switch off mpeg-2

TV digitale solo in MPEG-4 per liberare le frequenze per 5G

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Quali i vantaggi con lo switch off del vecchio standard di codifica MPEG-2 a favore di MPEG-4? Gli utenti possono usufruire di canali in HD e di nuovi servizi, solo utilizzando televisori o decoder compatibili a questa tecnologia.

Dal 21 dicembre 2022 tutti i canali televisivi via etere vengono trasmessi esclusivamente in MPEG-4: cosa consegna questo passaggio al pubblico? Quali sono le nuove sfide per il futuro prossimo?

Lo switch off del vecchio standard di codifica MPEG-2. Tutti i canali televisivi sono trasmessi in MPEG-4. Gli utenti possono usufruire di canali in HD e di nuovi servizi, solo utilizzando televisori o decoder compatibili a questa tecnologia.

Questa data è stata fissata da Confindustria Radio Televisioni ai primi di ottobre, per favorire la comunicazione al pubblico, e in particolare alle fasce più deboli, verso la sostituzione degli apparecchi più vecchi e verso i bonus disponibili per l’acquisto; e a beneficio delle altre imprese di sistema coinvolte nel processo (come i produttori di apparati e i rivenditori).

La comunicazione istituzionale per accompagnare questo ultimo passaggio è partita il 4 dicembre, mentre quella delle emittenti non è mai cessata, con spot, approfondimenti e sottopancia sui canali trasmessi con la vecchia tecnologia MPEG-2.

Anche per i contributi all’acquisto per gli utenti, come abbiamo documentato, c’è stata una data fissata – questa volta dal Ministero, quella del 12 novembre 2022 – per accedere al bonus TV/decoder e rottamazione TV (quest’ultimo accessibile a tutti), per esaurimento dei fondi destinati alla misura. Rimane tuttora in vigore la misura predisposta per i pensionati over 70 a basso reddito del decoder scontato consegnato a domicilio, in collaborazione con le Poste Italiane.

Verso la TV ibrida: la sfida della prominence

Questo passaggio, consegna alta qualità audio e video e ha permesso la liberazione di spazio frequenziale (la banda 700 MHz) per il 5G coordinata a livello europeo, che in realtà è stata la principale ragione per la transizione accelerata. Il tutto gratuitamente a tutti, è bene ricordarlo, per ricevere la televisione via etere non servono apparecchi ad hoc né abbonamenti e si accede a circa 200 canali gratuiti nazionali, oltre ai programmi locali.

Il futuro che la televisione gratuita riserva al pubblico in parte è già qui: un’offerta lineare declinata nel palinsesto di canali generalisti e tematici, sulla rete internet (streaming live, on demand, catch up, contenuti di archivio ed esclusivi), maggiore ibridazione fra radio e tv (visual radio/radiovisione/radio in TV), un’importante impronta social. Editori e brand consolidati, accanto a nuove proposte. Per gli investitori pubblicitari la televisione rimane un mezzo fondamentale per la comunicazione di massa, che offre certezza di metriche condivise e in rapida evoluzione verso una mappatura dei consumi anche sugli altri schermi. Il futuro è maggiore ibridazione, di contenuti e sui device – il Censis documenta l’alta diffusione degli smart Tv nelle abitazioni degli italiani – e il tema che si apre, cruciale, è quello di mantenere la prominence (visibilità, facilità di ricerca e accesso) di questo sistema mediatico su ricevitori, telecomandi,  e in generale interfacce hardware e software che (dis)-intermediano l’accesso connesso.