Finestra sul mondo

Venezuela nel caos, Bufera sulla Cnn per campagna contro Trump, Temer (Brasile) al contrattacco, Un ospite difficile per la Merkel

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Venezuela nel caos, poliziotti ribelli rubano elicottero e sparano contro il tribunale supremo

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Il Venezuela sprofonda nel caos. Nella serata di martedi’ un gruppo di persone capitanate dal commissario Oscar Perez, a bordo di un elicottero rubato alla polizia scientifica nazionale, ha sorvolato il centro di Caracas sparando colpi di proiettile e lanciando dalle due alle quattro granate. Obiettivo dell’assalto, riferisce il governo, la sede del ministero dell’Interno e quella del Tribunale supremo di giustizia, l’organo che ha firmato, oltre due mesi fa, i provvedimenti che hanno dato la stura alle proteste nel paese. Una azione “terroristica” e “golpista” ha detto il presidente Nicolas Maduro promettendo di consegnare al piu’ presto i responsabili alla giustizia. Le forze di sicurezza hanno in breve elevato il presidio nei centri nevralgici del potere anche se l’assalto, riferisce il ministero dell’Interno, non ha prodotto feriti. Il video dell’azione circola in maniera vorticosa sui social web, assieme all’immagine del commissario Perez che, a bordo del velivolo, mostra un manifesto con su scritto “350 Libertad”, in riferimento all’articolo della Costituzione che garantisce ai venezuelani il diritto di non riconoscere il governo che calpesta le garanzie democratiche e lede i diritti umani. Perez, riferiscono alcuni media, e’ lo stesso che da poco ha intrapreso una carriera come attore, in un film che riproduce le imprese della scientifica sulle tracce di un sequestro. Se si attentasse contro la “rivoluzione bolivariana, andremmo a combattere”, assicura il capo di Stato in uno dei suoi tanti interventi televisivi. “Non ci arrenderemo mai. Cio’ che non si e’ ottenuto con il voto lo otterremmo con le armi, libereremmo il paese con le armi”, ha sottolineato Maduro nelle ore in cui si apriva un altro focolaio di tensione. Alcuni deputati dell’opposizione hanno denunciato violenze effettuate da gruppi presentati come affini al governo. Chiusi per ore nell’edificio del Parlamento, i deputati hanno lanciato l’allarme sui social network: lanciati esplosivi contro di noi.

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Usa, Cnn costretta a un passo indietro nella campagna contro Trump

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – E’ bufera sulla rete televisiva statunitense Cnn, uno dei principali media “ostili” al presidente Usa Donald Trump, che nelle ultime settimane ha dovuto ritrattare una serie di indiscrezioni e notizie da fonti anonime tese ad avvalorare la teoria della collusione tra il presidente e la Russia. La scorsa settimana la Cnn ha pubblicato sul proprio sito un articolo del suo reporter veterano Thomas Frank, che collegava l’hedge-fund manager e confidente di Trump, Anthony Scaramucci, a un fondo di investimento russo che sempre secondo l’articolo era oggetto di investigazione da parte del Senato, nell’ambito delle indagini sul “Russiagate”. L’articolo, fondato sulle rivelazioni di non meglio identificata “fonte anonima”, e’ stato pero’ prontamente smontato nei contenuti da Scaramucci e da media russi, incluso il network “Sputnik”. La Cnn, cosi’, ha dovuto fare precipitosamente marcia indietro, ammettendo che l’articolo non rispondeva agli standard editoriali della rete e annunciando le dimissioni di Frank e degli altri due cronisti autori del pezzo “incriminato”. La Cnn, pero’, era gia’ stata subissata di critiche lo scorso giugno, quando aveva erroneamente anticipato che l’ex direttore dell’Fbi james Comey avrebbe smentito il presidente Trump durante la sua deposizione al Senato, negando di avergli mai garantito che non fosse personalmente oggetto di indagini federali. Prima ancora, la Cnn si era trovata sulla graticola per i grotteschi attacchi al presidente di due collaboratori della rete, Reza Aslan e Kathy Griffin: quest’ultima si era fatta riprendere mentre reggeva in mano una riproduzione della testa mozzata del presidente. A screditare ancor piu’ la rete, in prima fila nella campagna dei media che Trump ha definito la “vera opposizione” alla Casa Bianca, c’e’ un video che circola da ieri: il video, filmato da “Project Veritas”, un sito di informazione di orientamento conservatore, riprende il senior producer della Cnn John Bonifield, mentre afferma, inconsapevole di essere filmato, che la campagna della Cnn e di tanti altri media Usa contro Trump e’ una scelta editoriale consapevole ed espressamente dettata dalla dirigenza per alimentare gli ascolti, e che non poggia su alcuna evidenza concreta, almeno per quanto riguarda la collusione tra il presidente e la Russia. Trump non si e’ lasciato scappare i passi falsi della Cnn, e ieri ha pubblicato una serie di tweet scagliandosi contro quella rete e quotidiani come la “Washington Post” e il “New York Times”, che accusa di aver rinunciato all’informazione in favore dell’attivismo politico. La “Washington Post” ammette che la Cnn e’ “inciampata” in un momento gia’ pessimo per la sua credibilita’, e che l’errore e’ probabilmente dovuto alla smania di alimentare “ascolti e traffico web”; il quotidiano, pero’, sembra voler difendere proprio l’articolo che la Cnn ha disconosciuto, sottolineando che quest’ultima non ha ammesso esplicitamente che le accuse a Scaramucci siano false. Frattanto, la stampa Usa da’ notizia della decisione di Paul Manafort, manager della campagna elettorale di Trump, di iscriversi formalmente alla lista ufficiale dei lobbisti che operano a Washington per conto di governi stranieri. Manafort, accusato per mesi da fonti anonime della stampa Usa di contatti illeciti con la Russia, ha ufficializzato ieri il pagamento di 17 milioni di dollari alla sua societa’ di consulenza da parte del partito delle regioni ucraino, fondato dall’ex presidente ucraino filorusso Viktor Janukovich. Si tratta, scrive il “New York Times”, di una “ammissione retroattiva che Manafort ha lavorato negli Usa per conto di una potenza straniera, nello specifico il Partito delle regioni ucraino, senza ufficializzarlo come richiesto dalla legge”. Le attivita’ lobbistiche di Manafort per conto di soggetti ucraini, pero’, erano gia’ note, anche se non lo era l’esatto importo dei relativi compensi. Come scrive il “New York Times”, la notizia non avvalora la teoria della collusione tra Trump e la Russia, ma getta luce sul fenomeno piu’ vasto, problematico e bipartisan delle influenze degli interessi speciali e stranieri a Washington.

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Brasile, Temer al contrattacco: contro di me accuse da “fiction”

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Il presidente brasiliano Michel Temer passa al contrattacco: la richiesta di aprire un processo a suo carico avanzata dal procuratore generale Rodrigo Janot e’ pura “fiction”, ha dichiarato. Al capo di Stato e’ accusato di corruzione passiva, in sostanza, per aver acconsentito al pagamento di tangenti che un imprenditore ha effettuato per avere favori. “Sono stato accusato di corruzione passiva senza aver ricevuto un centesimo. Non ho mai visto il denaro e non ho mai preso parte ad accordi per commettere atti illeciti”, ha detto Temer in un discorso trasmesso sulla televisione nazionale. La base delle accuse e’ in una registrazione effettuata di nascosto dallo stesso imprenditore, Joesley Batista, con Temer. Tra l’altro si parla del recapito settimanale di una valigetta con una retta utile a comprare il silenzio di Eduardo Cunha, ex presidente della Camera, regista dell’impeachment che costo’ il posto all’ex presidente Dilma Rousseff e a sua volta arrestato con accuse di corruzione. La valigetta e’ stata ritrovata e arrestato il suo proprietario Rodrigo Rocha Loures, considerato “vicino” al presidente. Come gia’ fatto in passato, Temer sostiene che l’audio possa essere manipolato e che Batista aveva interessi personali a produrre prove contro di lui: servono a garantire riduzioni sulla pena all’imprenditore e a “mettere alle corde” il presidente. Ma il capo di Stato va oltre e insinua che il procuratore generale possa essere al centro di una trama sospetta. Tra gli avvocati scelti da Batista per concordare con la procura il meccanismo di “testimonianza premiata” c’e’ tale Marcelo Miller, ex procuratore e stretto collaboratore di Janot. Per i suoi servizi, ha spiegato temer, Miller ha guadagnato in poco tempo una quantita’ di soldi “che avrei bisogno di decenni per mettere da parte”. E forse, vela Temer, “quei soldi non erano solo per l’ex consulente di fiducia” del procuratore.

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Germania, un ospite difficile per il cancelliere Merkel

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, pare deciso ad approfittare del vertice del G20 che si terra’ ad Amburgo il 7 e l’8 luglio per tenere un comizio in Germania. Il governo tedesco vuole soprattutto evitare che possa accadere quanto gia’ visto a Washington il mese scorso, quando le guardie del corpo di Erdogan aggredirono brutalmente un gruppo di manifestanti pacifici fuori dall’ambasciata turca negli Usa. Martin Schaefer, portavoce del ministero degli Esteri tedesco, ha avvertito: “Gli ospiti turchi devono sapere che in terra tedesca la legge va rispettata”. Secondo quanto annunciato dal portavoce del presidente turco, Ibrahim Kalin, Erdogan e’ deciso a tenere un discorso di fronte agli esponenti della numerosa comunita’ turca “in qualche altra citta’ della Germania”. “La politica di Erdogan di sfruttare la popolazione tedesca di etnia turca per i propri fini politici ha danneggiato la pace in Germania”, ha dichiarato allarmato il portavoce per la politica estera del gruppo parlamentare dell’Spd, Niels Annen, che si e’ detto contrario a qualsiasi tipo di raduno. Finora, riferiscono fonti del ministero degli Esteri citate dallo “Spiegel”, a Berlino non e’ giunta alcuna richiesta ufficiale; le fonti hanno aggiunto pero’ che qualsiasi richiesta di organizzare comizi in Germania verrebbe accolta come un affronto da parte del ministro Sigmar Gabriel (Spd). Le relazioni tra Ankara e Berlino restano tese, dopo la decisione di trasferire le truppe tedesche dalla base aerea turca di Incirlik alla Giordania e per la questione aperta della detenzione del corrispondente de “Die Welt”, il giornalista Deniz Yuecel, e di altri otto cittadini turco-tedeschi. Proprio a questo proposito, Annen ha causticamente dichiarato: “Se il signor Erdogan vorra’ annunciare il rilascio di Deniz Yuecel prima del G20 di Amburgo, sono certo potremo organizzare una breve conferenza stampa”.

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Regno Unito, Adams esorta il Dup a non permettere che il patto coi Tory danneggi l’Accordo del Venerdi’ Santo

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – In un articolo pubblicato sul quotidiano “The Guardian”, Gerry Adams, presidente dello Sinn Fein, il partito repubblicano nordirlandese, avverte che il patto tra il Partito conservatore del Regno Unito e il Partito unionista democratico (Dup) dell’Irlanda del Nord sull’appoggio esterno del secondo al governo Tory di minoranza guidato da Theresa May avra’ conseguenze politiche durature. Nonostante la promessa di finanziamenti extra per un miliardo di sterline alla nazione costitutiva, il prezzo dell’accordo, secondo Adams, sara’ il sostegno del Dup all’austerita’ e a ulteriori tagli ai servizi pubblici, dato che si e’ impegnato a votare tutte le mozioni di fiducia, il Discorso della Regina sul programma legislativo, il bilancio e le leggi finanziarie, e tutte le norme sulla sicurezza nazionale e sulla Brexit. Il patto, inoltre, prosegue Adams, avra’ ripercussioni sui tentativi in corso a Belfast per ricostruire le istituzioni pubbliche: la caduta del governo nordirlandese, all’inizio dell’anno, ricorda il leader repubblicano, e’ stata causata dal rifiuto del Dup e dell’esecutivo centrale di “implementare accordi chiave sulla lingua e i diritti di uguaglianza” e di affrontare l’eredita’ del passato, anche se il punto di rottura per l’ex vice primo ministro Martin McGuinness e’ stata la gestione da parte del Dup dello scandalo riguardante gli incentivi per l’energia rinnovabile. A cio’ si aggiunge, continua Adams, che le politiche di austerita’ dei conservatori degli ultimi sette anni hanno portato a ridurre il bilancio dell’Irlanda del Nord di un miliardo di sterline, con un notevole impatto sui servizi pubblici e sui progetti di infrastrutture. I Tory “hanno rifiutato di tenere conto delle circostanze uniche affrontate dalla gente del posto, incluso il fatto che siamo una societa’ che esce da un conflitto”, attacca il politico. Adams sottolinea, inoltre, che nel referendum dell’anno scorso sull’appartenenza all’Unione Europea, il popolo nordirlandese, come quello scozzese e diversamente da quelli inglese e gallese, ha votato per restare; il Dup e i Tory, invece, “sono determinati a trascinare questa parte d’Irlanda fuori dall’Ue contro i desideri dei suoi cittadini”. La Brexit, argomenta il presidente dello Sinn Fein, causera’ una significativa sofferenza all’economia del nord e minaccera’ anche l’Accordo del Venerdi’ Santo, fondamentale nel processo di pace. “L’impegno del governo Tory per abrogare l’Human Rights Act, mettere fine alla giurisdizione della Corte europea di giustizia e mettere fine al ruolo dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e’ un attacco diretto al cuore dei diritti umani dell’Accordo del Venerdi’ Santo”, accusa Adams. L’allocazione di risorse aggiuntive, ammette il politico, potrebbe allentare la pressione sui servizi pubblici, ma mancano dettagli sulla flessibilita’ di spesa. Il patto Dup-Tory impegna entrambe le parti al rispetto dell’Accordo del Venerdi Santo; questo impegno “deve essere onorato”, conclude Adams.

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Regno Unito, le tensioni sulla Brexit interne al governo vengono allo scoperto

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Le tensioni all’interno del governo conservatore del Regno Unito per le diverse visioni della Brexit sono emerse chiaramente ieri, riferisce il “Financial Times”, quando il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ha deriso la pretesa del segretario agli Esteri, Boris Johnson, di uscire dall’Unione Europea con la botte piena e la moglie ubriaca (mangiando la torta e mantenendola integra, come dicono Oltremanica), ed e’ stato a sua volta sfidato dal segretario per l’Uscita dall’Ue, David Davis, sull’ipotesi di un accordo di transizione. Davis ha accusato Hammond di aver detto cose incoerenti e ha insistito sull’obiettivo di rendere la Gran Bretagna libera di stipulare i propri accordi commerciali portandola fuori dal mercato unico e dall’unione doganale entro il marzo del 2019. Il fallito tentativo della premier, Theresa May, di rafforzare la sua posizione, con la perdita della maggioranza assoluta nelle elezioni politiche anticipate dell’8 giugno, ha portato gli esponenti dell’esecutivo a manifestare pubblicamente le loro differenti visioni. Parlando a Berlino, a una conferenza della Cdu, il partito della cancelliera della Germania, Angela Merkel, Hammond ha mandato un messaggio a favore di una Brexit “morbida”, sferrando un colpo a Johnson, figura chiave del campo della Brexit “dura”. A suo parere la vera questione non e’ chi mangera’ la fetta piu’ grande della torta ma trovare il modo di continuare a collaborare per far si’ che la torta si espanda ancora a beneficio di tutti. Il responsabile del Tesoro si e’ espresso per “una partnership a lungo termine basata sul libero scambio di beni e servizi e su un accordo sulle dogane che riduca al minimo le frizioni ai confini mediante una transizione che protegga il libero flusso del commercio attraverso le nostre frontiere e l’integrita’ delle catene di distribuzione paneuropee”. A questo proposito, Hammond ha sottolineato che esistono molti esempi virtuosi nel mondo di collaborazione transfrontaliera sulla vigilanza finanziaria ai quali fare riferimento.

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Francia, oggi il governo esamina la riforma del Codice del lavoro

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Il governo francese accelera sulla promessa e tanto attesa riforma del Codice del lavoro: lo scrive il quotidiano conservatore “Le Figaro” riferendo che oggi mercoledi’ 28 giugno la neo ministra del Lavoro Muriel Pe’nicaud presentera’ il suo testo per la prima volta in Consiglio dei ministri. L’obbiettivo primario della legge e’ di autorizzare il governo a procedere per decreto nel riformare diversi aspetti del mercato del lavoro francese, ritenuto troppo rigido e complesso. La riforma del Lavoro e’ stata una delle principali promesse fatte dal neo presidente Emmanuel Macron nella lunghissima stagione elettorale e mira ad allentare le regole dei licenziamenti, a porre un tetto agli indennizzi, alla fusione delle rappresentanze sindacali dei lavoratori e ad “invertire la gerarchia” delle norme, dando maggior importanza agli accordi aziendali rispetto ai contratti nazionali. Si tratta come si vede di punti assai “sensibili” agli occhi dei sindacati: la situazione dell’occupazione ci imporrebbe di agire con “urgenza”, ha detto la ministra Pe’nicaud in un’intervista radiofonica, “ma tuttavia abbiamo scelto di mettere in atto una concertazione approfondita, nel tentativo di combinare entrambe le esigenze”. La concertazione con le parti sociali e’ iniziata il 9 giugno scorso e proseguira’ per tutto il mese di luglio; il testo oggi esaminato dal Consiglio dei ministri dovrebbe essere licenziato dal governo il 20 settembre prossimo. Ma gia’ da ora una giornata di protesta e di astensioni dal lavoro e’ stata convocata per il 12 settembre dal sindacato di ispirazione comunista Cgt, che giudica la riforma di Macron “persino peggiore” di quella presentata nel precedente quinquennato dalla ministra socialista Myriam El Khomri, contro cui le organizzazioni dei lavoratori si sono battute per buona parte dello scorso anni con innumerevoli manifestazioni di piazza in quasi tutte le citta’ francesi, spesso degenerate in violenti incidenti con le forze dell’ordine. Un’opposizione di principio e nella societa’ di cui, scrive il “Figaro”, il neo presidente Macron dovra’ tenere in dovuto conto per evitare gli errori del precedente governo.

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Francia, sara’ severo il giudizio della Corte dei Conti sulle finanze pubbliche

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – E’ un momento chiave in Francia dell’inizio della presidenza di Emmanuel Macron: la pubblicazione domani giovedi’ 29 giugno del rapporto della Corte dei Conti sulla situazione delle finanze pubbliche ha spinto il neo presidente francese a convocare nel pomeriggio di ieri martedi’ 27 un vertice al palazzo dell’Eliseo con il suo primo ministro Edouard Philippe ed i due principali ministri economici, Bruno Le Maire e Ge’rald Darmanin. Da quanto ha appreso infatti il quotidiano “Les Ecos” che al rapporto dedica oggi il titolo d’apertura della sua prima pagina, la Corte dei Conti esprimera’ un giudizio assai severo sulla gestione dei conti dello Stato da parte dell’esecutivo dell’ex presidente socialista Francois Hollande: il deficit statale quest’anno arrivera’ al 3,2 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) della Francia, invece del 2,8 per cento previsto; sotto accusa in particolare sono la sistematica sottostimazione delle spese di converso la sovreastimazione degli introiti dello scudo fiscale per il rientro dei capitali all’estero, oltre alle incertezze sui costi di ricapitalizzazione di Areva, il gigante statale dell’industria nucleare che e’ arrivato sull’orlo del fallimento. L’eredita’ avvelenata del quinquennato Hollande si traduce in un “buco” di 4-5 miliardi di euro nel bilanci dello Stato, che l’esecutivo Macron dovra’ giocoforza colmare attraverso risparmi e tagli della spesa pubblica, per rispettare la recentissima promessa fatta in campagna elettorale di non aumentare il livello di tassazione. Si tratta, commenta “Les Echos”, di un esercizio di equilibrismo finanziario che sara’ reso ancor piu’ complicato dai gravosi impegni di spesa gia’ previsti per il 2018 e messi in luce dal rapporto della Corte dei Conti, come ad esempio gli aumenti di stipendio dei dipendenti statali e quello delle spese per l’assicurazione malattia dei lavoratori privati: insomma, conclude il quotidiano economico, sara’ assai arduo per Macron rispettare le promesse di ridurre le tasse gia’ dall’anno prossimo.

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Germania, politici bersaglio dei servizi segreti turchi

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – Il servizio segreto turco Mit starebbe attualmente raccogliendo informazioni su politici tedeschi. Le riporta il quotidiano “Die Welt”, secondo cui la polizia criminale federale tedesca (Bka) avrebbe chiamato a colloquio per questioni di sicurezza alcuni deputati nelle ultime settimane. “La protezione dei membri del Bundestag rientra nelle funzioni del Bka”, ha dichiarato a tal proposito un portavoce del Bka. Nel febbraio scorso, lo “Spiegel” aveva riferito di come le autorita’ di sicurezza tedesche avessero scoperto violazioni in materia di intelligence da parte della Turchia. Inoltre il procuratore generale a Karlsruhe aveva sollevato il sospetto di spionaggio da parte di membri del Mit e di altre 20 persone turche, il tutto nel quadro della presenza su suolo tedesco di sostenitori del movimento del predicatore Fethullah Guelen, responsabile secondo Ankara del fallito colpo di Stato del luglio 2016.

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Usa, l’Illinois ha accumulato 14,6 miliardi di dollari di conti arretrati

28 giu 11:19 – (Agenzia Nova) – La crisi finanziaria dello Stato usa dell’Illinois e’ sempre piu’ grave. Lo Stato ha accumulato debiti per due anni, e ad oggi l’importo complessivo dei conti non pagati ammonta a ben 14,6 miliardi di dollari. Ospedali, dottori e dentisti non vengono rimborsati per le prestazioni fornite ai pazienti nell’ambito dei programmi di assistenza sanitaria ai meno abbienti. Le agenzie responsabili dell’assistenza sociale hanno progressivamente ridotto il bacino dei beneficiari dei loro servizi. Le universita’ pubbliche dello Stato e i piccoli centri urbani circostanti si trovano in una condizione di grave sofferenza finanziaria, e il rating del debito statale e’ vicino al livello “spazzatura”. Lo stallo tra il governatore repubblicano Bruce Rauner, eletto nel 2015 nel pieno della crisi, e il presidente democratico della Camera statale, Michael Madigan, ha privato lo Stato di una legge di bilancio per due anni. I dipendenti pubblici e altre categorie continuano a ricevere gli stipendi soltanto per effetto di sentenze giudiziarie e altre misure provvisorie, ma i conti arretrati continuano ad accumularsi. La comprtoller dello Stato, la democratica Susana Mendoza, e’ incaricata di distribuire le scarse risorse disponibili agli innumerevoli soggetti che chiedono di essere pagati: un compito che la diretta interessata paragona a “distribuire briciole di pane a bambini che muoiono di fame”. Secondo Mendoza, l’importo dei debiti accumulati dall’Illinois superera’ presto i 16 miliardi di dollari.

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