Key4biz

UE, vertice sicurezza economica. Dopo il gas russo le batterie cinesi, rischiamo una nuova dipendenza?

Il problema delle forniture estere, dal gas alla mobilità elettrica

L’Unione europea (Ue) tenta di scrollarsi di dosso l’abbraccio della Cina, almeno in termini di politica economica. La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, l’ha detto chiaro e tondo in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione: “Ridurre i rischi senza che si verifichi un disaccoppiamento”, cioè, cooperare su più fronti, ma in piena autonomia ed indipendenza su alcune tematiche considerate strategiche.

L’Ue non può fare a meno della Cina, ma allo stesso tempo non deve creare legami troppo forti, o dipendenze economico-commerciali che potremmo un giorno pagare care. Il pensiero di tutti corre facilmente al rapporto che abbiamo stretto con Mosca per le forniture di gas.

Attualmente, uno dei campi di maggiore interesse economico, finanziario e tecnologico che ci vede come Europa confrontarci con la Cina è quello della mobilità elettrica e delle batterie.

È proprio qui che la Presidente della Commissione europea ha centrato il suo intervento, accusando senza mezzi termini Pechino di pratiche commerciali scorrette sul mercato interno europeo.

Batterie. Evitare la dipendenza dalla Cina, diversificare le forniture

In più, secondo quanto riportato da un articolo della Reuters, l’Ue teme di esporsi troppo verso Oriente per quel che riguarda le batterie, in particolare agli ioni di Litio e a celle a combustibile.

Il quotidiano online ritiene, in base a fonti interne a Bruxelles, che questo sarà il tema centrale del prossimo vertice della Comunità politica europea che si terrà il prossimo 5 ottobre a Granada, in Spagna, con focus su come rendere l’Europa più resiliente, prospera e geostrategica.

Fondamentalmente, l’Europa invece che affidarsi alla Cina dovrebbe diversificare le proprie forniture estere verso i Paesi dell’Africa e dell’America Latina.

Maggiore la dipendenza dall’estero, più debole il sistema economico-produttivo europeo

Nella bozza di documento preparata dalla presidenza spagnola dell’Unione, che la Reuters ha potuto visionare in via preliminare, l’Europa avrà sempre più bisogno di batterie e sistemi di accumulo per ottimizzare la rete energetica che vedrà l’integrazione crescente delle fonti energetiche rinnovabili, con una domanda che potrebbe crescere anche di 30 volte rispetto quella attuale entro il 2040.

Senza l’attuazione di misure forti, entro il 2030 l’ecosistema energetico europeo potrebbe manifestare una dipendenza dalla Cina di natura diversa, ma con una gravità simile, rispetto a quella che aveva nei confronti della Russia prima dell’invasione dell’Ucraina“, è scritto nel documento, secondo quanto riportato dal quotidiano online.

Nel testo, infine, si chiarisce che nonostante la forza dell’Unione in diversi settori industriali ed economici strategici, il pericolo di creare dipendenze dall’estero è sempre presente almeno fino al 2030.

Il problema è che maggiore è la dipendenza dalle forniture straniere, maggiore la vulnerabilità economica ed industriale del continente. Una condizione di debolezza che poi si ripercuote violentemente sull’economia reale, le imprese e le famiglie.

L’allarme della Corte dei Conti dell’UE

Sotto l’impulso di norme sempre più stringenti sui livelli di emissioni di CO2, la capacità di produzione degli elementi di batteria agli ioni di litio si sta rapidamente sviluppando nell’UE-27 e potrebbe passare da 44 gigawattora nel 2020 a circa 1 200 entro il 2030. Tuttavia, l’effettivo aumento della capacità non è garantito e potrebbe essere messo a rischio da fattori geopolitici ed economici, si legge nella Relazione speciale della Corte dei Conti europea.

La catena del valore delle batterie dell’UE continua a dipendere in larga misura dalle forniture da paesi non-UE. Per i produttori dell’UE si profila il rischio di una penuria di materie prime per batterie a partire dal 2030, a causa dell’effetto combinato dell’aumento della domanda mondiale, per lo più associato all’elettrificazione dei trasporti su strada, e dei limiti dell’offerta interna di materie prime nell’UE, che è sia scarsa che rigida.

Exit mobile version