Low carbon economy

UE ambiziosa sul clima, economia a impatto ambientale zero entro il 2050

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Efficienza energetica, fonti rinnovabili, economia circolare, mobilità pulita, infrastrutture e interconnessione, cattura e stoccaggio della CO2, l’economia europea dovrà essere al 100% green oriented per tenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C.

Adottata in settimana la “2050 long-term strategy”, una nuova strategia da parte della Commissione europea, “ambiziosa, moderna e competitiva“, tesa a sviluppare “un’economia a zero impatto ambientale e climatico entro il 2050”.

Un’Europa più pulita in un pianeta più vivibile: “Non è possibile vivere in sicurezza su un pianeta in cui il clima è fuori controllo. Ma ciò non significa che per ridurre le emissioni dovremo ridurre anche il livello di vita degli europei”, ha dichiarato in una nota vicepresidente Maroš Šefčovič, responsabile per l’Unione dell’energia.

Negli ultimi anni abbiamo dimostrato come sia possibile ridurre le emissioni, creando al contempo ricchezza e nuovi posti di lavoro di qualità a livello locale e migliorando la qualità della vita dei cittadini”, ha aggiunto Šefčovič, “è inevitabile che l’Europa continui a trasformarsi e la nostra strategia dimostra ora che è realistico rendere l’Europa prospera e a impatto climatico zero entro il 2050, senza lasciare indietro nessun cittadino o regione europea”.

La strada verso un’economia a impatto climatico zero richiede di intervenire congiuntamente in sette ambiti strategici: efficienza energetica; diffusione delle energie rinnovabili; mobilità pulita, sicura e connessa; competitività industriale e economia circolare; infrastrutture e interconnessioni; bioeconomia e pozzi naturali di assorbimento del carbonio; cattura e stoccaggio del carbonio per ridurre le emissioni rimanenti.

Abbiamo presentato una strategia che dovrebbe rendere l’Europa la prima grande economia mondiale a impatto climatico zero entro il 2050. L’impatto climatico zero è necessario, possibile e nell’interesse dell’Europa”, ha commentato Miguel Arias Cañete, commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia.

È nell’interesse dell’Europa mettere fine alla spesa per le importazioni di combustibili fossili e investire per migliorare significativamente le condizioni di vita quotidiana degli europei”.

Una decisione, questa della Commissione, presa a pochi giorni dall’inizio della COP24, che si terrà a partire dal 3 dicembre a Katowice, in Polonia.

La visione della Commissione per un futuro a impatto climatico zero copre quasi tutte le politiche europee ed è in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di mantenere l’aumento di temperatura ben al di sotto di 2°C. Attraverso la nuova strategia proseguono inoltre gli sforzi per mantenere tale valore a 1,5°C.

Perché l’UE possa ambire ad un ruolo guida a livello globale in materia di impatto climatico zero, tale obiettivo deve essere conseguito entro il 2050.

Secondo l’Eurobarometro di novembre, il 93% degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia provocato dalle attività umane e l’85% concorda sul fatto che la lotta al cambiamento climatico e un uso più efficiente dell’energia possano creare crescita economica e posti di lavoro in Europa.

Ora, la visione dell’Unione europea (Ue) per un intero continente a impatto climatico zero entro il 2050 dovrà essere vagliata dal Consiglio europeo, dal Parlamento europeo, dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale, con l’obiettivo di coinvolgere sul tema i capi di Stato e di governo dell’Unione europea in occasione del Consiglio europeo del 9 maggio 2019 a Sibiu.

Il dibattito informato condotto su scala Ue dovrebbe consentire a quest’ultima di adottare e presentare all’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change – Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) una strategia ambiziosa entro i primi mesi del 2020, come esige l’accordo di Parigi.

Entro la fine del 2018, gli Stati membri presenteranno alla Commissione europea i rispettivi progetti di piani nazionali per il clima e l’energia, che sono fondamentali per conseguire gli obiettivi al 2030.