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Ue infligge a Google una multa da 2,95 miliardi di euro: “Stop agli abusi nella pubblicità online”

Super multa a Google, l’Ue alza la voce

La Commissione europea ha multato Google. L’esecutivo comunitario ha annunciato una nuova sanzione da 2,95 miliardi di euro contro il colosso statunitense, con l’accusa di abuso di posizione dominante nel mercato della pubblicità online, favorendo sistematicamente i propri servizi a discapito dei concorrenti. E’ una delle sanzioni più alte mai inflitte alla Big Tech in Europa.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Bruxelles accusa Google di aver “autopreferito” i propri servizi di display advertising, limitando di fatto la concorrenza e rafforzando ulteriormente la propria posizione dominante nell’intera filiera dell’ad tech.

Google deve ora presentare un rimedio serio per affrontare i suoi conflitti di interesse, e se non lo farà non esiteremo a imporre rimedi forti”, ha dichiarato la commissaria alla Concorrenza Teresa Ribera, avvertendo che, in caso di mancata collaborazione, la Commissione potrebbe arrivare a imporre la cessione di parti del business pubblicitario.

Google ha 60 giorni di tempo per comunicare come intende conformarsi alla decisione.

La replica di Mountain View

La reazione di Google è stata immediata. “La Commissione impone una multa ingiustificata e richiede cambiamenti che danneggeranno migliaia di imprese europee, rendendo più difficile per loro generare ricavi”, ha dichiarato Lee-Anne Mulholland, vicepresidente e responsabile globale degli affari regolatori del gruppo. L’azienda ha inoltre confermato che presenterà ricorso.

Il gigante californiano ha denunciato la misura come esempio di un’applicazione “disproporzionata” delle regole europee nei confronti delle big tech americane, in linea con le critiche già espresse da altre società come Meta.

Ombre sui rapporti UE–USA

La decisione è maturata in maniera poco chiara e certamente in un contesto di tensioni crescenti tra le due sponde dell’Atlantico. Secondo fonti comunitarie, l’annuncio era inizialmente previsto per lunedì, ma è stato bloccato all’ultimo minuto dal commissario al Commercio Maroš Šefčovič, preoccupato delle ripercussioni sulle relazioni economiche con Washington.

Il rischio è quello di una nuova escalation nelle tensioni transatlantiche. Solo poche settimane fa, infatti, Donald Trump aveva minacciato tariffe ritorsive contro i Paesi che introducono tasse o regolamenti punitivi nei confronti delle aziende tecnologiche americane.
E di certo non è un caso che lo stesso Presidente americano abbia di nuovo annunciato un “ritocco verso l’alto dei dazi sulle importazioni di semiconduttori”, che andranno a colpire anche l’Europa.

Mercoledì, Šefčovič ha chiarito di non voler interferire con il lavoro della commissaria Ribera, ribadendo di aver avuto “contatti regolari negli ultimi giorni” e di “sostenere pienamente l’indagine”, ma allo stesso tempo ha ricordato che “le procedure interne della Commissione esistono per una ragione”.

Una vicenda che a questo punto, ci aspettiamo, sicuramente aprirà un nuovo capitolo di polemiche tra Stati Uniti e Commissione europea, con probabili conseguenze in termini di nuove fibrillazioni commerciali.

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