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Università, il Segretariato dello spazio europeo affidato all’Italia per il periodo 2018-2020

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L’Italia è stata indicata quale Paese che ospiterà la prossima riunione ministeriale dello Spazio europeo dell’istruzione superiore, che si terrà a Roma nel 2020, e gestirà il Segretariato dell’intero processo dal 2018 al 2020.

I Ministri dei 48 Paesi aderenti al Processo di Bologna hanno approvato all’unanimità il nuovo Comunicato di Parigi dello Spazio europeo dell’istruzione superiore. Un’attenzione particolare è stata posta sulla tematica dei migranti e del riconoscimento dei loro titoli di studio, su quella delle nuove tecnologie nel settore della formazione superiore, sulla dimensione sociale e sulla terza missione del settore universitario.

A seguito della candidatura ufficiale, firmata dalla Ministra Fedeli nel febbraio 2017 e supportata dai 48 Paesi aderenti allo Spazio europeo dell’istruzione superiore, dalla Commissione europea, dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa, all’interno del Comunicato di Parigi, l’Italia è stata indicata quale Paese che ospiterà la prossima riunione ministeriale dello Spazio europeo dell’istruzione superiore, che si terrà a Roma nel 2020, e gestirà il Segretariato dell’intero processo dal 2018 al 2020.

Inoltre l’Italia, in accordo con l’Università di Bologna e l’Osservatorio Magna Carta Universitatum, che raggruppa oltre 900 rettori di tutto il mondo, organizzerà nel 2019 la celebrazione del ventesimo anniversario della firma dell’accordo di Bologna, che dovrà servire anche come momento di confronto tra i Rettori, gli studenti e gli altri attori del settore della formazione superiore, in vista della Ministeriale del 2020 e oltre, in una logica mondiale.

La presidenza del 2020 segna un momento fondamentale del Processo di Bologna che compirà appunto 20 anni di attività nel 2019 e rappresenta oggi uno dei più rilevanti processi globali nel settore della Formazione superiore. Radunando 48 Paesi dell’area Pan-Europea del Consiglio d’Europa, rappresenta il più importante e geograficamente vasto processo nel settore della formazione superiore, con regole riconosciute ed accettate in tema di: mobilità, riconoscimento dei titoli e dei crediti formativi degli studenti, allineamento della durata dei corsi di studio universitario sul ciclo 3+2.

Il nuovo Comunicato di Parigi dei ministri indica ai Paesi aderenti al processo le priorità nel settore universitario, le quali risultano essere in linea con l’agenda del MIUR e con il lavoro svolto in ambito internazionale all’interno della Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore (DGSINFS).

La candidatura italiana è stata fortemente incoraggiata dai 48 Paesi, dalle organizzazioni internazionali e dalla  Commissione europea, che ha garantito il massimo supporto all’Italia in questo compito cruciale per il futuro dell’Europa, supporto garantito anche dalla Francia quale attuale Segretariato.

“Accolgo con estrema soddisfazione la notizia dell’affidamento all’Italia del Segretariato dello spazio europeo dell’istruzione superiore per il periodo 2018–2020. Si tratta – dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – di un riconoscimento importante per il nostro sistema accademico. Ma anche di una stimolante sfida: abbiamo l’opportunità di dare il nostro contributo per la creazione di un’Europa della cultura senza barriere, all’interno della quale conoscenza e sapere sono veicoli di cittadinanza europea e globale. In società come le nostre, attraversate da cambiamenti veloci e radicali, cercare e trovare risposte condivise a livello internazionale attraverso il nostro sistema di istruzione e formazione è strategico. Italia ed Europa procedono di pari passo su una strada che è giusta e va percorsa con convinzione”.

“Dopo 20 anni dalla Dichiarazione della Sorbona e dalla successiva Dichiarazione di Bologna – dichiara Maria Letizia Melina, Direttore Generale del MIUR e capo delegazione per l’Italia alla riunione ministeriale di Parigi – il testimone passa ancora una volta dalla Francia all’Italia, i due Paesi membri dell’Unione europea dove hanno sede le due università più antiche al mondo: una grande responsabilità per l’Italia al fine di guidare tale fondamentale processo internazionale e definire le sue linee guida dopo il 2020. Buon lavoro a tutti”. 

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