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USA, tutti i tech CEO lodano Trump durante la cena alla Casa Bianca. Il cambio di passo è servito

Alla Casa Bianca è andata in scena una serata che ha completato il cambio di passo sul rapporto tra politica e tecnologia. Mercoledì 4 settembre, il presidente statunitense Donald Trump ha accolto i principali CEO della Silicon Valley per una cena che ha messo in primo piano l’intelligenza artificiale come terreno strategico su cui si gioca la leadership economica globale.

I protagonisti della serata

Attorno al tavolo della State Dining Room sedevano Mark Zuckerberg (Meta), Tim Cook (Apple), Sundar Pichai (Google), Satya Nadella (Microsoft), Sam Altman (OpenAI), Bill Gates e Sergey Brin. Un parterre di altissimo livello, al quale mancava solo Elon Musk, ormai in totale scrontro con Trump. Il presidente non ha perso l’occasione per ironizzare su di lui, definendolo “per l’80% un super-genio, ma con qualche problema”.

Zuckerberg tra omaggi e imbarazzi

Alla destra di Trump sedeva Mark Zuckerberg, fondatore di Meta-Facebook, che solo un anno fa l’allora candidato aveva minacciato di “buttare in galera” se avesse favorito Kamala Harris in campagna elettorale. Zuckerberg ha già fatto atto di sottomissione in passato, con la visita a Mar-a-Lago e la presenza all’inaugurazione della nuova presidenza. Ma alla cena ha dovuto subire l’ennesima prova: Trump lo ha indicato come possibile futuro politico, costringendolo a smentire imbarazzato con un “no, non è così”.

Le promesse di investimento

Presenti anche Safra Catz (Oracle), Arvind Krishna (IBM), Bill Gates (Microsoft). Tutti pronti a elogiare e annunciare miliardi di investimenti. Una scelta che appare dettata più dal desiderio di ottenere favori (o evitare penalizzazioni) che da convinzione politica. Con Trump che dispensa dazi, incentivi e perfino ipotesi di quote azionarie statali, per i giganti della tecnologia la logica sembra quella del “meglio non rischiare”.

La cena è stata molto più di un semplice incontro istituzionale. Trump ha chiesto apertamente ai top manager impegni concreti sugli investimenti negli Stati Uniti, soprattutto in AI e semiconduttori. Le risposte non si sono fatte attendere: Apple ha già annunciato 600 miliardi di dollari di investimenti sul territorio americano, Google circa 250 miliardi e Microsoft tra i 75 e gli 80 miliardi.

Un vero e proprio “show” di cifre miliardarie, che ha trasformato la serata in una competizione pubblica a chi mostrava più fiducia nell’agenda economica della Casa Bianca.

Le lodi dei partecipanti nei confronti di Trump

Ecco alcuni passaggi significativi dei CEO presenti, secondo il resoconto ufficiale della Casa Bianca:

Tutti ai piedi del presidente Trump

Per il presidente si è trattato di un successo mediatico e politico. I big della tecnologia hanno non solo promesso capitali, ma anche espresso parole di sostegno alla sua linea pro-business e alle iniziative per accelerare la transizione digitale del Paese. Trump ha così potuto accreditarsi come garante dello sviluppo industriale americano in un settore strategico, rafforzando la sua immagine di leader capace di attrarre capitali e innovazione.

Tra miliardi di dollari promessi e sorrisi forzati, la Silicon Valley ha dimostrato che, in questa fase storica, la sopravvivenza nel mercato globale passa anche — e soprattutto — per l’allineamento con la Casa Bianca.

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