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Verizon: ‘La net neutrality non inciderà sui nostri investimenti’

di Lorenzo Sorbini |

In netto contrasto con le recenti proteste da parte delle tlc americane sul nodo dell’internet a due velocità, Verizon prende le distanze dai competitor e conferma la sua politica di investimenti.

A distanza di pochi giorni dall’intervento al summit Digitising Europe della cancelliera Angela Merkel in favore dell’internet a due velocità, il secondo operatore americano  Verizon ha fatto sapere che manterrà gli stessi tassi d’investimento indipendentemente dal cambiamento o meno della normativa sulla net neutrality.

In netto contrasto con le recenti proteste di altre tlc americane sul nodo dell’internet a due velocità, scaturita dalla richiesta del presidente americano Obama alla FCC di implementare set di regole più severe, Verizon prende le distanze dai competitor confermando che, se anche fossero applicate norme molto rigide per la salvaguardia della net neutrality, non ridimensionerebbe i suoi investimenti in nuove reti.

Nella conference call tenutasi martedì, il direttore finanziario e vice presidente di Verizon, Francis J. Shammo ha parlato direttamente agli azionisti rassicurandoli sul futuro della compagnia. “ Per essere chiari sulla questione della net neutrality, sicuramente non influenzerà il modo in cui investiamo. Intendo dire che continueremo a investire nelle nostre reti, nelle piattaforme sia Wireless sia Wireline FiOS e ovunque ce ne sarà bisogno. Siamo una società altamente regolamentata e sappiamo come funzionano i giochi”, dice il direttore finanziario.

Il tutto sembra quindi ridursi alla decisione che la FCC prenderà su questo tema alquanto delicato. Una decisione che sta tenendo sulle spine non solo Verizon ma anche la prima tlc a stelle e strisce AT&T che in segno di rappresaglia verso la presa di posizione di Obama aveva annunciato la sospensione del piano che prevedeva l’installazione di una rete in fibra ottica in 100 città statunitensi.

Le paure che scaturiscono da una possibile attuazione dell’articolo II del Communications Act nei riguardi delle compagnie di telecomunicazioni, sono di diverso tipo. Da una parte, il settore della banda larga teme ripercussioni negative dal punto di vista strettamente economico; dall’altra, c’è il timore che un giro di vite regolamentare possa abbassare la qualità del servizio, lasciando i consumatori americani in un limbo di scarsa performance di rete.

Nonostante ciò, Verizon continua a barra dritta nella sua dichiarazione d’intenti. Che poi queste affermazioni, degne della miglior Giovanna D’arco, si risolvano con un nulla di fatto lo potremo sapere soltanto più avanti.
Per il momento, come riferisce in una nota un altro portavoce di Verizon, Rich Young, “la nostra strategia è semplice: arrivati a questo punto, non c’è più spazio per cambiamenti.”