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Vero o Falso. La Russia sta sviluppando armi non tradizionali

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Il vice primo ministro russo Yuri Borisov ha annunciato lo sviluppo di tipi unici di armi da parte di specialisti e designer russi. Cloud seeding, la Cina investe168 milioni di dollari per far piovere. Ecco come funziona la tecnica.

VERO O FALSO? Tra pandemia e guerra in Ucraina, siamo bersagliati costantemente da argomenti che investono la nostra vita in modo divisivo. Mai come in questi casi occorrerebbero pareri multipli da fonti autorevoli, invece siamo bersagliati da Fake news di ogni tipo, mentre influencer veri si alternano con “pifferai magici”, in una costante rincorsa tra Vero e Falso. La rubrica è curata da Glauco e Dora Benigni. Per consultare tutti gli articoli clicca qui. Per segui il canale Telegram “Vero o Falso?” https://t.me/verofalso.

Durante un recente incontro tra il vice primo ministro Yuri Borisov e il presidente russo Vladimir Putin, Borisov ha inaspettatamente annunciato lo sviluppo di tipi unici di armi da parte di specialisti e designer russi. Secondo Borisov, stiamo parlando di tipi di armi non tradizionali, che forniranno chiaramente alla Russia una superiorità tecnica e militare sui potenziali avversari.

Al momento è noto che si parla di armi basate su nuovi principi fisici. In particolare, il vice primo ministro Yury Borisov ha parlato dello sviluppo di armi a energia diretta, armi cinetiche, nonché sistemi e complessi robotici.

“Il nuovo programma di armi mirerà a creare tipi di armi qualitativamente nuovi, compresi quelli non tradizionali, comprese armi a energia diretta, armi cinetiche, nonché sistemi di controllo dell’intelligenza artificiale e sistemi robotici “, ha affermato Borisov.

Al momento, i lavori per la creazione di tali armi sono attivamente in corso. Allo stesso tempo, è interessante notare che entro il 2023 sarà formato un nuovo programma statale di armamenti. Ciò significa che entro la metà del decennio queste armi potrebbero iniziare a entrare nelle truppe russe.

Fonte: https://avia-pro.translate.goog/news/v-rossii-vedutsya-razrabotki-unikalnyh-netradicionnyh-vidov-oruzhiya?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=wapp

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COME AVVIENE L’INSEMINAZIONE DELLE NUVOLE

In alcune parti del mondo la siccità è un problema quotidiano e per questo motivo riuscire a produrre pioggia “artificiale” sarebbe per alcuni una soluzione del tutto rivoluzionaria. Ecco, questo procedimento in realtà già esiste ed è conosciuto con il nome di cloud seeding (o “inseminazione delle nuvole”): si tratta di una tecnologia che permette di modificare le condizioni meteorologiche di un’area favorendo artificialmente la formazione della pioggia tramite la diffusione di particelle al di sopra delle nubi. Si tratta di una tecnica ancora in fase di studio e molto dibattuta… Ma come funziona esattamente? E quali sono i pro e i contro di questo processo?

L’invenzione del cloud seeding

Se oggi parliamo di cloud seeding il merito (o la colpa, a seconda dei punti di vista) è di Vincent Joseph Schaefer, un chimico e meteorologo americano che mise a punto questa tecnica nel 1946. Le cronache raccontano di come, in realtà, quest’idea sia nata in modo del tutto casuale: mentre il meteorologo stava scalando il Monte Washington assieme al collega e premio nobel Irving Langmuir, si accese una discussione scientifica sul possibile intervento umano nella formazione delle nubi. Dopo essere scesi, il dottor Schaefer si dedicò a questo progetto, scoprendo in poco tempo che il ghiaccio secco poteva agire da nucleo di condensazione – cioè, in altre parole, poteva favorire la formazione di pioggia all’interno di una nube.

In quello stesso periodo anche il climatologo Bernard Vonnegut (un altro collega di Schaefer) mise a punto un metodo di inseminazione che, però, sfruttava lo ioduro di argento. Come vedremo a breve, questo è tutt’oggi uno dei metodi più utilizzati per inseminare le nuvole.

Come funziona il cloud seeding?

Le gocce di pioggia per formarsi hanno bisogno dei nuclei di condensazione, cioè piccole particelle attorno alle quali può condensare il vapore acqueo presente nelle nubi. Questi nuclei non sono altro che particelle di origine naturale (come la polvere) e antropica (come alcuni inquinanti).

Il cloud seeding prevede di introdurre in atmosfera artificialmente delle particelle, così da riuscire a far condensare il vapore delle nubi, alimentando la pioggia. Questo può essere fatto principalmente in due modi: tramite cannoni che “sparano” particelle verso il cielo e tramite aerei che spargono le particelle sulla parte superiore delle nubi.
Attenzione: a scanso di equivoci, specifichiamo che questa tecnica non ha assolutamente nulla a che vedere con quella che alcuni definiscono “scie chimiche“. In quel caso si tratta di condensa che si forma al passaggio degli aerei, cioè semplice e innocuo vapore acqueo.

Fonte: https://www.geopop.it/cloud-seeding-produrre-pioggia-a-comando-e-possibile/

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Cloud seeding, la Cina investe168 milioni di dollari per far piovere

Un investimento da 168 milioni di dollari per far piovere: questo l’ultimo, innovativo progetto messo in campo in Cina. Il Paese, nella morsa della siccità e dell’inquinamento, sta per dare il via al più grande programma di cloud seeding per influenzare e migliorare le condizioni metereologiche del Paese. Lo riporta il South China Morning Post.

Uno studio di fattibilità condotto dall’agenzia metereologica nazionale ha stabilito che con un programma triennale, si potrà vedere un’aumento delle precipitazioni atmosferiche su un’area di 960.000 km quadrati, equivalenti a circa il 10% del Paese. Il budget multimilionario allocato dalla National Development and Reform Commission coprirà i costi di quattro nuovi aerei e l’aggiornamento di otto velivoli esistenti, 900 sistemi di lancio missilistico e oltre 1.800 sistemi di controllo.

Il cloud seeding contro siccità e inquinamento

La Cina ha già sviluppato tecnologie di cloud seeding, realizzando programmi senza precedenti e riuscendo a provocare precipitazioni tramite la stimolazione degli ammassi nuvolosi per mezzo di ioduro d’argento o ghiaccio secco. Questa prassi è solitamente usata per alleviare intensi periodi di siccità, ma la Cina è nota anche per aver usato tale tecnologia per altri scopi.

Uno dei problemi contro cui la Cina e i cinesi stanno combattendo alacremente negli ultimi tempi è l’inquinamento atmosferico. Manipolare le precipitazioni serve anche per ripulire i cieli dalle polveri sottili, soprattutto in occasioni speciali. È già successo durante le olimpiadi di Pechino 2008 dove, oltre a spegnere lo smog, le piogge mitigarono anche le alte e afose temperature.

Per resistere allo smog, i cinesi comprano online ogni sorta di ritrovato per difendersi dalle polveri sottili. A Nanchino si sta iniziando a pensare in termini di bioedilizia, come arma principale contro l’inquinamento. Ne è un esempio la replica in una delle città più inquinate della Cina del Bosco Verticale di Stefano Boeri.

Secondo il South China Morning Post, quest’ultimo investimento in campo metereologico sarà indirizzato verso la fascia occidentale cinese, tra Xinjiang e la Mongolia interna, una parte del Paese nota per il suo clima secco e la sua conseguente siccità. Il Post riferisce che un ufficiale della provincia di Qinghai, zona che beneficerà del programma, ha dichiarato che l’induzione artificiale di pioggia ha aumentato i livelli delle precipitazioni a 55 miliardi di metri cubi fra il 2006 e il 2016. Questa cifra equivale al 150% dell’acqua contenuta nella Diga delle Tre Gole.

Fonte: https://www.green.it/cloud-seeding-cina/