hi-tech abbiamo dato un contributo storicamente fenomenale. Come Vetrya, in particolare, ci sentiamo espressione anche noi di quel grande patrimonio storico, tecnologico e di conoscenze e avvertiamo che le nuove impegnative scadenze e le prospettive che si apriranno per noi dopo la quotazione di fine luglio rappresentano la sfida più adatta alle nostre corde. Siamo mobilitati e con noi tutti i nostri dipendenti, che hanno la piena consapevolezza di poter partecipare alla costruzione di un risultato importante che è anche loro.