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Tv, l’Agcom vuole nuove norme: ‘Troppe asimmetrie tra broadcaster e OTT’

Agcom

L’Agcom ha approvato un pacchetto di delibere, relatore il commissario Antonio Martusciello, riguardanti il settore televisivo e l’impatto sulle politiche regolamentari.

Nel mirino dell’Autorità le dinamiche e il futuro del mercato audiovisivo alla luce dell’avvento degli Over-The-Top, sempre più presenti con offerte online, e del ruolo sempre più presente delle telco in un settore finora dominato dai broadcaster.

La prima delibera riguarda, infatti, la chiusura dell’indagine conoscitiva sulla “Televisione 2.0 nell’era della convergenza” per verificare la coerenza della regolamentazione esistente con un mercato in profonda evoluzione.

L’indagine, riferisce l’Agcom, “ha fatto emergere l’esistenza di asimmetrie normative tra la televisione lineare e i nuovi servizi offerti via Internet e la necessità di ridefinire gli aspetti salienti dell’attuale disciplina”. 

Secondo il commissario Martusciello, “La produzione audiovisiva europea e indipendente è particolarmente interessata dai mutamenti strutturali del mercato televisivo. Tale settore presenta un impianto giuridico non in linea con l’evoluzione tecnologica e ciò determina potenziali inefficienze, come dimostra il sempre crescente numero di istanze di deroga che l’Agcom riceve”.

“Di conseguenza – precisa Martusciello – l’Autorità ha deciso di avviare su tale settore una specifica indagine conoscitiva con l’obiettivo di favorire un incontro più efficiente tra domanda ed offerta alla luce dell’aumento dei canali e dei soggetti operanti e, ove necessario, segnalare al Parlamento e al Governo l’esigenza di un aggiornamento del quadro normativo”.

Insieme a tale iniziativa, il commissario ricorda l’avvio di un percorso di razionalizzazione dei regolamenti vigenti attraverso uno schema di Testo unico che racchiude le delibere adottate in materia a partire dal 2009, semplificandole ed aggiornandole, che verrà sottoposto a consultazione pubblica.

“Gli interventi varati dall’Autorità – ha concluso Martusciello – sono legati tra loro dalla comune esigenza di pervenire, attraverso il confronto con tutti gli attori del mercato, ad un continuo aggiornamento della regolazione del settore dei servizi audiovisivi nel segno della proporzionalità ed efficienza, in coerenza con il processo di evoluzione della normativa dei media audiovisivi in atto anche in Europa e nell’ottica di garantire sempre di più gli interessi degli utenti e la corretta competizione tra le imprese”.

La massiccia presenza delle web company nel settore dei contenuti, l’arrivo in Italia di fornitori online come la spagnola Wuaki.tv, il vociferato ingresso di Netflix, il moltiplicarsi di accordi tra operatori tlc e broadcaster per la trasmissione della tv anche sulla fibra, il riorganizzarsi delle pay tv a partire da Sky e Mediaset, hanno rivoluzionato profondamente il comparto, rendendo necessari interventi regolamentari per fronteggiare la mutata offerta e i nuovi modi di fruire i servizi.

E se da un lato c’è chi chiede deregulation e flessibilità dall’altro c’è anche chi vorrebbe maggiori controlli che garantiscano regole uguali per tutti i fornitori di contenuti.

La tv sta cambiando velocemente e, per non perdere il treno dell’innovazione, serve che anche il quadro normativo segua questo processo, innovandosi e raccogliendo le novità.

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