Obbligare le grandi aziende a comunicare regolarmente quanti posti di lavoro vengono persi, creati o trasformati a causa dell’automazione e dell’uso crescente dell’IA.
Gli Stati Uniti cercano di mettere un freno ai licenziamenti di massa che stanno coinvolgendo le grandi multinazionali e i colossi del tech in tutto il mondo con un disegno di Legge che punta a fare chiarezza sull’impatto dell’intelligenza artificiale e l’occupazione. Si chiama AI-Related Job Impacts Clarity Act e porta la firma bipartisan del senatore repubblicano Josh Hawley e del democratico Mark Warner. (A questo link è possibile scaricare il disegno di Legge).
Trasparenza sui cambiamenti occupazionali legati all’IA
Il disegno di legge prevede che, entro 30 giorni dalla fine di ogni trimestre, le imprese pubblicamente quotate e le agenzie federali debbano fornire al Dipartimento del Lavoro una serie di dati precisi.
Tra questi, il numero di dipendenti licenziati a causa dell’automazione dovute all’AI, le nuove assunzioni legate all’adozione dell’IA, i posti lasciati vacanti perché sostituiti da sistemi intelligenti e i lavoratori coinvolti in programmi di riqualificazione professionale.
Report trimestrali e pubblicazione dei dati
Il testo prevede inoltre che il Segretario del Lavoro, in collaborazione con l’Ufficio di gestione e bilancio e l’Ufficio per la gestione del personale, elabori rapporti trimestrali e semestrali sull’impatto dell’AI sul lavoro. I dati raccolti dovranno essere pubblicati sul sito del Bureau of Labor Statistics e trasmessi al Congresso entro 60 giorni dalla fine di ogni trimestre.
In questo modo, il legislatore intende creare una base di dati pubblica e trasparente per valutare come l’automazione stia influenzando l’occupazione nei vari settori produttivi, offrendo anche uno strumento utile per future politiche di compensazione o di formazione.
Anche le aziende non quotate potranno essere coinvolte
Entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Dipartimento del Lavoro dovrà stabilire, insieme alla Securities and Exchange Commission e al Dipartimento del Tesoro, in che misura includere anche le aziende non quotate nei nuovi obblighi di comunicazione.
Tra i criteri di inclusione ci sono la dimensione della forza lavoro, il fatturato, il valore dell’impresa e l’impatto occupazionale su scala regionale o nazionale. Le regole dovranno comunque garantire proporzionalità rispetto alla dimensione dell’azienda e tutelare la riservatezza dei dati sensibili.
L’AI-Related Job Impacts Clarity Act si inserisce in un contesto di crescente attenzione da parte del Congresso statunitense verso l’effetto dell’intelligenza artificiale sull’economia reale.
Nel 2025 oltre 50mila licenziamenti mascherati da “agilità operativa”
Solo nel 2025 colossi come Amazon, Microsoft, Salesforce e Meta hanno annunciato complessivamente oltre 60 mila tagli al personale, ufficialmente per “recuperare agilità operativa” dopo anni di espansione.
UPS ha eliminato 14mila ruoli manageriali in meno di due anni e Target ha ridotto di 1.800 unità il personale d’ufficio. Anche aziende come GM, Rivian e Booz Allen Hamilton hanno avviato ridimensionamenti, mentre centinaia di migliaia di ex dipendenti si affacciano a un mercato del lavoro stagnante e ostile.
Dietro la formula diplomatica, tuttavia, si nasconde una ristrutturazione profonda legata all’adozione massiccia dell’intelligenza artificiale. Le aziende stanno riallocando risorse dai reparti tradizionali ai team che lavorano su modelli generativi, cloud e automazione, riducendo i ruoli considerati facilmente rimpiazzabili come figure junior, amministrativi e risorse umane.
Durante la call sugli utili, il CEO di Amazon Andy Jassy ha difeso la scelta spiegando che si tratta di un tentativo deliberato di “recuperare l’agilità operativa perduta nel corso di una crescita eccessivamente stratificata”. Ma al di là delle parole, la riduzione della forza lavoro riflette la trasformazione culturale e tecnologica che l’IA sta imponendo ai grandi colossi: meno persone e più ricavi grazie l’AI.


