Il progetto

Veicoli a guida autonoma: l’Ue avvia la prova in strada, ce ne saranno 5 milioni nel 2035

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Grazie al progetto Adaptive, finanziato dall’Ue con 24 milioni di euro, partono i test dei veicoli a guida autonoma su strade e autostrade per verificarne ‘intelligenza’ e sicurezza. Nel 2035 ne circoleranno più di 21 milioni in tutto il mondo, un quarto in Europa

L’Unione europea è pronta ad avviare la fase di test in strada dei nuovi veicoli a guida automatica per la smart mobility in ambito urbano. Il progetto Adaptive (Automated Driving Applications and Technologies for Intelligent Vehicles) è pronto per sperimentare in maniera diretta la sua flotta: otto veicoli di dimostrazione, tra automobili di varia grandezza, e un furgone per il trasporto di merci pesanti.

Finanziato dall’Ue con 24 milioni di euro, il progetto Adaptive, che terminerà a giugno 2017, ha l’obiettivo di promuovere la mobilità intelligente, sostenibile e sicura, e di migliorare le prestazioni dei veicoli automatici, sviluppando nuove funzionalità che, attraverso una migliore sicurezza ed efficienza stradale, contribuiranno a sostenere l’accettazione da parte del pubblico dei veicoli senza conducente.

Secondo un nuovo studio IHS, i veicoli a guida automatica (autonomous vehicle o self driving cars), in tutto il mondo, arriveranno a 21 milioni di unità vendute nel 2035 e saranno comunque 76 milioni, nel complesso, tutti quelli che equipaggiati con un qualche livello di automazione.

Già nel 2025 le vendite di tali veicoli saranno pari a 600 mila unità, con una crescita annua stimata del 40% fino al 2035. Per quella data in Europa saranno vendute tra 4 e 5 milioni di vetture a guida autonoma.

Il test Adaptive

Le prove a cui dovranno sottoporsi i veicoli prevedono diversi scenari: su breve distanza, che includeranno le manovre di parcheggio o in ambienti affollati, a velocità inferiore a 30 km/h, con la sfida che i sensori e gli algoritmi devono ancora essere sviluppati.

Gli scenari urbani prevedono prove con una vasta gamma di pericoli nel traffico quotidiano, a velocità di 10-70 km/h, con la sfida della complessità dell’ambiente e della densità del traffico.

Negli scenari autostradali i veicoli si sposteranno a 130 km/h e saranno condotti test sulle manovre, come il cambio di corsia e il filtraggio del traffico, con la sfida di ottimizzare la tolleranza all’errore.

Dato che gli attuali metodi di valutazione ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) non coprono a sufficienza la guida automatizzata, il progetto svilupperà anche nuovi metodi di valutazione, un nuovo quadro normativo sulla guida automatizzata e nuove soluzioni riguardanti privacy e sicurezza dei dati personali.

Le tecnologie impiegate

Adottando l’approccio “shared control” (controllo condiviso), è possibile ottimizzare l’interazione tra conducente e tecnologie automatiche, utilizzando una serie di sistemi tra cui l’interazione tra veicoli (vehicle-to-vehicle, V2V), i sensori di ostacoli e le tecnologie che rispondono allo stato del conducente.

Il progetto valuterà quattro dei sei livelli di automazione SAE (Society of Automotive Engineers), ovvero: automazione assistita, parziale, condizionata ed elevata.

I veicoli condividono una serie di funzionalità di automazione tra cui un volante elettrico per le manovre laterali, sistemi di trasmissione e frenaggio per le manovre longitudinali, radar anteriore a lungo raggio, fotocamera anteriore, sensori a 360 gradi e moduli HMI (Human Machine Interface) modificati.

La presenza di elementi comuni permette di imparare reciprocamente per quanto riguarda il rischio, l’ergonomica, la tolleranza ai guasti e i fattori umani, come il comportamento del conducente, basandosi sulle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) come elemento fondamentale per il funzionamento del sistema.