Bruxelles punta a ridurre la dipendenza dall’estero in settori chiave come l’innovazione, l’energia, la difesa e, ora, anche attraverso sistemi di pagamento digitale made in UE. È infatti di oggi la notizia che i ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno trovato un’intesa sulla creazione dell’euro digitale, la moneta che potrebbe diventare l’alternativa europea ai colossi americani dei pagamenti, Visa e Mastercard. Dopo sei anni di discussioni, il progetto sembrerebbe aver finalmente preso slancio.
“Dobbiamo procedere con un nostro sistema di pagamento digitale per ridurre la dipendenza da fornitori esterni”, ha dichiarato il ministro spagnolo Carlos Cuerpo, invocando “progressi rapidi e concreti”.
“Nella discussione odierna, il nostro obiettivo era individuare una via da seguire e una base di discussione che ora proseguirà tra i ministri in sede Ecofin, in merito al tetto massimo per la detenzione di titoli e, in ultima analisi, al processo di emissione dell’euro digitale. Dopo un lungo lavoro, abbiamo trovato un ampio consenso sull’equilibrio tra queste importanti questioni, e questo equilibrio è nel pieno rispetto del mandato e delle prerogative di ciascuna istituzione coinvolta nell’euro digitale, e questo dimostra la nostra determinazione nel portare avanti questo importante progetto” ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, nella conferenza stampa al termine del vertice tenutosi a Copenaghen.
Norme in ritardo, ma BCE fiduciosa
Il sostegno politico è ampio, ma il Parlamento europeo non ha ancora dato via libera alla legge necessaria. La Banca Centrale Europea, che ha già pubblicato tre rapporti sul tema, l’ultimo a luglio, indica la prima metà del prossimo anno come possibile inizio del progetto innovativo. L’obiettivo è un portafoglio digitale garantito dalla BCE, indipendente da Visa, Mastercard e PayPal.
Per Valdis Dombrovskis, commissario europeo all’Economia, il tema è cruciale è rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa per non dipendere da schemi di pagamento stranieri: “Serve un vero sistema paneuropeo” ha dichiarato.
“Quanto discusso e approvato all’unanimità in questa sala, che ha visto la partecipazione di membri dell’Eurogruppo, ma anche di persone esterne all’Eurogruppo, è il punto di partenza di un ulteriore lavoro che continuerà a essere svolto. Siamo molto ansiosi di vedere questo processo procedere rapidamente, sia a livello di Consiglio e, naturalmente, tra gli esperti tecnici, sia al Parlamento. Dal mio punto di vista, in qualità di presidente della Bce e convinto sostenitore dell’euro digitale, insieme al mio collega Piero Cipollone, questo è stato un buon passo avanti nella direzione che speriamo possa essere completato il più presto possibile” ha commentato la presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine della riunione in Danimarca.
Come funzionerà l’euro digitale?
Non sono ancora state comunicate le modalità, tuttavia la BCE ha intensificato sperimentazioni e ricerche sugli utenti per assicurarsi che l’euro digitale risponda alle loro esigenze. Attraverso la nuova piattaforma di innovazione, circa 70 operatori di mercato hanno testato funzionalità tecniche, come i pagamenti condizionati, ed esplorato concetti e casi d’uso per integrare l’euro digitale nell’ecosistema finanziario. Allo stesso tempo, la BCE ha avviato un confronto diretto con piccoli esercenti, consumatori vulnerabili e gruppi sottorappresentati tramite focus group, interviste e collaborazioni con associazioni dei consumatori. L’obiettivo principale è comprendere bisogni, preferenze e difficoltà dei diversi gruppi di utenti, così da progettare un euro digitale il più possibile inclusivo e accessibile. I risultati di questa ricerca saranno pubblicati nel terzo trimestre del 2025.
Pro e contro
Non mancano però le perplessità. Alcuni legislatori e banchieri temono che l’euro digitale possa sottrarre terreno alle banche tradizionali o persino generare rischi di stabilità, come corse agli sportelli in chiave digitale.
C’è da dire che anche se la normativa venisse approvata, serviranno almeno tre anni per lanciare la nuova moneta. “La BCE fornirà l’architettura di base su cui il settore privato potrà costruire le soluzioni”, ha spiegato Dombrovskis. “Un progetto fondamentale, non solo per l’innovazione tecnologica, ma per l’autonomia strategica dell’Europa”.