Finestra sul Mondo

Usa-Russia, Corruzione Brasile, Carrero Blanco, May, Presidenziali Francia, G7 Cultura

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, gia’ sfumata l’ambizione di Trump di un rapido riavvicinamento alla Russia

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca da appena due mesi, deve gia’ rinunciare all’ambizione di imprimere una svolta alle tesissime relazioni con la Russia. Le indagini del Congresso in merito alla presunta interferenza di Mosca sulle elezioni presidenziali Usa dello scorso anno, e le di una collusione tra la campagna del presidente e la Russia, per quanto prive di riscontri sostanziali, hanno legato le mani al presidente, assieme all’ostilita’ che Trump deve scontare da parte di ampi segmenti del suo stesso partito. La Casa Bianca, riferisce il “Wall Street Journal”, ha respinto la proposta del Cremlino di un incontro tra i capi di Stato dei due paesi, ed ha adottato nel corso delle ultime settimane una posizione sempre piu’ scettica in merito ai margini di dialogo e negoziato bilaterali. Stando al quotidiano, questa settimana la Casa Bianca ha tenuto un incontro dei vertici della sicurezza nazionale in vista della visita in Russia del segretario di Stato Rex Tillerson, in programma per meta’ aprile. Stando al fonti della Casa Bianca, pur continuando a valutare specifiche aree di potenziale cooperazione, l’amministrazione presidenziale Usa dubita di poter raggiungere un accordo di ampio respiro con la Russia su tutta una serie di questioni: lo schieramento delle forze armate, la politica nei confronti dell’Iran, le intrusioni informatiche e la crisi ucraina, tra le altre. Un ulteriore colpo all’ipotesi di un recupero del dialogo con la Russia e’ giunto ieri dal Senato federale, la cui commissione d’Intelligence ha assunto ieri l’iniziativa delle indagini sulle presunte interferenze russe. Il Senato ha annunciato che terra’ audizioni a partire da oggi; i membri repubblicani e democratici della commissione hanno tenuto una conferenza congiunta ieri, e si sono detti determinati a spingerli “sin dove li condurra’ l’intelligence”. L’analoga indagine da parte della commissione d’Intelligence della Camera, frattanto, e’ arenata a causa degli scontri tra opposti schieramenti partitici, dopo che il presidente della commissione, il repubblicano Devin Nunes; questi ha avvalorato le accuse mosse dal presidente Trump alla precedente amministrazione, che a suo dire lo avrebbe spiato nel corso della campagna elettorale dello scorso anno. La sua uscita pubblica gli ha scatenato contro le ire della minoranza parlamentare democratica, e di parte della maggioranza repubblicana, che sostengono comprometta l’indipendenza delle indagini.

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Brasile, l’ombra della corruzione sugli enti che dovrebbero controllarla

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – La corruzione avvolge anche gli organi che dovrebbero impedirla. Fa notizia l’arresto in Brasile di cinque dei sette consiglieri del Tribunal de Contas do Estado (Tce) di Rio de Janeiro. I responsabili dell’organo incaricato di vigilare sulla trasparenza dei conti statali sono accusati di aver chiuso gli occhi, debitamente “oliati”, sulle irregolarita’ commesse nell’assegnazione di alcuni appalti nel trasporto pubblico per favorire determinate imprese. E di aver beneficiato di altri vantaggi monetari nati dal business della mobilita’ sviluppato nello stato di Rio. Il dossier sarebbe stato istruito soprattutto grazie alle testimonianze di un pentito speciale, Jonas Lopes de Carvalho, ex presidente del Tce di Rio, dimesso a dicembre perche’ indagato per casi di corruzione legati alla poderosa ditta Odebrecht. Mettendo a fuoco la notizia, la stampa sottolinea l’intreccio di potere e malaffare che si concentra nello stato di Rio de Janeiro, il cui potente ex governatore – Sergio Cabral – e’ in carcere in attesa di rispondere su numerose inchieste giudiziarie. Per non tacere di Jorge Picciani, presidente del parlamento statale oggi ascoltato per il suo presunto coinvolgimento nel caso del Tce ma gia’ coinvolto in altre indagini legate ad Odebrecht. Ma c’e’ in gioco anche il “ruolo dei tribunali nella catena di corruzione” che coinvolge le opere infrastrutturali in Brasile, scrive l’edizione locale di “El Pais” citando altri recenti esempi di tribunali statali – soprattutto a San Paolo – che hanno chiuso gli occhi su appalti pubblici viziati. Ombre che si allungano anche sul Tribunal de Contas da Uniao (Tcu), il corrispettivo federale del Tce, quello che deve misurare la regolarita’ dei bilanci del governo di tutto il paese. Dei nove ministri del Tcu, quattro sono a qualche titolo coinvolti nelle indagini. In un capitolo giudiziario che pare avvitarsi senza fine, uno di questi magistrati – Augusto Nardes – e’ coinvolto in una indagine per il pagamento di tangenti a membri del Consiglio d’amministrazione della agenzia delle entrate, mazzette pagate per azzerare sanzioni fiscali alle imprese. E Nardes e’ stato relatore nel processo sui conti federali che ha aperto la strada all’impeachment per l’ex presidente Dilma Rousseff. Impossibile in questo contesto non citare il piccolo scoop del quotidiano “O Globo” che nella sua edizione online riporta il messaggio audio inviato martedi’ dal presidente del Tce di Rio, Aloysio Neves. Si complimentava con i suoi colleghi per i “significativi processi” ottenuti dalla corte nei pochi mesi di lavoro sotto la sua guida. Poche ore dopo sarebbe stato arrestato dalla polizia federale.

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Usa, cinque banchi di prova per la maggioranza parlamentare repubblicana

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – La maggioranza repubblicana al Congresso federale Usa e’ impegnata a consolidare i propri ranghi, dopo il disastroso epilogo del tentativo di riforma della sanita’ fallito la scorsa settimana. All’orizzonte dei lavori parlamentari si profilano pero’ una serie di importanti scadenze a breve termine e di spinose questioni politiche che non giocano a favore della compattezza della maggioranza. Per i Repubblicani e la Casa Bianca, le prospettive di conseguire importanti vittorie politiche nell’arco dei prossimi mesi “appaiono risicate”, scrive il settimanale “Time”. Molti legislatori temono che le divisioni tra moderati e conservatori all’interno della maggioranza, emerse con drammatica chiarezza durante il dibattito fallimentare sulla riforma della sanita’, non faranno che aggravarsi quando la discussione cadra’ sul fisco e la rimodulazione della spesa pubblica. “Cose che in moti credevamo potessero essere conseguite automaticamente, in realta’ stanno richiedendo uno sforzo supplementare di tempo ed energie”, ammette il deputato repubblicano Tom Cole. Diversi repubblicani, inclusi i piu’ ostili al presidente Trump, sperano che l’opposizione compatta dei Democratici lasci spazio a margini d’intesa, anche a costo di isolare l’azione legislativa dagli impulsi della Casa Bianca. “Abbiamo molto lavoro da fare”, spiega il senatore dell’Arizona John McCain. “Una delle priorita’ – e ora sara’ piu’ difficile, perche’ sinora abbiamo fallito – e’ di recuperare margini di collaborazione bipartisan”. “Time” elenca le cinque questioni che domineranno l’agenda della maggioranza repubblicana nelle prossime settimane. C’e’ anzitutto il tentativo di privare dei finanziamenti pubblici le associazioni abortiste Planned Parenthood: un progetto che gode, almeno in apparenza, del sostegno compatto dei Repubblicani, ma che potrebbe slittare, a meno che la maggioranza non approvi un piano di spesa prima della parziale sospensione dei lavori del Congresso in programma per il 28 aprile. Un altra questione all’ordine del giorno e’ lo stanziamento dei primi fondi per la realizzazione del muro anti-immigrazione al confine con il Messico: si tratta di una delle promesse elettorali piu’ importanti del presidente Trump, e che gode di un consenso diffuso tra gli elettori, ma che l’establishment repubblicana pare intenzionata ad ostacolare, cosi’ da nuocere all’immagine del presidente. “C’e’ davvero bisogno di farne una priorita’ presidenziale? Beh, questa e’ solo la volonta’ del presidente”, e’ il significativo commento del repubblicano Randy Weber del Texas. “Esiste il consenso per spingere la misura sino in fondo? Sicuramente si’. Ci riusciranno davvero? Non lo so, staremo a vedere”. Una terza questione cruciale e’ la cosiddetta “border adjustment tax”, la “imposta di aggiustamento alla frontiera” del 20 per cento che i Repubblicani propongono di applicare a qualsiasi bene di consumo importato negli Usa: una proposta avanzata dalla maggioranza alla Camera, e su cui Trump si era detto inizialmente perplesso, ma che la Casa Bianca ha poi fatto proprio; il problema – sottolinea “Time” – e’ che la risicata maggioranza repubblicana al Senato guarda alla proposta con scetticismo, e pertanto la misura potrebbe non vedere mai la luce. Una quarta questione all’ordine del giorno, per i Repubblicani, e’ piu’ prettamente politica: riguarda l’opportunita’ o meno di modificare unilateralmente i regolamenti del Senato, per arginare l’ostruzionismo opposto dai Democratici alle nomine presidenziali, incluso il candidato alla Corte Suprema Neil Gorsuch. Ricorrere alla cosiddetta “opzione nucleare” – come fecero i Democratici a parti inverse, prima delle elezioni di medio termine del 2014 – non e’ una scelta che i Repubblicani paiono capaci di compiere a cuor leggero, anche se un’eventuale bocciatura di Gorsuch potrebbe spingere i Conservatori all’azione. Infine – conclude il settimanale – sui Repubblicani continua a pesare il fallimento del tentativo di abrogazione dell’Affordable Care Act: la maggioranza e’ ancora decisa a revocare il cosiddetto “Obamacare”, anche se e’ difficile immaginare un modello radicalmente alternativo e davvero incentrato sul libero mercato: centinaia di milioni di cittadini Usa, infatti, sono fuori dal mercato assicurativo a prescindere, perche’ non assicurati, dipendenti da programmi assistenziali o vincolati alle polizze fornite dai loro datori di lavoro.

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Spagna, condannata a un anno per tweet satirici su Carrero Blanco

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – La giustizia spagnola ha condannato a un anno di prigione Cassandra Vera, donna di 21 anni che ha pubblicato una serie di tweet satirici con al centro la figura di Luis Carrero Blanco, il capo del governo franchista ucciso dall’Eta nel 1973. La Audiencia nacional, tribunale incaricato di decidere su alcune cause espressamente previste dalla Costituzione, ha stabilito che i cinguettii della giovane hanno rappresentato “disprezzo, disonore, discredito e offesa alle persone che hanno sofferto” la tragedia del terrorismo. I tweet in questione, pubblicati dal 2013 al 2016 giocavano soprattutto con la dinamica dell’efferato omicidio: il 20 dicembre del 1973, una potente carica di esplosivo fece saltare in aria la macchina su cui viaggiava Carrero Blanco. Il colpo scaravento’ la vettura in aria, facendola ricadere oltre un palazzo. “L’Eta ha promosso una politica contro le macchine di Stato combinata con un programma spaziale”, e’ il tenore del primo tweet incriminato. “Tre metri sopra il cielo. Produzione: Eta film. Regista: Argala. Protagonista: Carrero Blanco. Genere: Corsa spaziale”, e’ un altro. Oltre all’anno di reclusione, Cassandra Vera dovra’ rinunciare all’elettorato passivo per un anno e a una sospensione dai pubblici uffici per sette anni. Quasi scontata la campagna di appoggio scatenata su internet a favore della studentessa di Murcia. Una causa sposata a pieno, e dal primo momento, dal partito antisistema di Podemos il cui leader Pablo Iglesias, dopo aver presentato una proposta di riforma del codice penale, si e’ presentato “attonito” dinanzi alla stampa per il peso della sentenza. Quando il procuratore della Audiencia presento’ la richiesta di arresto per due anni e mezzo ai giudici, il quotidiano “El Pais” pubblico’ una lettera scritta da Lucia Carrero-Blanco, nipote del primo ministro, nella quale si censurava la possibile condanna: “Mi spaventa una societa’ nella quale la liberta’ di espressione, per quanto spiacevole, possa portare in carcere”, scriveva.

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Regno Unito, May collega commercio e sicurezza

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – La premier del Regno Unito, Theresa May, riferisce il “Financial Times”, nella notifica di uscita dall’Unione Europea inviata al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha avvertito che il mancato raggiungimento di un accordo commerciale “indebolirebbe” la collaborazione contro la criminalita’ e il terrorismo: “un’implicita minaccia” in una lettera per altri versi conciliante. “In questo scenario sia il Regno Unito che l’Unione Europea dovrebbero far fronte al cambiamento, ma nessuno vuole questo risultato. Dobbiamo percio’ lavorare duramente per evitare questo esito”, ha scritto la prima ministra. I suoi collaboratori negano che sia stata fatta una minaccia; si tratta solo di una constatazione: “I nostri accordi di sicurezza ovviamente decadrebbero se lasciassimo l’Ue senza un’intesa”, ha chiarito il suo portavoce. La segretaria all’Interno, Amber Rudd, in un’intervista televisiva, ha detto che le questioni della sicurezza e del commercio sono separate e che sono state citate nello stesso paragrafo, ma non nella stessa frase. Ha aggiunto che la Gran Bretagna e’ stata piu’ sicura grazie alle misure prese con l’Ue e che ora vuole un accordo che garantisca gli stessi vantaggi. Critiche dall’opposizione laborista: Yvette Cooper, presidente della commissione Affari interni della Camera dei Comuni, ha detto che e’ sbagliato e “autolesionista” usare la sicurezza come merce di scambio. L’appartenenza all’Ue da’ al paese diversi poteri di polizia, come il mandato d’arresto europeo, la partecipazione all’Europol, l’accesso a basi di dati di cruciale importanza, come il Sistema informativo Schengen, il Sistema informativo del Casellario europeo e il Registro dei nomi dei passeggeri. D’altra parte, poche delle relazioni nei campi della difesa e della sicurezza tra la Gran Bretagna e gli altri paesi europei sono strutturate nell’architettura dell’Ue, anche per l’opposizione britannica a sviluppi che potessero sovrapporsi con la Nato, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. Nello spionaggio dei segnali elettromagnetici, per esempio, il Regno Unito coopera con i partner europei mediante le alleanze “Nove occhi”, che comprende Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Norvegia, e “Quattordici occhi”, che include anche Belgio, Germania, Italia, Spagna e Svezia. Qualcosa che lega scambi e sicurezza, in realta’, esiste ed e’ la giurisdizione della Corte europea di giustizia, alla quale Londra vuole sottrarsi.

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Francia, il sostegno di Valls e’ un “bacio della morte” per Macron ed un colpo fatale per il Partito socialista?

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Come la manna dal cielo: questo, secondo il quotidiano progressista “Le Monde”, e’ per il candidato presidenziale del centro-destra Francois Fillon il sostegno dichiarato dall’ex premier socialista Manuel Valls al candidato “indipendente” di centrosinistra Emmanuel Macron. Indebolito ormai da diverse settimane a causa dello scandalo che ha investito sua moglie Penelope, penalizzato dai sondaggi che al primo turno delle elezioni presidenziali il 23 aprile lo vedono superato proprio da Macron e quindi escluso dal turno di ballottaggio del 9 maggio, Fillon ha invece trovato motivo di conforto nella dichiarazione di voto fatta da Valls ieri mattina mercoledi’ 29 marzo: a suo parere e’ la conferma che Macron e’ il vero e degno erede della presidenza di Francois Hollande, la conferma di quanto lui stesso va dicendo ai propri sostenitori resi incerti dal “Penelope-gate”. “Ora tutta la squadra di Hollande e’ schierata attorno a Macron”, ha esultato Fillon: “E’ come ho sempre detto, Macron e Hollande sono la stessa cosa”. E’ certamente una semplificazione, fa notare il “Monde”, quella che vuol far apparire l’ex ministro dell’Economia Macron come corresponsabile in toto del fallimento del quinquennato di Hollande; ma certo l’avversione che i militanti e gli elettori di destra e di centro nutrono nei confronti del bilancio dei governi socialisti, ora non puo’ che essere rafforzata e probabilmente dissuadera’ molti dubbiosi dal votare per Macron, il giovane ex banchiere oggi leader del movimento “En Marche!” (“In Marcia!, ndr). Intanto pero’ a decisione di Valls rischia di assestare un colpo fatale al Partito socialista (Ps): non soltanto infatti, come ricorda il “Monde”, l’ex primo ministro si era impegnato a sostenere chiunque avesse vinto le primarie socialiste di gennaio scorso, nelle quali era stato poi battuto dall’esponente della sinistra Ps Benoit Hamon; ma soprattutto la sua defezione fa seguito ad una vera e propria fuga di socialisti che abbandonano il candidato ufficiale del partito per cercare rifugio sul carro di Macron, dato vincente dai sondaggi. Con il leader del nuovo movimento “En Marche!” si sono gia’ schierati persino diversi esponenti dell’attuale governo socialista, tra cui il potente ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian e ora il Ps e’ in pieno caos. Da parte sua Hamon ha reagito duramente alla defezione di Valls, cercando anche di galvanizzare i militanti socialisti: ieri a Lille, dove ha ricevuto il sostegno della sindaca Martine Aubry che in passato e’ stata capofila della sinistra Ps, ha accusato l’ex premier di “slealta’”; ed ha usato parole che sono una aperta critica all’intera eredita’ del quinquennato di Francois Hollande e che in maniera appena velata alludono al sostegno ed alla nascosta preferenza del presidente per il rivale Macron.

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Regno Unito, nella lettera di May “ferro e velluto”

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – I quotidiani britannici commentano l’attivazione dell’iter di uscita dall’Unione Europea da parte del governo del Regno Unito. Cosi’ si esprimo gli editoriali non firmati, attribuibili alle direzioni. Per il “Financial Times”, la premier, Theresa May, ha usato un tono responsabile e costruttivo in una giornata storica, sia nella lettera, “gentile, ma ferma”, inviata al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, sia nell’intervento alla Camera dei Comuni. Ha fatto bene anche a non minacciare, con una “deplorevole eccezione”: collegare la continuita’ della cooperazione in materia di sicurezza al raggiungimento di un accordo di uscita. Per “The Guardian” la prima ministra ha dimostrato di comprendere l’opinione pubblica nazionale, ma non gli interlocutori europei e ha lasciato trapelare un tratto peculiare britannico, la sensazione rancorosa di aver “scambiato un impero” di cui si era a capo con uno da cui si era guidati. Anche questo giornale critica il tentativo di fare della sicurezza una merce di scambio. “Ferro e velluto” titola “The Times”, per il quale la mossa di apertura di Theresa May e’ stata ben ponderata. Tuttavia, il lavoro piu’ difficile comincia adesso. Il tono e’ giusto, ma quasi ogni riferimento alla cooperazione economica e’ associato a un riferimento alla cooperazione nella sicurezza: potrebbe essere “molto rischioso” giocare questa carta cosi’ presto. Per “The Independent”, nonostante il tono conciliante, ci sono molte ragioni per essere inquieti e la prima e’ la mancanza di un accordo sulle regole del negoziato. May e’ ricorsa a una minaccia esplicita sulla sicurezza e “andare a vedere” l’eventuale bluff dell’Ue potrebbe avere “conseguenze disastrose”. Per “The Telegraph”, l’invocazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona e’ stata “necessariamente cordiale”, ma il seguito potrebbe non esserlo altrettanto, soprattutto perche’ chi se ne va in cerca di un futuro migliore, come il Regno Unito, puo’ dire parole rassicuranti, ma chi viene abbandonato, come l’Ue, puo’ diventare “velenoso” e vendicativo. Anche il “Mirror” si aspetta due anni di negoziati duri in cui May deve fare il meglio nell’interesse del paese; quale sia questo interesse, pero’, e’ oggetto di discussione.

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Gas, non si placano le resistenze al Nord Stream 2

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Il gigante energetico russo Gazprom intende raddoppiare le forniture dirette di gas naturale verso la Germania grazie a un nuovo gasdotto nel Baltico, il Nord Stream 2. La Polonia, l’Ucraina e gli Stati baltici, pero’, si oppongono strenuamente al progetto, che consentirebbe di esportare gas verso l’Europa continentale aggirandoli, e privandoli cosi’ delle importanti entrate garantite dalle tariffe di transito. Gli oppositori del progetto hanno ottenuto il sostegno di Laszlo Varro, direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea). Gazprom non ha mai esportato tanto gas in Europa come oggi. Il Nord Stream 2, con una lunghezza di 1.200 chilometri, dovrebbe avere una capacita’ di 55 miliardi di metri cubi. Il consorzio per la realizzazione del progetto e’ stato fondato nell’autunno 2015, e vi partecipano, sotto la guida di Gazprom,, Uniper, Wintershall, Shell, Omv ed Engie. Per Wintershall, controllata di Basf, e per l’austriaca Omv, la crescente resistenza al progetto e’ una cattiva notizia, perche’ entrambe le societa’ contano di parteciparvi con una quota del 10 per cento ciascuna. Il capo della strategia economica di Commerzbank, Eugen Weinberg, ritiene il progetto inutile. “Gazprom vuole assicurare la dipendenza della Germania dal gas russo”, afferma Weinberg. Allo stesso tempo, l’economia russa e’ dipendente dalla esportazioni di materie prime: i ricavi generati nel 2016 dal business del gas e del petrolio ha contribuito al 36 per cento delle entrate statali russe. L’ad di Basf, Kurt Bock, la scorsa settimana e’ volato a Mosca per discutere del controverso progetto con il presidente russo Vladimir Putin e l’ad di Gazprom Alexei Miller. “La Russia sta facendo ogni tipo di sforzo per realizzare questo progetto”, ha detto Rudolf Lukavsky, delegato austriaco per l’economia.

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Anche politici tedeschi nella lista dei soggetti sorvegliati dai servizi segreti turchi

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Nel dossier consegnato dai Servizi turchi a quelli tedeschi (Bnd), contenente i nominativi di circa 300 persone sorvegliate da Ankara, perche’ sospettate di essere sostenitrici del predicatore Fethullah Gullen – accusato di aver pianificato il colpo di Stato fallito in Turchia nel, luglio scorso – figurano anche i nomi della delegata dell’Spd Michelle Muentefering e di un ex segretario di Stato del Senato di Berlino, Emine Dale Wegner (Cdu). Lo riferiscono la “Sueddeutsche Zeitung”, “Ndr” e “Wdr”, i primi quotidiani a rendere pubbliche le indiscrezioni in merito alle attivita’ di spionaggio turche in Germania. Oltre alle 300 persone oggetto di sorveglianza, la lista conterebbe anche 200 nomi di societa’ e persone giuridiche. In complesso le attivita’ di sorveglianza avrebbero interessato 9 province dove sono elencate societa’ immobiliari, taxi, panifici, scuole, dormitori, fondazioni e club. Hakan Fidan, dei Servizi turchi, aveva consegnato l’elenco a Bruno Kahl, capo di quelli tedeschi, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, il mese scorso. L’elenco e’ stato poi trasmesso anche alla polizia criminale federale e a quelle dei singoli Lander. Le persone bersaglio delle attivita’ di sorveglianza sono state informate dalle autorita’. Il sospetto dei Servizi tedeschi e’ che nella lista siano finite anche persone legate ai servizi turchi: per questa ragione, riferisce la “Sueddeutsche Zeitung”, e’ al lavoro anche il controspionaggio tedesco.

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A Firenze il primo G7 della Cultura per la salvaguardia del patrimonio dell’umanita’

30 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – E’ la prima volta che accade nella storia del G7: lo scrive il quotidiano economico francese “Les Echos” in un articolo del suo corrispondente da Roma, Olivier Tosseri, che da’ titolo e testo alla rubrica di prima pagina “Succede in Europa” a commento della riunione convocata a Firenze per oggi giovedi’ 30 e domani venerdi’ 31 marzo dal ministro della Cultura italiano, Dario Franceschini. Due mesi prima del vertice G7 di Taormina dunque i ministri della Cultura di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Canada ed Italia si ritrovano a Palazzo Pitti ed a Palazzo Vecchio, in quella che e’ una delle citta’ sinonimo di ricchezza culturale del mondo intero, per discutere della cultura come fattore di sviluppo e strumento di dialogo tra i popoli; ma anche della protezione del patrimonio dell’umanita’ e di lotta contro il traffico di beni artistici ed archeologici. Si tratta di argomenti nei quali l’Italia e’ all’avanguardia: e’ stato il governo italiano a far approvare dall’Unesco la creazione dei “caschi blu culturali” per preservare il patrimonio mondiale dai conflitti e dalle catastrofi naturali; e cosi’ due busti antichi parzialmente distrutti dai miliziani dello Stato islamico in Iraq e Siria (Isis) nel corso della conquista di Palmira sono stati restaurati il mese scorso a Roma grazie a nuove tecnologie tra cui una stampante 3D. L’Italia puo’ infatti essere orgogliosa di una azione e di un’esperienza gia’ antica in materia: il Comando dei carabinieri per la protezione del patrimonio culturale (Tpc) e’ stato fondato nel lontano 1969 e da allora ha rintracciato numerose opere d’arte rubate da diverse organizzazioni criminali ed ha condotto operazioni simili attraverso il mondo intero: dal 2003 al 2006, ad esempio, i carabinieri del Tpc hanno aiutato gli archeologi iracheni a tracciare una mappa dei siti del loro paese ed a ricostituire la collezione de museo di Baghdad. Ma moto resta ancora da fare, perche’ l’arte e’ oggi il primo canale di riciclaggio del denaro sporto ed il terzo traffico illegale al mondo dopo quelli della droga e delle armi.

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