L'emergenza

Valanga Covid-19, è rischio caos informativo

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La confusione cresce e si rischia il caos informativo: l’effetto-valanga del Covid. La Ministra Azzolina dichiara che le scuole riapriranno “se e quando”. Scontro fra biologi.

La confusione permane anzi cresce e si procede ancora tentoni, a livello istituzionale ed a livello comunicazionale: alcuni segnali sono sintomatici di questa perdurante confusione, come l’annuncio del Capo della Polizia Franco Gabrielli, nel pomeriggio di oggi, della imminente diramazione di un nuovo testo (nell’arco di pochi giorni, il quarto!) per la “autocertificazione” per gli spostamenti…

Il nuovo modulo dovrebbe prevedere, oltre alla dichiarazione di non essere sottoposti alla “quarantena” e di non essere “positivo” (ma come si può esserne proprio sicuri, senza “tampone”?!), anche la consapevolezza – oltre alle misure disposte dal Governo nazionale – anche di eventuali provvedimenti adottati dai Presidenti delle Regioni coinvolte in eventuali spostamenti nel territorio (dunque quella da cui ci si sposta e quella in cui si arriva, che potrebbero avere adottato ulteriori limitazioni). Il modulo poi esplicita tutta una serie di situazioni di “necessità”, per cui è consentito lo spostamento, in modo da evitare interpretazioni diverse. E dunque tra gli “stati di necessità” sono compresi, ad esempio, il rientro dall’estero, le denunce di reati, gli obblighi di affidamento di minori, l’assistenza a congiunti o persone con disabilità…

Al di là della buona volontà del Capo della Polizia, è evidente che manca – come abbiamo denunciato da settimane anche su queste colonne – una “cabina di regia” della comunicazione istituzionale: dalla questione “mascherine” sì / no (in Parlamento, le stanno adottando la gran parte dei deputati e senatori: sulla base di quale logica?!), alla chance di effettuare tamponi o altri test a livello di massa (per consentire anche una analisi più accurata della diffusione dell’epidemia)…

Abbiamo ascoltato l’intervento della titolare del Ministero dell’Istruzione Lucia Azzolina in Senato (trasmesso in diretta da Rai2), e ci limitiamo a segnalare questa affermazione: “voglio ribadire, con chiarezza, un aspetto fondamentale: si tornerà a scuola se e quando, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie, le condizioni lo consentiranno”.

Premesso che siamo al 26 marzo e teoricamente le scuole dovrebbero riaprire da lunedì 6 aprile, sarebbe naturale che il Governo pre-annunciasse le proprie intenzioni con un minimo di anticipazione temporale, e non nella serata di domenica 5 aprile, come ha giustamente obiettato Lucia Ronzulli (Forza Italia)… Il senatore Davide Faraone (Italia Viva) ha rimarcato come le belle intenzioni retoricamente manifestate dalla Ministro Azzolina cozzino con le tante diseguaglianze del nostro Paese, anche per quanto riguarda il “digital divide” (accesso alla banda larga, disponibilità di hardware adeguato…) e quindi le chance – reali, non virtuali – di accesso alla improvvisamente tanto decantata “scuola digitale”… Anche altri senatori hanno segnalato che alcuni studenti sono costretti ad utilizzare esclusivamente il cellulare, per inviare le foto di compiti scritti sui quaderni, non avendo accesso a computer o ad internet: altro che retorica dei miracoli della “didattica a distanza”! Su 8,5 milioni di studenti, la stessa Ministro ha stimato che ve ne sia almeno 1,5 che non riesce ad accedere alla scuola “digitale”. Francesco Verducci (Partito Democratico) ha auspicato che “nessun studente sia lasciato solo”, auspicando che il

sistema scolastico garantisca, anch’esso, un autentico accesso democratico alla formazione, soprattutto in questa fase così critica del Paese.

Manca ancora un coordinamento deciso delle azioni governative e si assiste ad un perdurante policentrismo, sia a livello decisionale sia a livello comunicazionale.

Ieri sera, Rai ha assolto al meglio alla propria funzione di “servizio pubblico” con una eccellente puntata di “Presa Diretta”, programma di approfondimento giornalistico ideato e condotto da Riccardo Iacona sulla terza rete: un eccellente caso di informazione equilibrata ed approfondita, che ci piacerebbe considerare non l’“eccezione alla regola” di un flusso comunicazionale ridondante e discordante, ma piuttosto la “norma editoriale” del servizio pubblico radiotelevisivo…

Il problema di fondo resta lo stesso da settimane: un continuo assordante “rumore di fondo” che impedisce al cittadino di avere le idee chiare, di acquisire informazioni validate.

Domenica scorsa, in occasione della conferenza stampa quotidiana del Dipartimento della Protezione Civile, chi redige queste noterelle ha domandato al Capo Dipartimento Angelo Borrelli (che è risultato negativo al tampone e ne siamo tutti lieti) come fosse possibile che l’Ordine Nazionale dei Biologi avesse pubblicato sul proprio sito web un documento (un sedicente “Protocollo di azioni contro il Covid-19”) che conteneva indicazioni precauzionali rispetto al virus che contrastavano in modo evidente con quel che prevede il Ministero della Salute.

La risposta è stata netta: ci si deve attenere soltanto alle indicazioni del Ministero, ed altre fonti – anche se apparentemente qualificate – dovrebbero evitare di alimentare confusione…

Oggi il professor Giovanni Musci, Presidente del Collegio Biologi Università Italiane (Cbui), ci ha scritto che “anche in seguito alle sue osservazioni durante la conferenza stampa del 22 marzo u.s., riguardo al decalogo pubblicato sul sito dell’Ordine Nazionale dei Biologi, come Collegio Biologi Università Italiane (Cbui) abbiamo ritenuto di mettere a punto una mozione, approvata dalla grandissima maggioranza dei presidenti e coordinatori di corsi di laurea biologici italiani, che riguarda l’operato del Presidente dell’Ordine dei Biologi dottor Vincenzo D’Anna, secondo noi altamente improprio e lesivo della dignità dell’intera comunità dei Biologi italiani”. Come è noto il Presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi è un personaggio controverso, che ha assunto in passato tesi controcorrente, che hanno provocato molte polemiche.

Verrebbe da commentare: di grazia, ma nemmeno nella comunità degli scienziati vi è unanimità, rispetto allo scenario dell’epidemia?! E purtroppo la risposta è “no, non v’è proprio unanimità”, e basti pensare alla contrapposizione di esperti in virologia come Roberto Burioni o Ilaria Capua

Abbiamo quindi piena coscienza che, se fossimo nei panni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte o del Ministro Roberto Speranza, saremmo anche noi travolti da una terribile marea di informazioni contrastanti (anche da parte della stessa comunità scientifica, appunto), ma crediamo che, a quei livelli apicali delle istituzioni, si debba avere la responsabilità e finanche il coraggio di assumere decisioni ben ponderate, chiare e nette, tempestive e rapide, non contraddittorie e non malamente comunicate. E stendiamo un velo di penoso silenzio sul policentrismo crescente di Presidenti di Regioni e Sindaci che assumono decisioni anche radicali, disallineate dalle “policy” del Governo nazionale, producendo crescente confusione ed incontrollato caos.

Confidiamo che nei prossimi giorni il processo decisionale ed il processo informativo del Governo vengano sottoposti alle necessarie correzioni di rotta, definendo finalmente una “cabina di regia” unica ed univoca, che riduca la bulimia comunicazionale e contribuisca a ridurre la pervasiva ansia di massa. L’overflow di informazioni contrastanti sta producendo danni gravissimi al tessuto psico-sociale della nazione, ben oltre l’emergenza specificamente sanitaria.

Clicca qui, per leggere la mozione adottata il 25 marzo 2020 dal Collegio Biologi Università Italiane (Cbui)