L'Osservatorio

Vacanze e cultura, gli italiani spendono (nonostante l’inflazione): musica (+85%), libri/ebook (+73%) e film/serie a pagamento (+66%)

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I dati dell’Osservatorio longitudinale sui consumi culturali degli Italiani di Impresa Cultura Italia-Confcommercio: si riduce la platea complessiva, ma aumenta la spesa da parte degli appassionati. Gli italiani vorrebbero consumare più cultura rispetto a quello che fanno, ma si trovano di fronte a due grandi barriere: i costi (47% del campione) e una offerta non all’altezza delle aspettative (31%).

I dati dell’Osservatorio sui consumi culturali degli italiani di Impresa Cultura Italia-Confcommercio

L’estate è il momento ideale per potersi godere qualche giorno di relax lontani dagli affanni quotidiani e l’intrattenimento culturale certamente trova ampio spazio tra le nostre preferenze. Cinema, serie, tv, libri cartacei e digitali, musei, mostre, concerti musicali, sono tante le possibilità di accedere all’offerta culturale regionale nei mesi estivi canonici, da giugno a settembre.

Certo, i problemi non mancano e tra questi possiamo citare il peso dell’inflazione sui portafogli, un’offerta culturale non sempre all’altezza delle aspettative e la necessità di viaggiare, che non sempre si sposa con le programmazioni estive di festival, fiere e spettacoli.

Secondo i dati riportati dall’Osservatorio longitudinale sui consumi culturali degli Italiani di Impresa Cultura Italia-Confcommercio e riferiti al mese di luglio 2023, si sottolinea un costante processo di polarizzazione dei consumi, tra un numero sempre più ridotto di grandi consumatori ed una ampia platea che ha ridotto o eliminato i consumi culturali dal proprio paniere di spesa (un trend confermato anche dal precedente Osservatorio).

La cultura ci piace, soprattutto d’estate con film, serie, concerti, musei, mostre e libri

La stima di quanto spende complessivamente ogni mese una famiglia per acquistare o fruire di beni, servizi e attività culturali è di circa 65 euro.

L’aumento di spesa più rilevante riguarda l’acquisto dei libri cartacei, settore in cui a giugno 2023 si prevede una spesa media di 37 euro, con un aumento di 7,8 euro rispetto allo stesso mese del 2022.

Si stima, inoltre, un aumento di spesa anche nel mondo dei libri in formato digitale, che passa da 10,8 euro del 2022 a 15,8 euro quest’anno. Risentono, invece, di un forte calo gli spettacoli all’aperto, da 23,2 euro nel 2022 ai 19,9 di quest’anno.

I festival culturali confermano la crescita di spesa del 2022, attestandosi o a giugno 2023 sui 24,1 euro. Rassicura, infine, la previsione di un aumento di spesa di 2 euro per il cinema, con un costante 17% di intervistati che hanno visto un film nel corso del mese precedente, in linea con i dati del 2022.

Nel prosieguo dell’estate, si attende una spesa per servizi culturali in aumento attorno ai 100 euro per vacanziere. Musei, mostre e concerti sono le iniziative più gettonate e per le quali si registra la maggiore quota di turisti pronti ad investire: il 26% spenderà denaro per visitare musei e siti archeologici, il 20% mostre d’arte, il 17% per andare a concerti nei luoghi di villeggiatura.

Il podio estivo delle preferenze di spesa: musica, libri, film

Nel prossimo trimestre, le attività culturali predilette dagli italiani saranno ascoltare musica (85%), leggere libri in formato cartaceo (73%), e guardare programmi, film e telefilm in tv a pagamento (66%).

In particolare, secondo l’Osservatorio, la TV tradizionale resta il medium più utilizzato (scelto dall’87% degli intervistati), seguito dalle piattaforme gratuite (81%). Quasi 2 italiani su 3 utilizzano piattaforme web a pagamento (64%).

In generale, si prospetta che il consumo culturale per l’estate sarà in aumento su tutti i fronti: il 40% degli italiani è pronto a spendere denaro per andare al cinema, il 26% per andare ad un concerto, il 23% per andare a teatro e il 21% per assistere a spettacoli all’aperto.

Vacanze, turismo e consumi culturali, come farli incontrare?

Cresce la percezione del legame tra turismo e iniziative culturali, considerate un forte elemento attrattivo da 71% degli intervistati rispetto al 61% del 2022. Aumenta peraltro considerevolmente la quota di chi crede sia giusto finanziare le iniziative culturali estive con risorse pubbliche (dal 51% del 2022 al 61%).

Solo una quota minoritaria di turisti organizzerà il proprio viaggio attorno alle offerte culturali regionali, però: non oltre il 25% dei viaggiatori, nella pianificazione delle proprie vacanze, infatti, ha tenuto conto della presenza di musei e siti archeologici, mentre il 14% ha considerato anche mostre e concerti, eventi all’aperto e spettacoli.

Una grande occasione di riscoperta dei prodotti culturali, ma con il rischio che si limiti ad un consumo occasionale (magari stimolato dall’eccezionalità del contesto) e non in un recupero più strutturato di consuetudini di consumo che si spalmano anche sugli altri mesi dell’anno.

La voce “spese obbligate” toglie risorse alla cultura: oltre 5.000 euro pro capite per l’abitazione e quasi 2.000 euro per luce, gas e carburanti

A pesare su tutto questo, c’è sempre la variabile “spese obbligate”. Il portafogli degli italiani si fa sempre più leggero, a causa dell’incremento di questa voce sui bilanci delle famiglie italiane, soprattutto a causa degli aumenti dei costi in bolletta, per quel che riguarda la componente energetica, e più in generale a causa dell’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi di un po’ tutti i beni di consumo.

A darne conto è sempre la Confcommercio: dopo il livello record del 42,7% toccato l’anno scorso, nel 2023 la quota di spese obbligate sul totale dei consumi delle famiglie rimane elevata durante lo scorso trimestre (41,5%), con un incremento dell’incidenza di quasi 5 punti dal 1995 ad oggi, e non sembra destinata a tornare sotto il 40%.

Su un totale di oltre 21mila euro pro capite di consumi all’anno, per le spese obbligate se ne vanno 8.755 euro (circa 100 euro in più rispetto al 2019).

Tra queste spese, la quota principale è rappresentata dalla voce abitazione (5.062 euro) al cui interno un peso rilevante viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.976 euro, valore che, nella media del 2023, raggiunge un’incidenza sul totale consumi del 9,4%; ad amplificare la dimensione delle spese obbligate è la componente prezzi: tra il 1995 e il 2023, infatti, mentre il prezzo medio dei beni commercializzabili è cresciuto di quasi il 53%, il prezzo delle spese obbligate è aumentato del 120% con la componente energia aumentata addirittura di quasi il 175%.

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