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Twitter, in arrivo il fact checking ai politici. Così il video fake di Bloomberg non avrebbe 4 milioni di views

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Il social sta sperimentando l'inserimento di etichette di color arancione e rosso sui tweet che diffondono informazioni false o ingannevoli scritti da politici e figure pubbliche e la conseguente riduzione della visibilità su Twitter. Se fosse già disponibile il video fake del candidato democratico Usa Bloomberg non avrebbe 4 milioni di visualizzazioni.

Il fact checking dei tweet dei politici e personaggi pubblici, in questo modo Twitter, invece Facebook è contrario, punta a contrastare la disinformazione online anche in vista delle elezioni presidenziali statunitensi 2020. Va in questa direzione il tool che il social network sta sperimentando: l’inserimento di etichette di color verde per un tweet con informazioni corrette, ed arancione e rosso sui messaggi che diffondono informazioni false o ingannevoli scritti da politici e figure pubbliche e la conseguente riduzione della visibilità su Twitter.

La demo del tool di Twitter per il fact checking ai politici

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Nel dettaglio dalla nuova funzione, visibile da una demo pubblicata da Nbc News, è possibile vedere un badge arancione, quasi nelle stesse dimensioni del tweet stesso, per i tweet che sono considerati “ingannevolmente fuorvianti”.

Nella foto leggiamo il tweet del senatore Bernie Sanders, candidato alle primarie democratiche per le presidenziali:”

“Il 40% delle armi in questo Paese è venduto senza alcun controllo dei precedenti penali. Dobbiamo porre fine all’assurdità dello spettacolo delle armi”.

Il fact checking al tweet di Sanders

È etichettato come “misleading”, ingannevole, e così al tweet sarà ridotta la visibilità sul social network. Una buona strategia per non vietare la libertà d’espressione sul social, che non vuole, però, amplificare la fake news, che è stata smascherata da utenti verificati ed indicati con un badge ad hoc tipico della nuova comunità di fact checker di Twitter, che linkano la fonte da cui attingere i dati reali.  

In fondo ai tweet della demo si legge “Top reports”, che probabilmente porta a una sezione con i link alle varie fonti verificate, mentre il pulsante partecipa introdurrebbe il sistema di revisione comunitaria, in stile Wikipedia.

Il video fake di Bloomber visto oltre 4 milioni di volte

Un altro esempio. Questo video pubblicato da Mike Bloomberg sarebbe di sicuro etichettato come falso, perché durante il dibattito televisivo non è successo quello che si vede nel video, in cui Bloomberg che dice: “Sono l’unico qui ad aver avviato un’attività, a fare business?” Nei successivi 20 secondi si vedono gli altri candidati in silenzio, che non rispondono. È un fake. Durante il dibattito in Tv, Blomberg, dopo la domanda ha fatto solo una pausa e poi continuato a parlare. È quindi un video montato ad arte. Visto ad oggi 4 milioni di volte. 

Se il nuovo tool di Twitter fosse già disponibile questo video non avrebbe avuto tutta questa visibilità. Allora quando sarà online il fact checking dei tweet dei politici? In un primo momento Nbc News aveva indicato come data di lancio il 5 marzo, poi è stata costretta a rettificare il timing e a dire che “al momento c’è una data precisa”.

Ma l’indiscrezione sulla sperimentazione è stata confermata dallo stesso social network che ha ammesso come la demo rappresenti attualmente una delle tante soluzioni possibili allo studio. “Stiamo esplorando una serie di soluzioni per affrontare il problema della diffusione della disinformazione e fornire più contesto ai tweet su Twitter”, ha dichiarato un portavoce di Twitter, precisando: “La disinformazione è un problema cruciale e testeremo molte soluzioni differenti per affrontarlo”.

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