4 possibilità di risposta

Twitter e la lotta all’hate speech. 4 opzioni per far decidere agli utenti chi può rispondere ai tweet

di |

Il social network inizia a sperimentare le nuove funzionalità per consentire agli utenti di decidere chi può rispondere ai tweet: tutti gli iscritti alla piattaforma, solo le persone taggate, solo i follower o nessuno. L’obiettivo? Contrastare l’hate speech, fake news e troll.

Il suo co-fondatore e ceo Jack Dorsey l’ha promesso dal 2018 “rendere Twitter un posto più sano. Ci impegniamo ad aumentare la salute della conversazione pubblica per contrastare l’hate speech, le molestie, la disinformazione online, bot e troll”.

E la prima novità del 2020 del social network rientra in questa missione. Twitter ha annunciato che testerà dall’inizio di quest’anno nuove funzionalità per far decidere agli utenti chi può rispondere ai tweet, proprio per limitare le conseguenze negative nate insieme ai social.

Le 4 diverse impostazioni per le risposte

Secondo la presentazione del nuovo tool, avvenuta ieri al CES di Las Vegas, la società ha mostrato come gli utenti saranno in grado di scegliere quattro diverse impostazioni per le risposte:

  • Globale, che consentirebbe a chiunque di rispondere.
  • Gruppo, che consentirebbe le risposte delle persone seguite o taggate da un utente.
  • Panel, o persone menzionate in un tweet o in una dichiarazione
  • Nessuna risposta.

“Vogliamo aiutare le persone a sentirsi al sicuro partecipando alla conversazione su Twitter, dando loro un maggiore controllo sulle conversazioni che avviano”, ha dichiarato in un tweet la società, che già consente dalla fine del 2019 agli utenti di nascondere alcune risposte ai loro tweet. Infine il social permette agli iscritti sia di scegliere di non far retwittare i post sia la possibilità di rendere l’account privato, visibile solo dai follower.

Twitter lavora anche al progetto Blue Sky

Per il futuro questa non è l’unica novità a cui sta lavorando Twitter. È stato già annunciato il progetto Blue Sky,uno standard aperto e decentralizzato, quindi disponibile per tutti. In pratica, se una startup vorrà creare un’applicazione che mette insieme post di Twitter e Facebook, con la possibilità di pubblicare sia sull’uno che sull’altro social, potrebbe farlo. Un’idea che richiama agli albori del web 2.0 e prima dell’avvento delle piattaforme social concepite come degli ecosistemi chiusi.

“Twitter sta finanziando un piccolo team indipendente composto da un massimo di cinque architetti, ingegneri e designer open source per sviluppare uno standard aperto e decentralizzato destinato ai social media. L’obiettivo finale per Twitter è diventare un cliente di questo standard”, ha spiegato Dorsey, aggiungendo che “ci troviamo di fronte a sfide completamente nuove che le soluzioni centralizzate stanno lottando per affrontare”.
Ci vorrà del tempo”, ha concluso il ceo di Twitter.