Finestra sul mondo

Trump minaccia di ricorrere ai suoi poteri presidenziali sul Russiagate, Macron annuncia la soppressione della exit tax, Nucleare Iran

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

“Russiagate”, presidente Trump minaccia di ricorrere ai suoi poteri presidenziali

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Il presidente Donald Trump ha minacciato oggi di ricorrere ai suoi poteri di capo della Casa Bianca e di intervenire sul dipartimento di Giustizia in merito all’inchiesta Russiagate condotta dal procuratore speciale Robert Mueller. Su Twitter Trump ha scritto di un “sistema truccato”: “Non vogliono consegnare documenti al Congresso. Di cosa hanno paura? Perche’ cosi’ tanti omissis? Perche’ questa ‘giustizia’ iniqua? Ad un certo punto non avro’ altra scelta che usare i poteri garantiti alla presidenza ed essere coinvolto!”, ha detto Trump, riferendosi al rifiuto del viceprocuratore generale, Rod Rosenstein, di fornire al Congresso i documenti da cui si evincerebbe la vera portata delle indagini condotte dal procuratore speciale Mueller. Circa due ore prima, Trump ha citato un ex procuratore federale, Joe Digenova, in merito alle domande che gli dovrebbe sottoporre Mueller: “Le domande sono un’intrusione rispetto ai poteri del presidente. L’articolo 2 della Costituzione gli conferisce di poter licenziare qualunque dipendente dell’Esecutivo”. Sarebbero 49 le domande che Mueller intende rivolgere a Trump che vanno dai suoi Tweet, ai rapporti con la famiglia e i piu’ fidati collaboratori. Al centro dei quesiti il licenziamento del direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi) James Comey e del primo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, nonche’ i rapporti con il ministro della Giustizia Jeff Sessions e i suoi possibili affari immobiliari a Mosca con il suo legale personale Michael Cohen.

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Usa, detenuto di Guatanamo trasferito in Arabia Saudita

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Ahmed Mohammed al Darbi, prigioniero nel carcere statunitense di Guantanamo a Cuba e’ il primo detenuto ad essere trasferito da quel penitenziario speciale quando il presidente Donald Trump si e’ insediato alla Casa Bianca. Il Pentagono ha annunciato ieri che al Darbi verra’ trasferito in Arabia Saudita. L’uomo, sarebbe dovuto rientrare in Arabia Saudita gia’ lo scorso 20 febbraio. Davanti ad una commissione militare nel 2014 al Darbi si era dichiarato colpevole di aver attaccato per contro di al Qaeda una petroliera francese. Gli restano circa nove anni di pena da scontare che trascorrera’ presso un centro di riabilitazione, in cambio della sua testimonianza contro altri detenuti di Guantanamo. La notizia del trasferimento giunge a poche dalla consegna alla Casa Bianca, da parte del segretario alla Difesa statunitense, Jim Mattis, delle nuove linee guida sui criteri per i trasferimenti di detenuti al carcere di Guantanamo a Cuba. “La nuova politica fornisce linee guida sul conferimento di detenuti a Guantanamo in caso si tratti di persone che rappresentano una continua e rilevante minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”, ha dichiarato il comandante Sarah Higgins. Mattis ha agito in accordo con quanto gli era stato richiesto dal presidente Donald Trump che, ribaltando la decisione del suo predecessore, aveva firmato un ordine esecutivo per mantenere aperto il carcere. Il 30 gennaio scorso, in occasione del discorso annuale del presidente davanti al Congresso, Trump aveva annunciato di aver dato mandato a Mattis di “riesaminare la politica della detenzione militare e di mantenere aperto e in funzione il carcere di Guantanamo” affinche’ in “molti casi” i terroristi catturati fossero destinati in quel penitenziario.

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Spagna, Eta annuncia scioglimento di tutte le strutture

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – L’organizzazione terroristica basca, Eta, ha annunciato in una lettera datata 16 aprile la decisione di porre fine al ciclo storico di attivita’ e di smantellare completamente “tutte le strutture”. Lo riferiscono i principali quotidiani spagnoli, che riportano il contenuto della lettera inviata dall’Eta alle varie istituzioni spagnoli e agli esponenti politici, nella quale si sottolinea che “l’Eta ha completamente smantellato tutte le sue strutture e ha chiuso la sua iniziativa politica”. Previsto per domani, o venerdi’ secondo le informazioni pubblicate dal quotidiano basco “Gara”, un evento nel sud della Francia che segnera’ la chiusura definitiva dell’organizzazione. L’Eta ha segnato un triste record nella storia della Spagna con 826 morti e quasi centomila persone rapite o vittime di estorsione, e il quotidiano “Abc” ha deciso di dar voce anche alle vittime dell’attivita’ dell’organizzazione basca pubblicando diverse interviste di orfani, vedove, parenti e sopravvissuti da tutta la Spagna che prendono la parola per dire come siano cambiate loro vite. Il quotidiano “El Mundo” aggiunge inoltre che David Pla, l’ultimo capo dell’Eta ora in prigione, dirigera’ l’associazione incaricata di gestire l’immagine del gruppo dopo la dissoluzione. Secondo “La Vanguardia”, fonti informate del processo hanno assicurato che l’Eta trasmettera’ oggi un video registrato a Ginevra in cui confermera’ lo scioglimento. La trasmissione della registrazione sara’ effettuata attraverso la “Bbc” e verra’ preceduta da un incontro tra i membri dell’Eta e agenti internazionali, con l’intermediazione della Fondazione Henri Dunant che verifichera’ l’annuncio finale.

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Francia, il presidente Macron annuncia la soppressione della exit tax

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato in un’intervista rilasciata alla rivista statunitense “Forbes” di voler sopprimere la “exit tax”, la tassa nata nel 2011 per dissuadere il trasferimento della residenza fiscale all’estero. Lo riporta “Les Echos”, sottolineando la volonta’ da parte del capo di Stato francese di creare “un ambiente piu’ favorevole” per la creazione di nuove imprese. Il quotidiano economico ricorda che qualche mese fa Macron era gia’ stato etichettato come il “presidente dei ricchi” per aver eliminato l’imposta sulla fortuna. L’exit tax ha portato dal 2011 100 milioni di euro nelle casse dello Stato. Una cifra fornita dal Ministero dell’Economia e contestata da Consiglio dei prelievi obbligatori, un organo legato alla Corte di conti francese. Il quotidiano economico si chiede se la cancellazione di questa tassa e’ una misura veramente efficace per frenare la partenza delle imprese. “E’ piu’ l’instabilita’ fiscale che il peso delle imposte che spinge gli imprenditori a partire” nota Benjamin Homo, associato all’ufficio di avvocati Mayer Brown. “Quando una persona vuole lasciare la Francia, l’exit tax e’ un elemento di arbitraggio, ma non impedisce la partenza” ha poi aggiunto Homo.

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Francia, il presidente Macron in Nuova Caledonia per una visita dal forte significato politico

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, comincia oggi una visita di tre giorni in Nuova Caledonia. Secondo “Le Monde” si tratta di un viaggio dal forte significato “politico e simbolico”, mentre “Le Figaro” ricorda le tensioni tra indipendentisti e lealisti in vista del prossimo referendum previsto a novembre. I sondaggi al momento danno al 59,7 per cento gli anti-indipendentisti. L’Eliseo ha fatto sapere che Macron non dovrebbe esprimersi in merito al voto. I Repubblicani della Nuova Caledonia hanno criticato questa scelta richiedendo al capo di Stato una dimostrazione di “attaccamento alla Repubblica francese”. “Non ci puo’ essere una rottura nella nostra storia comune” disse il presidente lo scorso anno durante la campagna elettorale. “Il presidente non ha cambiato opinione. La dimostra meno chiaramente” afferma “Le Figaro”. Il quotidiano ricorda il viaggio di Macron in India a marzo e quello in Australia di questi ultimi giorni. Noumea rappresenta la “posizione francese nella regione”, dopo la costruzione dell’asse Parigi-Nuova Delhi-Canberra. Per questo, la Francia ha un interesse geopolitico nel mantenere la Nuova Caledonia.

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Israele, leader opposizione Lapid: “pagheremo prezzo alto” per dichiarazioni sul nucleare iraniano di Netanyahu

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Israele “paghera’ un prezzo alto” dopo la diffusione di informazioni riservate sul programma nucleare iraniano da parte del premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo ha detto oggi il leader del partito dell’opposizione Yesh Atid, Yair Lapid. La presentazione in diretta televisiva di Netanyahu e’ stata un “errore professionale”, ha spiegato il leader dell’opposizione. “All’interno della comunita’ dell’intelligence non c’e’ nulla di piu’ scioccante che la decisione di pubblicare” dati sensibili in televisione, ha spiegato Lapid. Pur ribadendo la sua opposizione all’accordo sul nucleare iraniano del 2015, Lapid ha sottolineato che il premier “sta commettendo errori che non ha commesso in passato”. Lapid, ex ministro delle Finanze del governo Netanyahu e ora suo rivale politico, ha fornito alla polizia prove evidenti, nell’ambito delle indagini per corruzione, secondo cui il primo ministro avrebbe cercato di modificare la legge sui redditi guadagnati all’estero da cittadini israeliani.

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Nucleare Iran, le accuse di Israele non mutano la posizione di Berlino

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), conferma il proprio sostegno all’accordo sul nucleare con l’Iran del 2015, nonostante le preoccupazioni di Israele e Stati Uniti e le accuse rivolte pubblicamente da Tel Aviv a Tehran. Merkel ha confermato mercoledi’ che la Germania conferma il proprio sostegno all’accordo, pur aprendo all’ampliamento delle discussioni e dei colloqui con l’Iran, alla luce dell’influenza e del ruolo di quel paese in Siria, del suo programma missilistico e del futuro del suo programma nucleare dopo la scadenza di alcune delle disposizioni dell’accordo. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fissato il 12 maggio come data ultima per una rinegoziazione dell’accordo, avvertendo che in caso contrario il suo paese potrebbe ritirare la propria adesione. Allo stesso tempo, la Merkel ha invitato Israele a consegnare rapidamente le informazioni sulle presunte violazioni degli impegni da parte dell’Iran all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in modo che possano essere esaminate. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accusato l’Iran di mantenere segretamente know-how e attrezzature per un futuro riavvio del proprio programma nucleare bellico, un’accusa che Tehran nega. Come Merkel, anche il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Heiko Maas (Spd), ha chiesto una rapida revisione da parte dell’Aiea delle informazioni divulgate dal premier israeliano, per stabilire se esistano effettivamente indicazioni di una violazione dell’accordo. Il ministro ha aggiunto che la sicurezza di Israele e’ “al centro della politica tedesca”. “Ecco perche’ analizzeremo attentamente le informazioni israeliane”, ha assicurato Maas. Pesanti critiche sono state rivolte al premier israeliano da alcuni politici tedeschi. Il cristiano democratico Norbert Roettgen (Cdu) lo ha accusato di “manovre ingannevoli”. Critiche sono giunte anche dal capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Cio’ che Netanyahu sta mostrando non e’ una novita’”, ha detto Ischinger al quotidiano “Bild”. Il responsabile degli Esteri dei Verdi presso il Parlamento, Juergen Trittin, ha descritto le rivelazioni di Netanyahu come “uno spettacolo di intelligence” per dare agli Stati Uniti “un pretesto per porre fine all’accordo”. Il capo dei deputati dell’Spd presso il Bundestag, Rolf Muetzenich, ha messo in guardia da drammatiche ricadute alla stabilita’ gia’ compromessa della regione mediorientale.

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Germania, la Brexit causera’ un aumento dei contributi di Berlino all’Ue

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Il commissario per il bilancio della Ue Guenther Oettinger, in una dichiarazione rilasciata alla tv tedesca “Ard”, ha previsto che nei prossimi anni la Germania dovra’ versare contributi supplementari al bilancio della Comunita’ europea per una cifra che va da 11 a 12 miliardi di euro all’anno. Circa quattro miliardi di euro sono necessari per colmare il divario dovuto alla Brexit previsto nel bilancio e per finanziare nuove attivita’ come la protezione delle frontiere esterne. Il resto e’ dovuto soprattutto all’inflazione. Gli stati dell’Unione sono chiamati a decidere quanti soldi mettere a disposizione dell’Ue e per quali attivita’ comunitarie. Secondo Oettinger occorre piu’ denaro, oltre che per la protezione delle frontiere esterne dell’Europa, anche per la difesa, la ricerca e la gioventu’ (Erasmus). Quasi tutti gli altri programmi dovranno essere tagliati, compresi gli aiuti agli agricoltori e alle regioni strutturalmente deboli. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz si e’ gia’ espresso negativamente in merito alle richieste di Oettinger. E’ probabile che i negoziati tra gli Stati membri durino diversi mesi, se non molto piu’ a lungo. Il governo tedesco ha gia’ annunciato di essere pronto a fornire maggiori contributi al bilancio della Ue, ma a condizione che l’Unione si concentri sui “compiti del futuro con un valore aggiunto europeo”. Secondo Bruxelles saranno necessarie da 1.200 a 10.000 nuove assunzioni per assolvere a tutti i nuovi compiti che la gestione dell’immigrazione comporta.

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I Paesi Bassi accusano Italia e Grecia di lasciar passare gli immigrati

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – L’Olanda accusa l’Italia e la Grecia di non registrare correttamente due terzi degli immigrati che arrivano sulle loro coste e questa gravissima mancanza costituisce un elemento di attrazione per l’immigrazione illegale ed ha messo a repentaglio l’area Shengen di libera circolazione in Europa: lo scrive il quotidiano inglese “The Times”, riferendo il contenuto di una lettera inviata all Commissione europea dal ministro olandese per l’Immigrazione, Mark Harbers; gli olandesi insomma contestano l’affermazione di Bruxelles secondo cui quasi il 100 per cento degli immigrati sbarcati in Italia ed in Grecia sarebbero stati identificati e gli sarebbero state rilevate le impronte digitali. “Il 95 per cento degli immigrati clandestini arrivati in Olanda provengono da altri paesi dell’area Schengen”, scrive il ministro olandese Mark Harbers: “Ebbene solo un terzo di questi e’ stato correttamente registrato in precedenza; cio’ significa che due terzi di essi riescono ad entrare in Europa ed a viaggiare nei paesi europei senza alcun controllo, nonostante tutte le misure prese”. La lettera prosegue rilevando come, in base alle regole Ue sul diritto d’asilo, in questa situazione l’Olanda non e’ messa in grado di rimandare i migranti nei paesi dove essi sono sbarcati: “Non possiamo far altro che garantire il soggiorno ad un gran numero di immigrati che coscientemente evitano di farsi registrare nel primo paese Ue in cui sono sbarcati”, denuncia il ministro Harbers, “e questo costituisce un elemento di grande attrazione per l’immigrazione illegale”. Oltre alle accuse rivolte ad Italia e Grecia, l’Olanda se la prende pure con la Polonia, l’Ungheria e gli altri paesi dell’Europa dell’Est che non si piegano all’obbligo delle quote stabilite dall’Ue per la condivisione del peso dell’accoglienza dei profughi: secondo il governo olandese, questo atteggiamento “deve avere un prezzo, i paesi che rifiutano la loro solidarieta’ e violano gli obblighi comunitari dovrebbero essere penalizzati e gli si dovrebbe tagliare i fondi europei”.

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Matteo Renzi spara contro un’alleanza con i Cinquestelle

03 mag 11:04 – (Agenzia Nova) – Dopo aver mantenuto un fragoroso silenzio a seguito della bruciante sconfitta patita nelle elezioni de 4 marzo scorso, l’ex primo ministro Matteo Rnzi e’ tornato sotto i riflettori con l’obbiettivo di impedire l’ultima possibile soluzione per dare all’Italia un governo, e cioe’ un’alleanza del Partito democratico (Pd) con il Movimento 5 stelle (M5s): ed ormai ci e’ quasi riuscito, scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times” in un articolo apparso oggi giovedi’ 3 maggio a firma del suo corrispondente da Roma James Politi. Il giornalista inglese ripercorre le ultime convulse fasi delle trattative politiche dopo il clamoroso esito del voto di marzo per giungere alla conclusione che, se la riunione della direzione del Pd in programma per oggi confermera’ la bocciatura di una alleanza con il M5s, allora aumenteranno di molto le chance di nuove elezioni. Nuove elezioni in autunno o agli inizi del 2019 significherebbe che l’Italia resterebbe per diverso tempo senza un esecutivo nel pieno dei poteri, sottolinea il “Financia Times”, approfondendo le preoccupazioni per l’anemica ripresa economica dell’Italia, per il sua alto debito pubblico e per il suo debole sistema bancario. Domani venerdi’ 4 maggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fara’ tuttavia un ultimo tentativo per dar vita ad un governo: le opzioni rimastegli sono un incarico dal leader della Lega e del centro-destra Matteo Salvini oppure un governo di unita’ nazionale guidato da un tecnici; quest’ultima soluzione pero’ e’ molto difficile da far ingoiare ai partiti populisti, M5s e Lega, usciti vincitori dalle elezioni di marzo. A questo punto, commenta James Politi, investitori e mondo politico si stanno chiedendo se sia meglio per l’Italia restare senza governo oppure se essere guidata da un governo populista; ma per Renzi ed i suoi seguaci nel Pd un accordo con il M5s non e’ mai stata un’opzione digeribile, qualunque sia l’alternativa: “Siamo un partito di centrosinistra”, dice al “Financial Times” la deputata renziana del Pd Alessia Morani, “mentre i Cinquestelle sono post-ideologici, vogliono distruggere la sinistra, hanno demonizzato le nostre politiche ed i nostri leader e ci hanno linciato sui media. Le differenze sono quasi antropologiche”.

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