Uno studio qualitativo e quantitativo sul pubblico cinematografico italiano

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Chiusura del bando indetto dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (DGCA) del Ministero della Cultura (MiC) per commissionare ad un operatore economico terzo la realizzazione di uno studio qualitativo e quantitativo sul pubblico cinematografico italiano.

Univideo, l’associazione italiana che rappresenta gli editori audiovisivi, esprime la propria soddisfazione relativamente alla chiusura del bando indetto dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (DGCA) del Ministero della Cultura (MiC) per commissionare ad un operatore economico terzo la realizzazione di uno studio qualitativo e quantitativo sul pubblico cinematografico italiano.

Un punto di partenza e non di arrivo che deve essere supportato da tempestive politiche pubbliche che sostengano concretamente il settore del cinema e dell’audiovisivo in linea con i dati raccolti relativamente all’attitudine del pubblico rispetto alla fruizione dei film in sala e alle aspettative relative all’offerta cinematografica.

“Come Univideo plaudiamo all’iniziativa promossa dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (DGCA) del Ministero della Cultura (MiC) di commissionare uno studio quantitativo e qualitativo capace di analizzare in dettaglio l’attitudine del pubblico alla fruizione dei film in sala e le aspettative relative all’offerta cinematografica e audiovisiva. Lo riteniamo un passaggio fondamentale funzionale ad adottare interventi pubblici mirati e tutelanti per le sale, per l’industria e per i consumatori”, ha dichiarato Pierluigi Bernasconi, Presidente di Univideo.

La pandemia ha certamente influito sui comportamenti e sulle modalità di consumo dei prodotti culturali e di intrattenimento, generando una sofferenza generalizzata delle sale. Per questo servono scelte politiche coraggiose, che invoglino le persone a tornare in modo abituale nei cinema, trasformandoli, come recentemente dichiarato in un’intervista anche dal francese Jérôme Seydoux, in luoghi capaci di far vivere al grande pubblico un’esperienza emozionante.

In sostanza, dice l’Univideo, è importante, prima di adottare misure pubbliche che potrebbero risultare parziali e non particolarmente tutelanti per l’intera filiera audiovisiva, comprendere a fondo il nuovo pubblico.

Anche l’industria audiovisiva, come le sale, mostra segnali di sofferenza: se nel 2019 il comparto valeva 255,6 milioni di euro, nel 2021, secondo gli ultimi dati GfK, si è attestato a 176,8 milioni, con una crescita del digitale negli ultimi anni e una stabilizzazione registrata nel 2021.

Le vendite del supporto fisico si configurano all’interno di un trend di generale contrazione anche se il 4k Ultra HD nell’ultimo anno in termini di vendite ha evidenziato una decisa crescita: +26,9% in valore e +19,8% in volume, con circa 190 mila copie acquistate dai consumatori. Questo dimostra che la propensione degli italiani al consumo di prodotti dell’home entertainment non è diminuita, probabilmente si sono diversificate le modalità di fruizione e su questo occorre riflettere e lavorare in modo sistemico.