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Trasporto aereo nell’UE: entro il 2030 primi voli di linea regionali elettrici e ad idrogeno

Covid e crisi del trasporto aereo

Dopo un 2020 che è stata catalogato come peggiore anno nella storia dell’aviazione mondiale, l’Unione europea guarda con fiducia al futuro, grazie all’innovazione tecnologica e i nuovi obiettivi di decarbonizzazione del settore del trasporto aereo.

A causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 e alle relative misure di blocco prima e di restrizione poi, in soli 12 mesi sono stati persi 2,7 miliardi di passeggeri su 4,5 miliardi circa del 2019, oltre il 60% in meno.

A fine 2020 si trovava ancora fermo a terra il 66% della flotta aerea mondiale.

Secondo dati dell’International Air Transport Association (IATA), i ricavi delle compagnie aeree sono crollati del 70% a 189 miliardi di dollari, con perdite nette per 126 miliardi di dollari.

Le tratte europee sono state quelle più colpite dai blocchi e ancora per il 2021 si attendono perdite per 12 miliardi di dollari in termini di ricavi.

Bruxelles, in linea con tutta una serie di interventi d’urgenza presi nell’ultimo anno, soprattutto per salvare investimenti e posti di lavoro, ha stabilito anche una roadmap per la decabonizzazione del settore.

Gli obiettivi dell’iniziativa Clean Sky

L’impresa comune Clean Sky 2 (CSJU) è un partenariato pubblico-privato di successo tra la Commissione europea e l’industria aeronautica continentale, che è sulla buona strada per conseguire gli obiettivi di prestazione ambientale stabiliti.

Tra gli obiettivi da raggiungere, ridurre del 20-30% il consumo di carburante e le relative emissioni di CO2-Nox (diossido di carbonio e ossidi di azoto) e ridurre i livelli di rumore (rispetto al 2014) di una percentuale simile.

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato da euractive.com, a firma di Axel Kerin, direttore esecutivo dell’impresa comune per l’aviazione pulita (Clean Aviation Joint Undertaking), finalmente il partenariato europeo per l’aviazione a zero emissioni è partito ufficialmente.

I tre pilastri: elettrificazione, idrogeno e innovazione tecnologica

I pilastri su cui si basa e si baserà la strategia europea sono: elettrificazione, ricorso all’idrogeno pulito, digitale e innovazione tecnologica.

Per tutti i collegamenti inferiori ai 1.000 km di distanza, quindi anche i voli regionali, si potranno far decollare aerei con motori ibridi-elettrici.

L’idrogeno (si spera pulito) sarà invece il carburante più adatto per i voli intercontinentali, perché richiede serbatoi molto più grandi, sistemi di rifornimento più avanzati e anche elevati standard di stoccaggio (conservazione a -253°C).

I voli a corto/medio raggio si potranno quindi svolgere (lancio commerciale) anche con aerei ibridi elettrici già a partire dal 2030, per entrare in servizio di linea entro il 2035.

Inquinamento aereo

Si inizia dalle tratte più brevi perché si è visto che sono queste ad emettere la quota maggiore di emissioni inquinanti, che si generano soprattutto in fase di decollo e atterraggio.

In termini di rapporto emissioni pro-passeggero, il trasporto aereo è uno dei più inquinanti a livello mondiale. Secondo la Austrian Environment Agency, viaggiando in aereo si generano 448 grammi di CO2 per km a persona.

Oggi l’aviazione rappresenta il 3,8% delle emissioni globali. Sembra una quota modesta, ma bisogna pensare che questa è quasi raddoppiata in pochi anni, con il traffico aereo che va crescendo del +5% l’anno (2020 a parte).

Si stima che già entro il 2025 il traffico aereo produrrà 1,4 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

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