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Una risposta alla crisi energetica: la domotica

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A lungo considerata poco più di un passatempo per i maniaci della tecnologia, la domotica si è fatta strada nelle case degli italiani e ora può aiutarli non solo a non doversi alzare dal divano per regolare il termostato o accendere la luce, ma a evitare di accusare un principio di svenimento ogni volta che aprono una bolletta.

E se la casa smart fosse davvero la soluzione giusta (o, se non altro: una delle soluzioni) per contrastare la crisi energetica di questi mesi, con i prezzi del gas e dell’energia elettrica sempre più alti a causa della situazione geopolitica? A lungo considerata poco più di un passatempo per i maniaci della tecnologia, la domotica si è fatta strada nelle case degli italiani e ora può aiutarli non solo a non doversi alzare dal divano per regolare il termostato o accendere la luce, ma a evitare di accusare un principio di svenimento ogni volta che aprono una bolletta.

Secondo l’ultima ricerca di Altroconsumo basata sui dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il mercato IoT a trazione casalinga – con la complicità del tanto tempo passato tra quattro mura durante il Covid – si trova in un momento particolarmente felice. Il valore del mercato della smart home in Italia è di 650 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente del 29%; quasi la metà degli italiani (il 46%) possiede almeno un oggetto “smart”, in particolare gli elettrodomestici connessi (21%), seguiti dagli assistenti vocali come Alexa, Siri o Google Home e dalle soluzioni per la sicurezza (il 19%, tra videocamere, allarmi, sensori per finestre e porte). E infine c’è il settore che in questo momento forse è il più interessante in assoluto, quello delle caldaie, dei termostati e dei condizionatori connessi, trainati anche dagli incentivi statali per Superbonus ed Ecobonus: è un mercato che in Italia vale 110 milioni di euro e rappresenta il 17% della torta.

La domotica “classica” non basta più

Se rimangono certo sempre validi gli inviti a cercare le occasioni più interessanti per i contratti di gas e luce tra le proposte del mercato libero (su SOSTariffe.it è possibile confrontare le migliori offerte del momento), sappiamo che oltre a cercare un fornitore in grado di garantire un prezzo della materia prima più basso, ridurre i consumi è la priorità. Siamo ormai consapevoli che si devono installare le luci a LED, spegnere i dispositivi in standby, acquistare elettrodomestici con la migliore classe energetica possibile e così via, ma queste buone pratiche, sempre da seguire, potrebbero non essere sufficienti in una situazione senza precedenti, vista la nostra tradizionale dipendenza dal gas russo.

 Quest’estate, ad esempio, come sappiamo dalle disposizioni governative, non si potrà scendere sotto i 25 gradi centigradi di temperatura ambientale grazie ai condizionatori, e se la situazione geopolitica non si risolverà nei prossimi mesi è lecito aspettarsi analoghe misure anche per i mesi più freddi. Ecco che entra in gioco la domotica, che non solo può aiutare a non superare queste soglie, ma permette di ottimizzare la gestione di più dispositivi in modo da non doverli regolare a mano uno per uno. È particolarmente vantaggiosa la possibilità di creare appositi scenari automatizzati – per il giorno, per la notte, per quando si è fuori casa ma si sta per tornare e così via – che contribuiscono a ridurre anche del 20-30% la spesa complessiva, semplicemente perdendo qualche minuto a regolare l’app per smartphone che consente di operare su questo genere di dispositivi. E a volte non è nemmeno necessario, perché i sempre più sofisticati algoritmi di machine learning contribuiscono a migliorare la gestione umana in base alle abitudini degli abitanti.

Un aiuto anche dai nuovi modem

Il momento potrebbe essere davvero quello giusto, anche per quanto riguarda la tecnologia di diffusione del segnale Internet. Per la domotica, proprio in quanto soluzione pensata per tutta la casa, è infatti fondamentale che la copertura del Wi-Fi sia capillare, in modo che qualsiasi dispositivo o elettrodomestico, a prescindere dalla stanza in cui è collocato, possa funzionare senza problemi. Si pensi ad esempio alle valvole termostatiche smart, che devono essere raggiunte dal segnale per operare, e un termosifone c’è in ogni stanza: la mancanza di copertura potrebbe comportare non solo il mancato funzionamento, ma – peggio – la scelta arbitraria di parametri non decisi dall’utente, e potenzialmente a rischio di far consumare ben di più di quanto si risparmierebbe.

Oggi i modem che vengono forniti al cliente dai vari operatori di telefonia sono decisamente migliori di quelli di qualche anno fa, anche da questo punto di vista; non è più quindi necessario dotarsi di extender e reti mesh – spesso complicate da configurare, oltre che costose – per eliminare il rischio di zone senza segnale quando la casa è un po’ più grande del normale, il modem/router deve essere installato in una stanza non centrale o l’abitazione si sviluppa su più piani. Adesso nella maggior parte dei casi non è necessario fare nulla.

Il consumatore non può essere solo passivo

Secondo quanto dichiarato da Giulio Salvadori dell’Osservatorio Internet of Things, «con il termostato smart si può ottenere un 23% in media di risparmio. Le nostre stime dicono che il risparmio oscilla tra il 18 e il 31 per cento a seconda del tipo di famiglia, della classe energetica, della dimensione della casa… Anche la presa elettrica connessa, acquistabile con pochi euro (10-20), rende smart i device che ci attacco, dal climatizzatore alla lavatrice. Infatti, attraverso l’app della presa elettrica ci si rende conto, in tempo reale, di quanto consumano.

Da questa analisi posso poi capire come ridurre i consumi». Non si tratta solo di semplice gestione “passiva” dei consumi, quindi, ma anche di una maggiore quantità di informazioni che però implica da parte dell’utente la volontà di apprendere e intervenire attivamente: per quanto avanzata, la smart home da sola può aiutare a risparmiare fino a un certo punto, ma non può ancora (per fortuna?) decidere, come una madre oculata, di spegnere arbitrariamente una luce rimasta accesa per troppo tempo o non far partire la lavatrice di giorno. È necessario che anche il lato informativo della domotica trovi consumatori ricettivi e in grado di effettuare scelte motivate per ottimizzare il proprio uso delle materie prime energetiche senza l’intervento di un consulente: e adesso, quando anche i più spreconi si rendono conto che così non si può andare avanti, può essere proprio il momento ideale.