Il voto

Ursula von der Leyen è Presidente della Commissione Ue, decisivo il tema dell’emergenza climatica

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Per la prima volta una donna alla presidenza della Commissione e per la prima volta i cambiamenti climatici entrano prepotentemente in un voto istituzionale: Ursula von der Leyen ha promesso azioni ambientali decisive già nei primi 100 giorni, circa 1.000 miliardi di euro di investimenti green e la “carbon border tax”.

Eletto il nuovo Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen è la prima donna a ricoprire questa carica e la sua elezione non è stata per niente cosa semplice: nella votazione a scrutinio segreto ci sono stati 733 voti espressi, di cui 383 deputati hanno votato a favore, 327 contro e 22 si sono astenuti.

Una maggioranza risicata, raggiunta solo dopo lunghe ed estenuanti trattative per convincere soprattutto i deputati del blocco Green a votare per la candidata dei Popolari europei.
A quanto pare, infatti, oltre all’“europeismo militante”, il tema centrale attorno a cui sono ruotate le trattative per far convergere il voto sulla von der Leyen è stato quello dei cambiamenti climatici in corso e dell’emergenza climatica.
Socialisti, liberali e ambientalisti hanno chiesto per il loro appoggio in Parlamento la garanzia che questa Commissione si impegni seriamente sulle questioni climatiche, dalla decarbonizzazione dell’economia europea allo sviluppo di tecnologie a bassissimo impatto ambientale.

Saremo vigili e ci assicureremo che nei prossimi cinque anni saranno mantenute le promesse che ci ha fatto. Deve ricordare che senza di noi non esiste una maggioranza pro-europea”, ha severamente commentato Iratxe García Pérez, capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo.
Da questo momento in poi, ha spiegato Céline Charveriat, Direttore dell’Institute for European Environmental Policy, “i cambiamenti climatici saranno un aspetto fondamentale della presidenza von der Leyen e sarà ritenuta personalmente responsabile di quanto si farà o meno in termini di azioni per il clima”.
Adesso inizia una fase molto importante per le istituzioni europee, dovremo prepararci alle audizioni dei commissari designati, che, come saprà, saranno molto scrupolose da parte dei componenti di questo parlamento. Ci aspettiamo che i temi di cui oggi ha parlato davanti all’Aula saranno approfonditi e seguiti anche dai componenti del suo collegio, durante le audizioni preso le commissioni competenti”, ha dichiarato il Presidente dell’Europarlamento, Davide Sassoli.
I prossimi anni saranno molto importanti per il futuro dell’Unione e possiamo affrontarli con successo solo se ci sarà una stretta cooperazione tra le istituzioni”.

Ursula von der Leyen assumerà l’incarico di Presidente della Commissione europea dal 1° novembre 2019 e il suo mandato durerà cinque anni.

Nel suo programma, presentato prima del voto, la nuova Presidente si è impegnata a presentare un “Green Deal”, un piano ambientale per l’Europa da realizzare nei primi 100 giorni del suo mandato, senza però dare chiare e convincenti indicazioni su fondi, strumenti e obiettivi.
Si è impegnata certamente sul portare avanti il piano per l’Europa carbon neutral entro il 2050 e la formulazione di una legge speciale che lei stessa ha definitoEuropean Climate Law“, con riduzione delle emissioni di CO2 del 50-55% entro il 2030 (attualmente l’obiettivo sarebbe al 40%) e sulla promozione di politiche internazionali tutte volte ad affrontare la grande sfida dell’emergenza climatica planetaria, soprattutto nel cercare di convincere le potenze recalcitranti a prendere decisioni più efficaci in tema di emissioni inquinanti e gas serra.

Altri punti in chiave green nel programma sono l’annuncio del Sustainable Europe Investment Plan, supportato dalla nascita di “filiali green” della Banca europea per gli investimenti, con l’obiettivo di investire la cifra di 1.000 miliardi di euro in dieci anni, e dazi sulla CO2, con l’imposizione di una “carbon border tax”.

Non tutti i parlamentari liberali, popolari, di centro e centro-sinistra, hanno concorso alla sua elezione in maniera compatta. In realtà, pare che il voto sia stato piuttosto disomogeneo e caratterizzato da numerosi franchi tiratori. La Lega ha votato contro, ma ad esempio un drappello di eurodeputati M5S ha votato a favore.
C’è da sperare che la nuova Presidente sia davvero intenzionata ad impegnarsi sulle tematiche climatiche ed ambientali, perchè i prossimi cinque anni saranno davvero fondamentali per orientare l’Unione e tutti i suoi Stati membri verso un’economia a zero emissioni.
Non c’è più molto tempo per invertire la rotta e i primi segnali dell’emergenza climatica alle porte sono evidenti, anche nel nostro Paese.

Nei prossimi giorni, infine, la nuova Presidente della Commissione invierà una serie di lettere ai capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Unione europea per invitarli a proporre i loro candidati a commissari. Le audizioni dei commissari designati si svolgeranno nelle commissioni parlamentari competenti, dal 30 settembre all’8 ottobre. Il collegio completo dei commissari dovrà inoltre essere confermato da un voto di fiducia del Parlamento, probabilmente nel corso della sessione plenaria del 21-24 ottobre 2019.