Finestra sul mondo

Trump avverte il Canada sul Nafta, Pressione fiscale a livelli record in Spagna, L’ora legale in Portogallo

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Stati Uniti-Canada, Trump: Ottawa fuori senza un accordo equo su Nafta

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivolto un nuovo avvertimento al Canada, dopo la scadenza dei negoziati, conclusisi venerdi’ scorso, senza un accordo sull’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta): Ottawa verra’ esclusa se non si raggiungera’ un “giusto accordo per gli Stati Uniti”, ha detto Trump. “Non c’e’ alcuna necessita’ politica di mantenere il Canada nel nuovo Nafta. Se non raggiungiamo un buon accordo per gli Usa dopo decenni di abusi, il Canada sara’ fuori. Il Congresso non dovrebbe interferire con i negoziati o mettero’ fine al Nafta nella sua interezza e staremo molto meglio”, ha scritto Trump, ribadendo che il Nafta “e’ stato uno dei peggiori accordi commerciali mai siglati”. I colloqui tra il Canada e gli Stati si sono conclusi la scorsa settimana senza alcun accordo, ma sebbene i negoziati non siano riusciti a rispettare la scadenza fissata per il 31 agosto dal presidente Trump, i colloqui riprenderanno questa settimana. Legislatori e gruppi imprenditoriali e sindacali, il cui sostegno e’ stato di solito vitale per la ratifica di trattati commerciali, hanno avvertito che un accordo commerciale bilaterale solo col Messico – e dunque senza il Canada – potrebbe dover affrontare una dura battaglia in Congresso per la ratifica. Richard Trumka, presidente dell’American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations (Afl-Cio), la piu’ grande confederazione sindacale degli Stati Uniti formata da 55 sindacati nazionali ed internazionali e rappresentante di circa 12,5 milioni di lavoratori, ha detto di non essere ancora in grado di sostenere il nascente accordo commerciale tra Stati Uniti e Messico, e che considera controproducente la potenziale assenza del Canada.

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Spagna, il governo Sanchez aumenta la pressione fiscale a livelli record

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – La Spagna e’ a un passo dall’eguagliare il livello di entrate pubbliche raggiunto prima della crisi economica. Lo scrive oggi il quotidiano “Cinco Dias”, secondo cui cio’ potrebbe avvenire durante l’attuale esercizio fiscale. Dopo aver ottenuto 193.951 milioni di euro nel 2017, e se si manterra’ la crescita della riscossione del 3,8 per cento registrata alla chiusura del primo semestre, il Tesoro spagnolo arrivera’ quest’anno ad incassare oltre 200 miliardi di euro, la stessa cifra record del 2007. Nella fattispecie, le previsioni del governo si attestano a 210 miliardi ma se tale ammontare non dovesse essere raggiunto, come di solito accade, il governo di Pedro Sanchez presentera’ un nuovo pacchetto di imposte che portera’ il volume delle entrate al massimo storico. Secondo “Cinco Dias”, in Spagna, quattro euro per ogni dieci che entrano nelle casse pubbliche derivano dai redditi dei cittadini, rendendo l’Irpef la principale fonte economica dello Stato. Nel 2017, tale imposta ha fatto guadagnare oltre 77 miliardi di euro. Al secondo posto, c’e’ l’Iva, che apporta un terzo dell’ammontare totale, pari a 53.647 milioni di euro. A seguire, con un ampio distacco, l’imposta sulle societa’, attraverso cui il Tesoro riscuote il 12 per cento delle sue risorse, 23.143 milioni di euro.

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Ora legale e solare, il dibattito in Spagna e il caso del Portogallo

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Approfittando del dibattito aperto dalla Commissione europea sull’eliminazione del cambio dell’ora solare e legale, il governo di Pedro Sanchez sta valutando la possibilita’ di alterare il fuso orario nazionale e riportare la Spagna all’ora che le corrisponde. L’esecutivo socialista riunira’ un comitato di esperti per valutare gli effetti della correzione. Lo rende noto il quotidiano “El Mundo”, ricordano quanto accaduto in Portogallo dopo lo stop allo spostamento delle lancette. Era il 1992 quando il primo ministro Anibal Cavaco Silva decise di cambiare l’ora in modo unilaterale. Nei sette anni al governo di Lisbona, Cavaco Silva aveva presieduto a un periodo di crescita ma, entrando nelglianni ’90, l’economia locale aveva subito una battuta d’arresto. Fu allora che, nel tentativo di dare una scossa al mercato, penso’ di adottare l’orario di Spagna e Germania “recuperando” quelle due ore che il Portogallo perdeva a ogni inizio della giornata lavorativa. L’iniziativa, imposta con un decreto legge, porto’ a uno sfasamento di oltre due ore per cui in inverno alle nove del mattino era ancora buio mentre in estate il sole tramontava intorno a mezzanotte. Dal punto di vista economico non ci furono contraccolpi ma dal punto di vista sociale e politico si’. La misura causo’ un aumento di attacchi di ansia, di suicidi e un deterioramento della salute pubblica generalizzato tanto che nel 1995 Cavaco Silva subi’ una durissima sconfitta elettorale da parte del socialista Antonio Guterres che aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sul ritorno al vecchio orario.

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Brexit, offensiva finale dei ribelli Tory contro il piano della premier Theresa May

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il piano per la Brexit elaborato dalla premier britannica Theresa May e’ ormai appeso ad un filo sottile. Ad aprire la campagna d’autunno contro la strategia negoziale con l’Unione Europea messa a punto dal primo ministro e’ il controverso ex ministro degli Esteri britannico Boris Johnson: nella sua colonna d’opinione sul quotidiano conservatore “The Telegraph”, oggi lunedi’ 3 settembre Johnson definisce “impossibile” il successo del piano della May. Secondo l’esponente euroscettico del Partito conservatore, che all’inizio dell’estate diede le dimissioni da ministro degli Esteri proprio in polemica con il piano proposto dalla May in una ormai famigerata riunione del suo Gabinetto ristretto convocata nella tenuta dei campagna dei Chequers, la vittoria di Bruxelles nelle trattative con Londra e’ “inevitabile”: questo perche’, scrive Johnson, la Gran Bretagna sta entrando nella fase finale della battaglia negoziale “sventolando bandiera bianca”. Che l’articolo di Boris Johnson sia una vera e propria chiamata alle armi per i cosiddetti “Brexiteers” e’ dimostrato dal comunicato congiunto emesso nella serata di ieri domenica 2 settembre da ben venti deputati del Partito conservatore, che hanno annunciato pubblicamente l’intenzione di bocciare in Parlamento il piano-Brexit della premier. I ribelli Tory, tra i quali ci sono gli ex ministri Priti Patel e Iain Duncan Smith, si sono cosi’ apertamente schierati con il gruppo di pressione denominato “Stand Up 4 Brexit” (“In piedi per la Brexit”, ndr) che da tempo si batte per modificare l’attuale strategia negoziale del governo britannico con l’Unione Europea. Tutti i commentatori politici a Londra sottolineano la particolare vulnerabilita’ in Parlamento del governo guidato da Theresa May: dopo il disastroso esito delle elezioni del giugno 2017 per il Partito conservatore, alla Camera dei Comuni l’esecutivo potrebbe infatti cadere se anche solo sette deputati Tory dovessero votare contro il piano per la Brexit; e i ribelli affermano che almeno una sessantina di parlamentari sono pronti a fare proprio questo, anche se per ora non vogliono uscire allo scoperto. Secondo alcuni osservatori la doppia offensiva degli euroscettici sferrata proprio alla vigilia della ripresa dell’attivita’ parlamentare dopo le vacanze estive, domani martedi’ 4 settembre, ha in realta’ l’obiettivo di preparare il terreno al lancio di una sfida a Theresa May per la leadership del partito e del governo, che potrebbe concretizzarsi nel corso della conferenza annuale dei Conservatori che quest’anno si terra’ a Birmingham dal 30 settembre al 3 ottobre prossimi.

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Francia, aumenta la pressione sul governo per la riforma sul prelievo alla fonte

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron incontrera’ domani il ministro dell’Azione e dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, e il premier Edouard Philippe per discutere in merito alla riforma sul prelievo alla fonte per le imposte sui redditi. Ne parla “Les Echos”, sottolineando la pressione che questi giorni sta subendo l’esecutivo su questa misura. Sabato scorso “Le Parisien” ha pubblicato in esclusiva un documento interno alla Direzione generale delle finanze pubbliche, dove si afferma che sono stati riscontrati dei problemi durante i test. Dal canto suo, l’amministrazione fiscale ha negato l’esistenza di eventuali problemi. “Libe’ration” ricorda che Macron e Philippe potrebbero decidere di posticipare l’entrata in vigore della misura, inizialmente prevista per il primo gennaio del prossimo anno. Philippe ha gia’ espresso dei dubbi la scorsa settimana. Macron invece, si e’ mostrato piu’ prudente, chiedendo “ai ministri competenti di rispondere a tutte le domande che ancora si pongono prima di dare una direttiva finale”. Darmanin, invece, si mostra fiducioso e deciso ad andare avanti rispettando i tempi stabiliti. “Sono certo che le cose funzioneranno molto bene” ha detto il ministro nei giorni scorsi.

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Francia, il presidente Macron vuole rilanciare la sua immagine

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, punta sul rimpasto di governo per rilanciare la sua immagine al rientro dalla pausa estiva. Lo scrive “Les Echos”, spiegando che le dimissioni del ministro della Transizione ecologica e solidale, Nicolas Hulot, arrivate la scorsa settimana hanno sollevato parecchi dubbi in merito alla linea che il governo vuole adottare sui temi ambientali. La partenza di Hulot potrebbe provocare un rimpasto piu’ ampio che porterebbe a un cambiamento dell’intera “architettura” dell’esecutivo. Venerdi’ il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, ha affermato che la squadra dell’esecutivo sara’ “al completo martedi’”. Macron e il suo primo ministro, Edouard Philippe, hanno lavorato tutto il fine settimana a questa riorganizzazione. “La partenza di Nicolas Hulot segna un momento in cui bisogna fare un’analisi della situazione” afferma l’Eliseo. Tra i ministri che potrebbero lasciare la squadra di governo c’e’ quello della Cultura, Françoise Nyssen, coinvolta in uno scandalo legato alla sua casa editrice, Actes Sud, e Jacques Mezard, alla guida del dicastero della Coesione territoriale. Molti fedelissimi de presidente in questo momento stanno richiedendo un cambiamento nel metodo e nella linea politica del governo.

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Germania, necessario combattere il razzismo

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – La politica sull’immigrazione ha minato il clima sociale in Germania, secondo il parere del leader della Csu, Horst Seehofer. “Il Paese e’ un po’ cambiato”, ha detto il ministro dell’Interno alla “Bild am Sonntag”. “I limiti di tolleranza stanno diminuendo, i dibattiti diventano piu’ caldi. I timori e le preoccupazioni della popolazione sulla questione migratoria sono aumentati. L’argomento divide e polarizza la societa’ nel nostro Paese”, ha dichiarato. Il ministro ritiene che la Germania e l’Europa debbano proseguire i loro sforzi per trovare una soluzione comune alla questione dei rifugiati. “La sfida della migrazione ci terra’ impegnati per molti anni a venire. Sebbene i numeri siano diminuiti, le pressioni migratorie continuano. Abbiamo quindi urgentemente bisogno di una soluzione europea che purtroppo siamo ancora lontani dal trovare”. Nel frattempo il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Heiko Maas (Spd), ha invitato i cittadini a fare di piu’ nella lotta contro il razzismo e per la difesa della democrazia. “Sfortunatamente nella nostra societa’ c’e’ stato una pigrizia che dobbiamo superare”, ha detto alla “Bild am Sonntag”. “Pertanto dobbiamo alzarci dal divano e aprire le nostre bocche”, ha proseguito. Il ministro della Giustizia, la socialdemocratica Katarina Barley, da parte sua ha dichiarato: “Non tolleriamo che gli estremisti di destra si infiltrino nella nostra societa’”. Anche il Procuratore generale ha detto di monitorare molto da vicino gli eventi a Chemnitz. Secondo un sondaggio Emnid, per la “Bild am Sonntag”, il 66 per cento dei tedeschi ritiene che l’ex Germania dell’Est abbia un problema con il radicalismo di destra. Quest’oggi nella citta’ sassone si terra’ un concerto contro il razzismo, la xenofobia e la violenza con il motto “we’re more”. Durante manifestazioni precedenti, numerosi sono stati infatti gli atti di violenza. Circa 4.500 persone hanno partecipato ad una marcia congiunta dell’AfD (alternativa per la Germania) e il movimento xenofobo Pegida. Circa 1.800 le forze di polizia coinvolte, con l’utilizzo di cannoni ad acqua e cavalli. Una settimana fa un tedesco di 35 anni e’ stato accoltellato a morte Chemnitz e altri due sono rimasti feriti. Come sospettati degli atti sono stati arrestati un iracheno e un siriano.

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Germania, vicepresidente Bundestag Oppermann chiede di sottoporre Afd a sorveglianza d’intelligence

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il vicepresidente del Bundestag, il socialdemocratico Thomas Oppermann (Spd), vorrebbe che la Protezione della Costituzione indagasse possibili contatti tra gli estremisti di destra e Alternativa per la Germania (AfD). “La questione dei rifugiati divide la societa’, e l’AfD cavalca sempre piu’ l’onda radicale su questa questione”, ha detto Oppermann al quotidiano “Die Welt”. Il fatto che il conflitto sulla questione migratoria venga portato avanti per le strade e’ “una nuova svolta”. La violenza aperta, motivata politicamente e razzialmente, non dovrebbe essere tollerata dallo Stato che deve dunque reagire con severita’, ha detto Oppernamm dopo le manifestazioni di piazza dei giorni scorsi. Al momento il ministro dell’Interno, il cristiano sociale Horst Seehofer (Csu), non dispone di alcun elemento che possa giustificare una sorveglianza di intelligence ai danni del partito di destra tedesco. Anche il primo ministro dello Schleswig-Holstein, il cristiano democratico Daniel Guenther (Cdu), si e’ opposto a porre AfD sotto la sorveglianza della Protezione della Costituzione, perche’ “rischierebbe di fare del partito un martire”. Attenzione al riguardo e’ invece stata richiesta dal collega di partito e ministro degli Interni del Baden-Wuerttemberg, Thomas Strobl. Anche la leader della Linke Katja Kipping si e’ espressa indirettamente a favore di una sorveglianza dell’AfD da parte dei Servizi tedeschi. Il vicepresidente del Bundestag, frattanto, ha invitato il governo federale ad accelerare le misure sulla politica di immigrazione. “Per riconquistare la fiducia, abbiamo bisogno di una politica migratoria realistica e controllata”, ha affermato Oppermann.

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Italia, mercato obbligazionario vulnerabile alle fluttuazioni delle economie emergenti

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Gli investitori, gia’ preoccupati dai piani economici del governo “populista” italiano, potrebbero ricorrere ai timori legati all’instabilita’ dei mercati emergenti come pretesto per prendere di mira il mercato obbligazionario della Penisola, ritenuto “l’anello debole” dell’Europa. L’avvertimento giunge da “Bloomberg”, che ricorda come i timori legati al rischio di contagio si siano propagati attraverso i mercati emergenti dopo il crollo del peso argentino, la scorsa settimana, e la ripresa dello slittamento della lira turca. Tali sviluppi hanno spinto lo spread dei titoli italiani a dieci anni ai massimi da cinque anni, un segnale che gli investitori percepiscono il rischio attualmente rappresentato dalla terza economia dell’eurozona come paragonabile a quello della crisi del debito. “Ci troviamo in un ambiente dove i ‘deboli’ vengono punti”, ha commentato Arne Lohmann Rasmussen, della societa’ di ricerca finanziaria Danske Bank As. “Se la crisi dei mercati emergenti dovesse esplodere, potremmo assistere ad uno spread di 300 punti base sui titoli di Italia e Germania”. “Bloomberg” riporta anche le rassicurazioni del ministro delle Finanze italiano, Giovanni Tria, secondo cui la presentazione della prossima Legge di bilancio da parte del governo italiano, il mese prossimo, riuscira’ a placare i timori degli investitori.

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Italia, i barconi “fantasma” degli immigrati sono un problema per Matteo Salvini

03 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Dopo aver vinto il suo braccio di ferro con l’Ue sui 170 immigrati trattenuti a bordo della nave della Guardia costiera italiana nel porto di Catania, il duro ministro dell’Interno dell’Italia Matteo Salvini deve ora affrontare una nuova sfida costituita da uno stillicidio di immigrati che arrivano su barconi “fantasma”: lo scrive sul quotidiano inglese “The Times” il corrispondente da Roma Philip Wilan in riferimento alla serie di sbarchi sulle coste dell’Italia meridionale di piccoli gruppi di clandestini a bordo di piccoli battelli sfuggiti ai controlli in mare; provenienti in stragrande maggioranza dalla Tunisia, dal Pakistan e dal Bangladesh, tutti paesi che non sono in guerra ne’ sottoposti a regimi oppressivi, sono considerati migranti “economici” e quindi hanno scarse possibilita’ di vedersi riconosciuto asilo in Europa. Cosicche’, come riporta il “Times”, ieri domenica 2 settembre il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello ha lamentato che Salvini starebbe trascurando questo risorgente ma “invisibile” problema migratorio che sta mettendo a dura prova le capacita’ ricettive della sua isola ed ha criticato il ministro dell’Interno perche’, a suo dire, “si preoccupa solo delle navi militari e dei problemi del Nord Italia: gli sbarchi a Lampedusa non fanno notizia e lui non li puo’ sfruttare nella polemiche con gli altri paesi europei”, ha denunciato al quotidiano “La Repubblica” il sindaco Martello; il quale ha anche chiesto a Salvini di recarsi in Tunisia e di negoziare con quel governo un accordo per i rimpatri. Il “Times” ricorda come, secondo i dati diffusi dallo stesso ministero degli Interni italiano, nei primi otto mesi di quest’anno siano stati circa 20 mila gli immigrati arrivati in Italia, con un calo dell’80 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia la questione migratoria continua ad agitare l’opinione pubblica italiana, come dimostra lo studio pubblicato dall’Istituto Cattaneo di Bologna secondo il quale l’Italia e’ il paese europeo in cui c’e’ il maggiore divario tra la percezione del problema e la sua realta’: ben il 73 per cento dei cittadini italiani intervistati dall’Istituto bolognese infatti ha abbondantemente sovrastimato il numero degli immigrati presenti nel paese, affermando che essi costituirebbero addirittura il 25 per cento della popolazione della Penisola quando il realta’ sono appena il 7 per cento.

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