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Turismo al tempo del Covid, che cos’è la localizzazione digitale dei viaggiatori o PLF

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Non solo Green pass per viaggiare e spostarsi in Europa, questa estate, chiunque valichi i confini nazionali, in entrata o in uscita, dovrà portare con sé il PLF digitale: si mostra sullo smartphone e serve alle autorità nazionali per raccogliere informazioni sugli spostamenti e tenerne traccia nel caso in cui si entri in contatto con persone positive o zona di maggiore diffusione del virus.

Non solo Green pass, si allunga la lista dei documenti per chi viaggia

Fare un viaggio di piacere o di lavoro al tempo del Covid-19 non è proprio una cos semplice. Le nuove varianti del virus hanno subito fatto breccia tra le tante crepe nel muro delle vaccinazioni, innalzato in fretta e furia in tutti gli Stati europei, dilagando di nuovo e mettendo in allarme Governi ed Istituzioni sanitarie locali.

Per far fronte all’emergenza sanitaria e allo stesso tempo economica, oltre al Green pass, in Europa è stato attivato un nuovo strumento di contrasto alla pandemia, utile per rendere più sicuri possibili gli spostamenti all’interno degli Stati dell’Unione, il modulo di localizzazione del passeggero (Passenger Locator FormPLF) in formato digitale.

Si tratta di un altro documento di cui non può fare a meno chiunque abbia intenzione di fare un viaggio in alcuni Paesi europei e per chiunque voglia entrare nel nostro.

Serve il PLF digitale per viaggiare

Anche in Italia, infatti, tramite ordinanza del 16 aprile, il ministero della Salute ha previsto l’attivazione del PLF alle frontiere, quindi presso ogni aeroporto. In generale, chiunque faccia ingresso in Italia dall’estero per una qualsiasi durata del soggiorno, a bordo di qualunque mezzo di trasporto, è tento a compilare il documento.

Tra gli altri Paesi che richiedono il PLF ci sono, ad esempio, la Grecia, la Spagna, Malta, Cipro, il Regno Unito, la Croazia, l’Irlanda, il Portogallo.

Come recita il nome, il modulo per la localizzazione del passeggero serve alla raccolta di informazioni sull’itinerario del viaggio, tra cui il recapito telefonico e l’indirizzo presso cui sarà effettuato il soggiorno in territorio italiano.

Questo, a detta del ministero, consentirà all’autorità sanitaria nazionale di tracciare ulteriormente gli spostamenti dei turisti e monitorare il loro stato di salute: “per permettere all’Autorità Sanitaria di contattare tempestivamente il passeggero, qualora esposto ad una malattia infettiva diffusiva durante il viaggio in aereo”, si legge sul sito del dicastero.

Che cos’è il PLF e come si compila

Si fa tutto online. Basta collegarsi al sito web EU PLF e seguire la procedura guidata, compilando in ogni sua voce il modulo e dando l’invio finale. Successivamente il passeggero riceverà via email (precedentemente indicata come canale preferenziale) il dPLF, il PLF digitale, in formato pdf eo QRcode.

Il documento si potrà mostrare al momento dell’imbarco o ad ogni richiesta di controllo direttamente sullo smartphone.

Ogni adulto è tenuto ad avere sempre con sé questo documento, in caso di minore si procederà alla registrazione nel modulo dell’adulto accompagnatore.

Per il trattamento dei dati personali, che non è mai cosa di poco conto, si è invitati a prendere conoscenza dell’Informativa sulla privacy del Paese di destinazione, in base alla quale avviene sia la raccolta sia il trattamento dei dati personali del viaggiatore.

Primi problemi a Malpensa

Ovviamente, è specificato dal ministero, sarà compito delle compagnie aeree, dei tour operator e delle agenzie di viaggio a cui ci si affida per qualche giorno di meritato risposto dare ogni informazione necessaria per rendere questa operazione semplice e veloce.

Purtroppo, il Codacons ha già riportato la notizia di ritardi e confusione all’imbarco presso l’aeroporto di Malpensa e non solo per i tanti viaggiatori che non erano a conoscenza dell’obbligo del PLF, che va compilato necessariamente prima della partenza.