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Vero o Falso. A cosa aspira Mosca? Possibili ipotesi e scenari post guerra

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Tre notizie su quale sia il vero obiettivo a cui aspira Mosca con la guerra in Ucraina, la Cina avverte di "conseguenze inimmaginabili" di un'escalation nucleare e infine la strana situazione in cui gli ucraini danno dei nazisti ai russi e i russi danno dai nazisti agli ucraini.

VERO O FALSO? Tra pandemia e guerra in Ucraina, siamo bersagliati costantemente da argomenti che investono la nostra vita in modo divisivo. Mai come in questi casi occorrerebbero pareri multipli da fonti autorevoli, invece siamo bersagliati da Fake news di ogni tipo, mentre influencer veri si alternano con “pifferai magici”, in una costante rincorsa tra Vero e Falso. La rubrica è curata da Glauco e Dora Benigni. Per consultare tutti gli articoli clicca qui.

La più intelligente “Spia a cui nessuno scrive” dubita che ci sia un piano chiaro per l’Ucraina. Ebbene, non è ancora chiaro a quale risultato aspira Mosca.

Quindi proviamo a indovinare da soli quale risultato può essere considerato una vittoria.

IPOTESI DENAZIFICAZIONE

Ciò significa che i battaglioni ucraini dovrebbero essere interamente liquidati, perlomeno quelli dichiaratamente nazisti. Il problema è che ora il quadro che sposa o lascia passare certe ideologie, russofobiche su tutte, sono molte di più. In precedenza, erano convenzionalmente cinque milioni, ora venticinque milioni. La denazificazione completa si complica.

IPOTESI DEMILITARIZZAZIONE

Bene, le infrastrutture militari vengono interamente distrutte, e insieme a loro le unità pronte al combattimento. Successivamente esse verranno riprese dalle unità ucraine e le armi saranno ridistribuite dall’Occidente con gioia.
Attualmente infatti la zona di contatto è diventata più estesa dei primi giorni.

IPOTESI CREAZIONE DELLE REPUBBLICHE POPOLARI

Buona cosa sarebbe sia l’inclusione delle repubbliche popolari nella Federazione Russa che di altri territori. Il problema dei teritori esterni alle due repubbliche popolari non si limitano a un controllo puramente militare. Non appena i territori vengono occupati, è necessario organizzare immediatamente rifornimenti su tutto il territorio, quindi il ripristino al fine di far ricominciare la vita in questi territori. e con i blocchi e le sanzioni questo diventa molto più complesso se associato alle proteste ed ai sabotaggi.
Le reti e le relazioni industriali risultano essere interrotte, avviare imprese che aiutino a la ripresa a queste condizioni richiede uno sforzo importante.

Se è vero che il successo militare in alcuni territori non tarderebbe ad arrivare è anche vero che questo innescherebbe inevitabilmente altre zavorre e problemi a cascata.

Personalmente l’ho già scritto in precedenza.

IPOTESI RESA

Bene, loro non vorranno capitolare e i partner non lo permetteranno mai. La popolazione non accetterebbe la capitolazione. In Ucraina, il corso delle ostilità è visto in modo completamente diverso e capiscono che la ritirata creerebbe molti problemi al nemico. Perché quindi arrendersi e scegliere di capitolare? Il nemico a questo punto resterebbe bloccato in una palude e contemporaneamente dovrebbe organizzare la logistica per la ripartenza, dalla ricostruzione delle infrastrutture alla gestione dei civili ed il nuovo corso politico. In Siria era diverso, Mosca non era chiamato a dover migliorare la qualità di vita del paese, cosa che qui diventerebbe inevitabile.
Poniamo il caso di conquistare l’intero territorio ucraino sino al confine polacco. Ma l’Ucraina all’interno dei suoi attuali confini è 35 volte più grande della Cecenia. Più di 80mila persone parteciparono alla seconda campagna cecena. Naturalmente, la Russia ha molte più risorse e contingenti impegnate in Ucraina, ma non moltiplicabili per 35 volte, ovvero pari a 2800000 uomini da impiegare. La popolazione ucraina è motivata.

 IPOTESI RICONOSCIMENTO DPR, LPR E CRIMEA

Bene, questa opzione è correlata alla precedente. Penso che non la accetteranno ugualmente per la stessa ragione.

Zelensky annuncerà un referendum e voteranno Si o No? Questa potrebbe essere un’opzione positiva. Supponiamo che in cambio del riconoscimento dei tre territori la parte ucraina chiederrà la restituzione dei territori occupati….👇

La Cina avverte di “conseguenze inimmaginabili” di un’escalation nucleare

Il vice ministro degli Esteri cinese Le Yucheng ha detto che la globalizzazione non dovrebbe essere “armata” e la politica dei blocchi militari deve essere “respinta”. I commenti arrivano un giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvertito il suo omologo cinese Xi Jinping delle “conseguenze” se Pechino sostiene l’azione militare della Russia in Ucraina.

Parlando al quarto forum internazionale sulla sicurezza e la strategia a Pechino sabato, il funzionario cinese ha concordato con la valutazione di Mosca che l’espansione incontrollata della NATO in Europa orientale e l’incapacità di affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale della Russia hanno aperto la strada alla crisi attuale. Ha detto che un semplice “impegno a non espandersi verso est avrebbe potuto facilmente porre fine alla crisi e fermare la sofferenza”.

In medium stat vitium

In un recente intervento Odifreddi racconta come la stessa figura di Mosé veniva vista da Hitler come un protobolscevico leninista e da Thomas Mann come un protonazista. Anche adesso c’è questa situazione in cui gli ucraini danno dei nazisti ai russi e i russi danno dai nazisti agli ucraini.

Non solo loro. Ormai qualunque ragionamento che non sia appiattito su una posizione ideologica estremista viene automaticamente classificato uguale all’estremismo opposto.

Questo sta accadendo ormai da almeno due anni in un dibattito che forse non è mai diventato un dibattito ma delle esternazioni di dogmi preconfezionati. Dove qualunque pensiero anche solo leggermente diverso dal dogma della posizione viene subito ribaltato a pericoloso nemico della verità e abbinato alle teorie più estreme e ributtanti.

Impressionante come l’Europa, patria del pensiero complesso e articolato e della ricerca della verità al di sopra delle parti, sia precipitata in un fanatismo in cui il pensiero non sia più espressione di un proprio punto di vista ma adesione acritica e incondizionata allo schieramento ideologico.