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Trump annuncia dazi doganali su pannelli solari e lavatrici, Macron riceve a Versailles 140 top manager, Puigdemont

finestra sul mondo

Usa, il presidente Trump ha annunciato dazi doganali su pannelli solari e lavatrici

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump ha deciso di imporre dazi doganali sull’importazione di pannelli solari e lavatrici. L’iniziativa, anticipa il quotidiano “Washington Post”, prende le mosse dalle sollecitazioni dei produttori statunitensi che hanno lamentano il calo delle vendite in seguito all’aumento di prodotti di importazione. L’intervento di Trump ricade nell’ambito delle sue prerogative, stabilite dalla legge statunitense sul commercio che ammette di poter imporre dazi doganali. La legge non veniva applicata da un presidente Usa dai tempi dell’ex presidente George W. Bush, che decise di applicare dazi di importazione all’acciaio estero nel 2002. Il capo della Casa Bianca ha piu’ volte denunciato le pratiche commerciali sleali di altri paesi, sollecitando una revisione delle politiche commerciali Usa e una rinegoziazione del trattato di libero scambio con il paesi del Nord America (Nafta), il cui sesto e penultimo round si terra’ a partire da domani, 23 gennaio, a Montreal, in Canada.

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Cile, il presidente eletto Pinera annuncia domani il nuovo gabinetto

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente eletto del Cile, Sebastian Pinera, annuncera’ domani la composizione del gabinetto dei ministri che lo accompagnera’, fin dall’assunzione ufficiale il prossimo 11 marzo, alla guida del governo cileno. Lo ha comunicato l’ufficio stampa dello stesso Pinera, che ha annunciato una conferenza stampa per domani alle 10 ora locale (le 14 in Italia). Stando ai pronostici degli analisti, alcuni nomi sono gia’ dati per sicuri all’interno dell’esecutivo: tra questi figurano Andres Chadwick, ex ministro dell’Interno nel precedente governo Pinera (2010-2014), e Cecilia Perez, ex ministro della Pianificazione del governo di Ricardo Lagos (2000-2006). Oltre a questi due, al ministero delle Finanze e’ dato per certo l’economista Felipe Larrain, mentre a quello dell’economia andrebbe Jose Ramon Valente, attualmente direttore della societa’ di consulting Econsult, e incaricato da Pinera in questa fase di transizione della gestione delle relazioni con il mondo imprenditoriale. Si ritiene inoltre che si aggiungeranno all’esecutivo anche cinque deputati della coalizione “Chile Vamos” il cui mandato scade anche l’undici marzo. Tra questi Cristia’n Monckeberg, capogruppo del partito “Renovacion Nacional” (Rn), il deputato dell’Unione Democratica, Felipe Ward, e Alberto Espina, deputato di Rn per il distretto dell’Araucania. Pinera ha rispetto la promessa fatta a inizio mese che i nomi del gabinetto sarebbero stati formalizzati solo dopo la visita di papa Francesco. “La settimana prossima viene il papa in Cile e rispetteremo la sua visita”, aveva detto Pinera.

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Usa, l’accordo per arrestare lo “shutdown” contiene ulteriori tagli alle tasse pari a 31 miliardi di dollari

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – L’accordo raggiunto per metter fine allo “shutdown”, il blocco amministrativo negli Stati Uniti, conterrebbe ulteriori tagli fiscali, pari a 31 miliardi di dollari, inclusa l’autorizzazione a rinviare l’applicazione di tasse relative all’assistenza sanitaria. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, precisando che il rinvio, che ha incassato un consenso bipartisan, non sarebbe bilanciato da tagli alla spesa o aumenti fiscali e andrebbe cosi’ ad aumentare il deficit federale gia’ enormemente appesantito dalla recente riforma del fisco. Secondo dati dell’Ufficio per il bilancio del Congresso, il deficit federale ha raggiunto quota 228 miliardi di dollari nei prime tre mesi dell’attuale anno fiscale, 18 miliardi di dollari in piu’ del deficit del primo trimestre dell’anno fiscale del 2017. Il tutto in presenza di una forte crescita economica e prima che entrassero in vigore i tagli alle tasse di fine dicembre 2017. Le tasse per finanziare l’assistenza sanitaria sono state introdotte come parte della riforma Affordable Care Act (Aca) per bilanciare il costo dell’estensione della copertura dell’assicurazione sanitaria ai redditi medio-bassi, ma molte di queste, come quella sugli apparecchi medici, sono risultate impopolari e la loro applicazione e’ gia’ stata sospesa o rinviata in passato. Il provvedimento tampone per arrestare lo “shutdown”, che finanzia l’amministrazione pubblica fino al prossimo 8 febbraio, include anche il rinnovo per sei anni del programma di assicurazione sanitaria per i bambini piu’ poveri, ma non ha seguito il percorso ordinario, consentendo cosi’ ai repubblicani di inserire anche il rinvio della tasse sull’assicurazione sanitaria senza preoccuparsi del costo fiscale finale.

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Puigdemont, “la Catalogna vuole diventare la Danimarca del sud”

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, ha dichiarato ieri davanti all’auditorium del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Universita’ di Copenaghen che la Catalogna mira ad “essere la Danimarca del sud”. I relatori danesi hanno severamente messo in discussione il discorso di Puigdemont a favore dell’indipendenza catalana e del diritto all’autodeterminazione. La notizia e’ stata riferita oggi da tutti i principali quotidiani spagnoli che riportano le parole dell’ex presidente catalano. “Madrid ha bisogno di riconoscere che le forze indipendentiste hanno vinto le elezioni e il governo illegittimo di Madrid in Catalogna deve finire”, ha dichiarato Puigdemont in risposta alla decisione della Corte Suprema di mantenere inattivo il mandato di arresto europeo nei suoi confronti. Secondo il giudice Pablo Llanera, il piano di Puigdemont era proprio quello di riattivare l’ordine di arresto in seguito al viaggio in Danimarca cosi’ da poter ottenere, una volta arrestato, la delega per il voto e per l’investitura come presidente della Generalitat. E’ prevista per oggi, invece, la riunione di Puigdemont con diversi deputati danesi a Christiansborg, la sede del Parlamento della Danimarca. Alla discussione non parteciperanno le tre principali formazioni politiche che compongono il governo danese, ovvero il Partito liberale, l’Alleanza liberale e il Partito conservatore, che insieme costituiscono circa il 76,5 per cento dei deputati.

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Francia-Germania, il 55imo anniversario del Trattato dell’Eliseo

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Si sono svolte ieri le celebrazioni per il 55mo anniversario del Trattato dell’Eliseo, un accordo di cooperazione tra Francia e Germania firmato nel 1963 tra il generale De Gaulle e il cancelliere Konrad Adenauer. In un messaggio congiunto, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno promesso un “nuovo slancio” alle relazioni bilaterali tra i due paesi. “Cinquantacinque anni fa i francesi e i tedeschi osavano dare un nuovo impulso. E’ quello che vogliamo fare oggi anche noi” ha affermato Angela Merkel, mentre Macron ha evocato “un’Europa piu’ unita, piu’ efficace, piu’ protettrice, piu’ democratica, che si afferma nel mondo e difende i suoi valori”. “Le Figaro” sottolinea che i problemi politici interni alla Germania hanno fatto “vacillare questa ambizione” costringendo il capo dell’Eliseo a “rallentare il ritmo”. Il Bundestag e l’Assemblea nazionale si sono riuniti in una sessione comune per adottare una risoluzione franco-tedesca che fa appello ai due stati affinche’ sviluppino “una cooperazione transfrontaliera”. La presidente del Front National, Marine Le Pen, ha denunciato “un trattato bilaterale che procede ancora una volta sulla visione tedesca”.

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Francia, il presidente Macron riceve a Versailles 140 top manager

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto ieri al castello di Versailles 140 dirigenti di aziende e gruppi francesi e stranieri. Ne parla la stampa d’oltralpe, sottolineando che nei prossimi cinque anni i gruppi esteri investiranno 3,5 miliardi di euro creando circa 2.200 posti di lavoro. “Les Echos” scrive che il presidente vuole “dimostrare che la sua politica paga”, facendo riferimento alle riforme attuate dal governo nel primo semestre del suo mandato. “Grazie alle misure prese, gli investitori tornano in Francia, dove creeranno impiego” afferma il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. In apertura, il premier Edouard Philippe ha annunciato alcune misure, come quella che prevede l’apertura di Camere di commercio internazionali a partire dal 1° marzo. “Le Figaro” scrive che questo summit e’ stato un’occasione per “migliorare l’immagine della Francia”. “Libe’raton”, invece, afferma che il processo di rilancio era gia’ stato iniziato dall’ex presidente François Hollande. “Il presidente gonfia le cifre e si arroga i benefici delle politiche iniziate sotto il quinquennio precedente” scrive il quotidiano.

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La Gran Bretagna cambia idea, manterra’ le basi in Germania per fronteggiare la minaccia della Russia

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna ora progetta di mantenere le sue truppe in Germania per rispondere piu’ velocemente nel caso la Russia attacchi l’Europa: lo scrive il quotidiano “The Times” riportando quanto ha dichiarato il capo di stato maggiore dell’Esercito britannico, il generale Sir Nick Carter, in un discorso tenuto nella serata di ieri lunedi’ 22 gennaio. La notizia e’ una clamorosa inversione di tendenza rispetto alla politica seguita sin dalla fine della Guerra fredda dalla Gran Bretagna, che intendeva ritirare completamente le sue forze dalla Germania entro la fine di questo decennio: attualmente sono meno di 4 mila i militari britannici presenti sul territorio tedesco. Parlando ad un convegno del Royal United Services Institute, il generale Carter ha lanciato l’allarme: la minaccia rappresentata dalla capacita’ militare e dagli scopi politici della Russia e’ un “chiaro ed attuale pericolo”, il Cremlino potrebbe voler sfidare la Nato “prima di quanto pensiamo” e quindi la Gran Bretagna “deve prepararsi a combattere la guerra che potrebbe dover essere combattuta”. Utilizzando uno strumento a dir poco inusuale per rafforzare il suo messaggio, il generale Carter ha fatto proiettare nella sala della conferenza un video russo di propaganda militare davanti ad un folto pubblico di esperti della difesa, studiosi di questioni di sicurezza: ha definito la clip, disponibile su YouTube, come “uno dei migliori esempi di informazione bellica; ma ha poi avvertito che le immagini di aerei, carri armati, navi e sottomarini danno solo un’immagine molto annacquata della reale capacita’ militare attuale della Russia. Davanti a questa minaccia, la Gran Bretagna ed i suoi alleati dell’Alleanza atlantica devono migliorare la propria capacita’ di risposta: gia’ ora circa 4 mila soldati britannici e di altri paesi Napo sono presenti nei tre Paesi baltici ed in Polonia; per migliorare ed accelerare la capacita’ degli alleati occidentali di trasferire personale ed equipaggiamento militare attraverso l’Europa, ha rivelato il capo di stato maggiore, l’Esercito britannico sta ora pensando di mantenere un piede di appoggio in Germania, lasciando in territorio tedesco dei depositi di carri armati, munizioni, carburante ed altro materiale nelle attuali basi di Rheindahlen e di Sennelager, che dovrebbero quindi essere protette da truppe di terra. A rendere ancora piu’ fosco lo scenario geopolitico, il capo del National Cyber Security Centre britannico, Ciaran Martin, in una lunga intervista pubblicata oggi martedi’ 23 gennaio dal quotidiano “The Guardian” afferma che e’ solo questione di tempo perche’ la Gran Bretagna subisca un grave attacco cybernetico: Martin ha nominato la Corea del Nord, la Russia, la Cina e l’Iran come possibili fonti di un attacco di “Categoria 1” (C1), da parte di uno Stato ostile, che prenderebbe di mira le elezioni e le infrastrutture come le reti energetiche ed i servizi finanziari britannici. Dopo aver detto di attendersi un simile attacco entro al massimo un paio di anni, il capo del National Cyber Security Centre ha ammesso che non e’ possibile proteggersi completamente da questo tipo di guerra cybernetica: “Qualcuno di questi attacchi andra’ a segno”, ha detto, “e tutto cio’ che dobbiamo fare e’ cauterizzare i danni provocati”.

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Germania-Israele, ministro Esteri Gabriel incontrera’ Netanyahu

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel (Spd), incontrera’ il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nove mesi dopo la sua prima visita ufficiale a Israele. L’incontro e’ fissato per il 31 gennaio prossimo, nel corso della prossima visita di Gabriel a Israele, come confermato lunedi’ da un rappresentante del ministero degli Esteri israeliano all’agenzia “Dpa”. Netanyahu non aveva incontrato Gabriel lo scorso aprile, in risposta alla decisione di Belrino di intraprendere un dialogo con le Ong critiche nei confronti di Tel Aviv. Molto probabilmente il capo del governo israeliano si rechera’ alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera due settimane dopo l’incontro con Gabriel, e probabilmente incontrera’ anche il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu). Entrambi i viaggi sono visti come un’opportunita’ per rilanciare le relazioni tra i due Paesi. Non e’ ancora chiaro se Gabriel incontrera’ i rappresentanti del governo palestinese. L’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale a Tel Aviv ha annunciato anche un discorso del ministro degli Esteri tedesco il 31 gennaio a una conferenza internazionale sulla politica della sicurezza. Oltre a Gabriel interverranno rappresentanti delle Nazioni Unite e della Nato, come pure il capo di stato maggiore dell’Esercito israeliano, Gadi Eisenkot.

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Forum Davos, Klaus Schwab: “abbiamo bisogno degli Usa al tavolo dei colloqui”

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum (Wef), in una lunga intervista rilasciata al quotidiano tedesco “Handelsblatt” parla del vertice che si sta per aprire a Davos, in Svizzera, e il cui motto e’ “creare un futuro condiviso”. Il professore si e’ detto lieto dell’intenzione del presidente statunitense Donald Trump di partecipare all’incontro, in quanto rappresentante di circa un quarto della produzione economica mondiale, nonche’ di circa il cinque per cento della popolazione mondiale, per non parlare del suo peso geopolitico. “Per molte delle questioni urgenti del nostro tempo, come il cambiamento climatico, la formazione del mondo digitale o una globalizzazione piu’ giusta, abbiamo bisogno degli Usa al tavolo dei colloqui. La mia speranza e’ che la partecipazione del presidente Trump aiuti a fare progressi”. Schwab elenca alcuna delle attuali sfide globali, dalla Brexit alla quarta rivoluzione industriale, che richiedono correzioni a breve termine al sistema. Occorre imparare che un futuro ordine mondiale si basera’ meno su valori comuni che su interessi comuni. “In termini di rivoluzione digitale irreversibile, cio’ significa che la competitivita’ di intere economie e delle loro societa’ dipendera’ in futuro principalmente da un fattore: la disponibilita’ e la capacita’ di innovazione”, ha avvertito Schwab. La politica dal canto suo dovrebbe cercare di guidare questi cambiamenti con il talento, perche’ i vecchi concetti politici come il socialismo, il comunismo o il capitalismo non funzionano piu’: “La competizione per le menti e le idee decidera’ il futuro, ed e’ la valuta di tutto lo sviluppo futuro”. Il professore ritiene che un reddito di base per tutti sia una buona idea, soprattutto per il settore sociale, che affianchera’ i tre settori di produzione tradizionali, ossia l’agricoltura, l’industria e i servizi. Tutti i Paesi sono i benvenuti al Forum, purche’ non siano incorsi in sanzioni ufficiali da parte dell’Onu e purche’ i loro leader non prendano Davos per un palcoscenico personale. Schwab sottolinea il contributo potenziale dei grandi gruppi tecnologici, come Facebook o Microsoft, che stanno dando aiuti allo sviluppo ai paesi del terzo mondo, ma occorre discutere delle conseguenze del loro sempre maggiore potere. Gli scontri inevitabili che si creano tra le varie parti vanno composti. Un terzo dei partecipanti di Davos sono rappresentanti dei media, universita’, societa’ civile, comprese tutte le maggiori organizzazioni non governative o le giovani generazioni, e secondo Schwab questa comunita’ non e’ affatto elitaria, ma rappresentativa. Inoltre l’apertura dei mercati, secondo il professore, non deve spingersi cosi’ in la’ da distruggere il consenso sociale nei vari paesi. C’e’ bisogno di un equilibrio tra interessi globali e nazionali, “perche’ senza il consenso nazionale non puo’ esserci democrazia”, ha sottolineato. Non si puo’ rallentare la globalizzazione, ma la si puo’ rendere piu’ socialmente accettabile incorporando le regole per proteggere i valori culturali o impostando i confini sociali. Cosi’ come non si possono fermare le nuove tecnologie. Occorre trasformare il processo educativo, per adeguarlo a quello produttivo che si associa al mondo della robotica e delle tecnologie digitali, attraverso la sostituzione dell’istruzione universitaria triennale con moduli di conoscenza che saranno estesi e certificati per tutta la vita. Il Forum ha sedi anche nella Silicon Valley, Cina e Tokyo, ma ha anche piani concreti per la sua presenza a Mumbai.

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Berlusconi mostra i muscoli in Italia e cerca di rassicurare l’europa

23 gen 11:01 – (Agenzia Nova) – Al culmine della crisi finanziaria dell’eurozona nel 2011, il cancelliere tedesco Angela Merkel e l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy risposero con un sorrisetto sardonico alla domanda se fossero stati “rassicurati” dal presidente del Consiglio italiano, che a quel tempo era Silvio Berlusconi: sette anni dopo, scrive il quotidiano britannico “The Financial Times”, i leader europei tornano a chiedersi se possono fidarsi di Berlusconi, che ha realizzato un clamoroso ritorno al centro della politica italiana e che ieri lunedi’ 22 gennaio si e’ recato a Bruxelles per perorare la causa della sua coalizione di centro-destra data per vincente dai sondaggi alle elezioni del 4 marzo prossimo. Negli incontri che ha avuto con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, con il commissario Ue alla Brexit Michel Barnier e con i rappresentanti del Partito popolare europeo (Ppe), Berlusconi e’ stato attento a usare un tono conciliante, impegnandosi a mantenere il deficit pubblico dell’Italia aldisotto del 3 per cento ed a ridurre il debito dello Stato: il suo chiaro obbiettivo e’ di fugare le preoccupazioni suscitate in Europa dalle sue promesse pre-elettorali in materia fiscale; nel tentativo di presentarsi come un affidabile statista, si e’ persino vantato di avere un “appoggio determinato” da parte della cancelliera Merkel. “Oggi Berlusconi incarna una politica di centro-destra moderata che si oppone all’estremismo come ad esempio quello della Lega nord, scrive il “Financial Times” citando le parole del politologo Francesco Galietti dello studio romano PolicySonar: “E, cosa ancora piu’ importante, per molti lui e’ l’ultima speranza per fermare la marea montante dell’anti-establishment Movimento 5 stelle”. Oggi poi il giornale pubblica un ritratto firmato da Tony Barber, famoso in Italia per esser stato il direttore del settimanale “The Economist” quando pubblico’ la copertina in cui Berlusconi veniva definito “inadatto a governare”: Barber scrive che Silvio Berlusconi e’ abbastanza vecchio da poter essere il padre della premier britannica Theresa May e il nonno del presidente francese Emmanuel Macron, ma a 81 anni chiunque pensi che sia troppo vecchio per fare politica sbaglia a sottostimare il miliardario ed ex presidente del Consiglio italiano: e come i suoi avversari stanno scoprendo per l’ennesima volta, non e’ saggio scrivere gia’ il suo epitaffio. Forse l’alleanza tra Forza Italia, Lega nord e Fratelli d’Italia non conquistera’ la maggioranza nel prossimo Parlamento, ma Berlusconi sembra sicuro di poter esercitare un’influenza decisiva sulla composizione del futuro governo e sulle sue politiche. Tony Barber sostiene che pochi nei corridoi del potere in Europa pensano che il ritorno di Berlusconi sia una cosa buona per l’Italia o per l’Unione europea: la convinzione generale e’ che la sua resurrezione tipo Lazzaro sia la patologia di un sistema politico italiano ormai privo di idee su come rinnovarsi e far riprendere all’Italia il suo posto in Europa. Berlusconi infatti, scrive sul “Financial Times”, sta approfittando della frammentazione politica italiana e della cronica stagnazione economica del paese, anche se quest’ultima va in parte ascritta alla sua responsabilita’ di riformatore mancato. Una situazione che si riflette nelle mirabolanti promesse che tutti i partiti, incluso quello di Berlusconi, stanno facendo in campagna elettorale. Tuttavia qualunque governo uscira’ dalle urne, secondo Tony Barber, l’Europa non deve temere che il populismo economico e la frivolezza fiscale si impadronisca dell’Italia; il vero pericolo e’ che il sistema dei partiti ne esca ancora piu’ screditato aprendo davvero la strada alla conquista del potere da parte del Movimento 5 stelle.

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