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Verde urbano in Italia, assorbe 12 mln tonnellate di CO2 all’anno

Valorizzare il verde urbano non significa solo piantare alberi e dare acqua alle aiuole, ma immaginare una nuova idea di città, in cui aree attrezzate, parchi e vegetazione integrata alle architetture di abitazioni e palazzi diano un volto nuovo al nostro quartiere e un contributo efficace al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Dal 18 al 20 novembre, a Roma, si sono tenuti gli “Stati generali del verde urbano”, evento organizzato dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), col fine di dare vita ad un confronto aperto a tutti i soggetti impegnati in progetti smart city per lanciare nuove idee e dare vita a politiche green da attivare sul territorio cittadino.

All’appuntamento hanno partecipato, tra gli altri, Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, Massimiliano Atelli, presidente del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del ministero dell’Ambiente, e Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Ispra.

Circa i 4/5 della popolazione europea vive ormai in zone urbanizzate, e la tendenza non accenna a diminuire. Di qui, la necessità crescente di valorizzare, riscoprire, ripensare al verde urbano – ha affermato il ministro – La vivibilità del Pianeta è, dunque, anzitutto la vivibilità delle città”.

Il nostro verde, anche quello urbano, contribuisce a definire il bilancio dei gas serra emessi a livello nazionale. Per dare un’idea, le aree verdi cittadine hanno la capacità di assorbire sino a 12 milioni di tonnellate annue di CO2, quasi il 3 per cento delle emissioni totali – ha sottolineato Galletti nel suo intervento – con intuitivi effetti sul fattore di rischio, in particolare, cardiovascolare, che risente dell’esposizione prolungata alle polveri sottili”.

Verde urbano che non è solo piantare alberi, come ha spiegato il ministro, ma anche economia dello sviluppo sostenibile, perché le soluzioni verdi hanno effetti:

Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico è l’organo istituzionale che ha il compito di verificare l’attuazione della Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi urbani”, con il compito di promuovere una rinnovata cultura del verde, specie con riguardo al ruolo che esso ha negli insediamenti urbanizzati, con ricadute precise e importanti su salute, ambiente, economia e cittadini.

Ad esempio, se si parla di impatto economico del verde urbano, c’è il settore florovivaistico, che ormai occupa una superficie di quasi 29 mila ettari, grazie all’attività di circa 21 mila aziende. Gli occupati sono oltre 100 mila e rappresentano più del 10% degli occupati agricoli complessivi. Nel 2014, la bilancia commerciale del comparto florivaistico si attesta su un saldo positivo pari a 180 milioni di euro, trainato principalmente dal segmento piante, alberi e arbusti.

Verde urbano che richiama inevitabilmente, oltre i concetti di sviluppo sostenibile e migliore qualità della cita in città, il tema fondamentale dei cambiamenti climatici e delle misure strategiche da adottare per ridurne le minacce. Il 29 novembre prossimo, il giorno prima dell’inaugurazione dell’attesa conferenza sul clima di Parigi (COP21), da Sydney a Città del Capo, passando per Tokyo, Dakha, Bagdad, Madrid e Roma, si terrà la “Marcia per il clima”, grazie alla quale cittadini di tutto il mondo si mobiliteranno per promuovere una nuova cultura ambientale, di condivisione di esperienze e risorse, di cooperazione e di pace tra i popoli (in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi e di altre città di tutto il mondo).

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