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Un anno di guerra, dall’Italia 660 milioni di euro di armi all’Ucraina

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Finora l’Ucraina ha ricevuto armi per un valore complessivo di 65,34 miliardi di euro e la grandissima parte, 44,34 miliardi, corrispondenti al 67,9% del totale, è stata inviata dagli Stati Uniti.

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Finora l’Ucraina ha ricevuto armi per un valore complessivo di 65,34 miliardi di euro e la grandissima parte, 44,34 miliardi, corrispondenti al 67,9% del totale, è stata inviata dagli Stati Uniti. Se in altre tipologie di aiuto, per esempio quello finanziario, prevalgono gli europei, nell’ambito dell’assistenza militare il dominio americano è assoluto.

Dopo Washington ad avere consegnato più armi all’Ucraina è stata Londra, ma parliamo di solo 4,89 miliardi, ben nove volte meno. Seguono, con 2,43 e 2,36 miliardi, Polonia e Germania. Questo a livello di singolo Paese, ma a supportare Kiev sono anche le istituzioni europee in quanto tali, con 3,1 miliardi di euro stanziati direttamente da Bruxelles, attraverso l’European Peace Facility (EPF), uno strumento di bilancio parte della politica estera e di sicurezza comune. Ci riferiamo, qui, sia ai finanziamenti già inviati sia quelli solo ufficialmente promessi (committed).

Quanti armi all’Ucraina dall’Italia

E l’Italia? Noi, considerando solo l’impegno bilaterale, siamo ottavi nella classifica dei maggiori sostenitori della difesa dell’Ucraina dato che abbiamo consegnato (o promesso) armamenti per un valore di 660 milioni. Più di noi, infatti, hanno fatto Canada e Paesi Bassi, con 1,29 miliardi e 860 milioni. Si tratta dei dati del Kiel Institute For the World economy, IFW, che da un anno raccoglie i numeri dell’assistenza a Kiev in ogni campo. Dato significativo, la Francia ha stanziato esattamente quanto noi, come si può osservare nel secondo tab della nostra infografica.

Dietro noi e i transalpini vi è tutta una serie di Paesi, prevalentemente europei, dalla Spagna al Belgio, dalla Svezia alla Repubblica Ceca, che ha donato meno, in alcuni casi anche meno di 100 milioni di euro. La Turchia, per esempio, nonostante sia una potenza nell’ambito della difesa, ha inviato solo 60mila euro di forniture, meno del Lussemburgo (80mila).

Parliamo, per i Paesi Ue, solo degli impegni bilaterali, ma va ricordato che a ognuno degli Stati Membri andrebbe attribuita anche una quota dei 3,1 miliardi versati dalle istituzioni comunitarie. Nel caso dell’Italia si tratterebbe di circa 390 milioni. Questo vuol dire che a essere targati Italia sarebbero in realtà 1,05 miliardi di aiuti militari (660 milioni bilaterali più 390 come contributo ai finanziamenti Ue).

Quante armi all’Ucraina dai Paesi occidentali

Per confrontare in modo più adeguato l’impegno di ogni alleato dell’Ucraina è però meglio analizzare gli aiuti non solo in valore assoluto ma anche in proporzione alla forza economica e militare che hanno. Si scopre così, come si vede nella nostra infografica, che in realtà non sono più gli Usa a essere al primo posto, bensì è l’Estonia, che ha inviato armamenti per un valore che raggiunge addirittura il 48% della propria spesa per la difesa. Nel 2021, infatti, secondo Sipri Tallin ha destinato 764 milioni di dollari al proprio esercito, all’aviazione e alla marina. Sono equivalenti a 646 milioni di euro secondo il cambio medio di quell’anno, e nel 2022 ha spedito ben 310 milioni di attrezzature militari all’Ucraina.

Anche gli altri Paesi baltici si distinguono. La Lettonia ha mandato armi per 290 milioni, ovvero il 41,5% del budget complessivo per la difesa, mentre i 280 milioni della Lituania corrispondono al 26,7% delle uscite in questo ambito. Gli Stati Uniti in realtà in questa diversa classifica sono solo 15esimi. I 44,34 miliardi impegnati rappresentano solo il 6,55% dei circa 677 miliardi di euro di spese militari americane, le più alte del mondo.

In rapporto alla propria forza militare l’Italia ha dato più della Francia

In generale sono stati i Paesi dell’Est e del Nord Europa a dare più armi all’Ucraina in relazione alle proprie possibilità. Oltre a quelli baltici hanno allargato molto i cordoni della borsa la Polonia e la Bulgaria (erogando il 20,97% e il 23,34% dei rispettivi budget per la difesa), la Repubblica Ceca e la Slovacchia (13,83% e il 13,12%), o la Svezia e la Norvegia (8,25% e 8,46%). I 660 milioni donati dall’Italia in armi corrispondono al 2,44% dei circa 32 miliardi di dollari e quindi dei 27,1 miliardi di euro spesi dal nostro Paese per il funzionamento delle Forze Armate.

È una percentuale inferiore a quella della Germania, che, criticata agli inizi dagli ucraini per la ritrosia ad aiutarli, alla fine ha inviato in armamenti l’equivalente del 4,98% del proprio budget per la difesa. Allo stesso tempo è però superiore a quella della Francia: nonostante l’attivismo del presidente Macron i 660 milioni stanziati da Parigi rappresentano solo l’1,38% di tutta la sua spesa statale in questo ambito. In coda, con lo 0,48% anche la Spagna.

Il confronto con le precedenti guerre

L’Ifw svolge anche un interessante confronto tra lo sforzo finanziario e militare attuale in aiuto all’Ucraina e quello in occasione delle precedenti guerre che hanno coinvolto i Paesi occidentali. Qui i calcoli sono in rapporto al prodotto interno lordo. Stati Uniti e Regno Unito hanno speso l’equivalente del 0,21% e del 0,18% del proprio Pil a favore della difesa ucraina, meno di quanto stanziato dagli americani in Afghanistan, mediamente lo 0,25% annuo tra il 2001 e il 2010, o in Irak, il 0,67%. Nella guerra del Vietnam tra il 1969 e il 1975 ogni anno gli Usa hanno sborsato in armamenti l’equivalente del 0,96% della propria economia. Ancora più dispendiosa per Washington era stata la Guerra del Golfo del 1990-1991, in cui era stato impegnato lo 0,99% del Pil.

Anche la Germania allora aveva speso molto più di oggi, il 0,55% del proprio prodotto interno lordo, ora meno dello 0,1%. Da tenere a mente, naturalmente, è che ora non vi è un coinvolgimento diretto degli eserciti occidentali, ma questi numeri indicano che in linea teorica a livello finanziario sarebbe possibile un impegno ancora maggiore da parte degli Usa e dei suoi alleati.

Non solo armi, tutto l’aiuto umanitario e finanziario all’Ucraina

Tutti questi calcoli riguardano però solo il valore delle armi inviate in Ucraina, ma Kiev sta ricevendo anche altre tipologie di aiuti, principalmente di tipo finanziario e umanitario. I primi ammontano finora a 66,21 miliardi e i secondi a 12,08. In questo caso a fare la parte del leone sono gli europei. La Ue in quanto tale ha stanziato 30,32 miliardi per aiutare le casse statali esangui dell’ex repubblica sovietica, mentre gli Usa 25,11. Vi è però un’importante differenza: quelli di Washington sono “grants”, a fondo perduto, mentre quelli di Bruxelles sono quasi tutti prestiti, da restituire un domani. L’Italia a livello puramente bilaterale ha dato (o promesso) 330 milioni, di cui 200 milioni sotto forma di credito. In questo ambito il nostro Paese ha quasi totalmente delegato all’Unione Europea.

Per i rifugiati dall’Italia solo 740 milioni (8,36 miliardi dalla Polonia)

Lo stesso ha fatto in relazione agli aiuti umanitari: abbiamo dato solo 50 milioni, contro il miliardo e 600 milioni della Ue. In questo caso in testa vi sono gli Usa, con 3,72 miliardi di euro, e la Germania che a livello bilaterale si è impegnata per 2,5.

A tutti questi esborsi vanno aggiunti quelli per la gestione dei rifugiati, 27,32 miliardi in tutto. A sostenere più della metà del costo degli aiuti a coloro che fuggono dall’Ucraina sono due Paesi: Germania e Polonia, che hanno stanziato rispettivamente 6,81 e 8,36 miliardi. L’Italia ne ha versati o promessi solamente 740 milioni.

I dati si riferiscono al 2022-2023

Fonte: Kiel Institute For the World economy