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Un anno di GDPR: Ansip, “A conoscenza del Regolamento il 67% dei cittadini Ue” (In Italia il 49%)

Sabato prossimo, 25 maggio 2019, l’Unione europea festeggia il primo anno di GDPR (General Data Protection Regulation), il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati entrato in vigore, in tutto i Paesi membri, proprio il 25 maggio 2018.

Oggi, però, sono stati pubblicati i primi risultati di uno speciale Eurobarometro sulla protezione dei dati che raccoglie i pareri di più di 27.000 persone in tutta Europa, mentre il 13 giugno prossimo, la Commissione europea pubblicherà i risultati completi in occasione di un evento dedicato.
In Europa il 67% dei cittadini è a conoscenza del Regolamento, o comunque ne hanno sentito parlare, mentre il 57% sa che nel suo Paese c’è un’autorità pubblica che opera a difesa dei dati personali (come nel nostro caso il Garante Privacy).

I Paesi più virtuosi sono la Svezia e l’Olanda, in generale il Nord Europa e la Scandinavia, male l’Italia: il 49% dei cittadini ha sentito parlare del GDPR e appena il 17% sa esattamente di cosa si tratta.
Peggio di noi la Francia, con il 44% dei cittadini che è a conoscenza del Regolamento e il 18% che sa di cosa di tratta.

Soddisfatto dei risultati, seppur parziali, Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e responsabile per il Mercato unico digitale, che, assieme a Věra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: “Queste norme rivoluzionarie non solo hanno adeguato l’Europa all’era digitale, ma sono anche diventate un punto di riferimento a livello internazionale.
Il loro obiettivo principale è consentire alle persone di avere un ruolo attivo e aiutarle ad ottenere un maggiore controllo sui loro dati personali. Ciò sta già avvenendo in quanto le persone iniziano a esercitare i loro nuovi diritti e più di due terzi degli europei hanno sentito parlare del regolamento”.

Per quanto riguarda le violazioni, il GDPR conferisce alle autorità nazionali tutti gli strumenti utili per combatterle: “In un anno, per esempio, il neocostituito comitato europeo per la protezione dei dati ha registrato oltre 400 casi transfrontalieri in Europa. Ciò conferma il vantaggio supplementare offerto da questo regolamento, poiché la protezione dei dati non si ferma ai confini nazionali”.

In termini di informazione, comprensione e conoscenza del Regolamento, Ansip e Jourová hanno precisato che, secondo i dati dell’Eurobarometro, oggi: “quasi sei persone su dieci sanno che esiste un’autorità competente per la protezione dei dati personali nel loro paese. Si tratta di un aumento significativo rispetto al 2015, quando erano quattro persone su dieci. Le autorità competenti per la protezione dei dati personali svolgono un ruolo essenziale perché il regolamento generale sulla protezione dei dati dia risultati concreti”.

Rivolgendosi ai mercati, infine, alle imprese e le industrie, infine, i due rappresentanti della Commissione hanno commentato: “Il regolamento generale sulla protezione dei dati ha modificato lo scenario in Europa e oltre i nostri confini. Ma la sua applicazione è un processo dinamico e non avviene da un giorno all’altro. La nostra priorità principale per i prossimi mesi è garantire un’attuazione corretta ed equa negli Stati membri. Esortiamo gli Stati membri a rispettare la lettera e lo spirito del regolamento al fine di creare un contesto prevedibile e di evitare oneri inutili per i portatori di interessi, in particolare per le piccole e medie imprese. Continueremo inoltre a collaborare strettamente con il comitato europeo per la protezione dei dati e le autorità nazionali per la protezione dei dati, nonché con le imprese e la società civile per affrontare le questioni più scottanti e agevolare l’attuazione delle nuove norme.
Il nuovo regolamento è diventato la base normativa che plasma la nostra risposta in tanti altri settori in Europa. Dall’intelligenza artificiale allo sviluppo delle reti 5G, passando per l’integrità delle nostre elezioni, le norme severe sulla protezione dei dati contribuiscono allo sviluppo delle nostre politiche e di tecnologie che si basano sulla fiducia dei cittadini.
I principi del regolamento generale sulla protezione dei dati si stanno inoltre diffondendo oltre i confini dell’Europa. Dal Cile al Giappone, dal Brasile alla Corea del Sud, dall’Argentina al Kenya, vediamo emergere nuove leggi sulla tutela della vita privata”.

In Italia, a partire dal 20 maggio 2019, è terminato il periodo di adeguamento, della cosiddetta “applicazione attenuata“, cosa che determina per le organizzazioni, da lunedì scorso, la possibilità di multe e sanzioni in caso di violazione del Regolamento generale.
Non che sino ad oggi le multe non venivano comminate, tutt’altro, ma l’importo era decisamente ridotto, proprio per andare incontro alle aziende nel periodo di studio e applicazione del GDPR.
Ora, dal 20 maggio in poi, gli importi saranno pieni, anche quelli massimi.

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