Il bando

Trasferimento tecnologico, il Ministero dello Sviluppo approva 65 progetti

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L’intervento rifinanzia con oltre 2 milioni di euro i 49 progetti già selezionati con il primo bando del 2015, mentre assegna circa 800 mila euro a 16 nuovi progetti

Sostenere l’innovazione nelle imprese italiane per favorire lo sviluppo di relazioni proficue tra progresso tecnologico e sistema economico, a questo mirava il bando per gli uffici di trasferimento tecnologico (UTT) delle Università e degli enti pubblici di ricerca italiani promosso dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise) lo scorso maggio.

Oggi è stata diffusa la lista definitiva dei progetti approvati dal Ministero, in tutto 65, che potranno accedere ai 3 milioni di euro stanziati nel bando: “l’intervento – si legge nel sito del Mise – rifinanzia con oltre 2 milioni di euro i 49 progetti già selezionati con il primo bando del 2015, mentre assegna circa 800 mila euro a 16 nuovi progetti”.

In tutto, saranno 88 i tecnici qualificati in materie tecniche e scientifiche che opereranno negli UTT.

Il Ministero, inoltre, cofinanzierà, in misura pari al 50%, le spese che Università e enti pubblici di ricerca sosterranno per l’inserimento di nuove unità di personale che dovranno svolgere un ruolo di collegamento tra il mondo della ricerca scientifica e quello delle imprese.

In letteratura il trasferimento tecnologico può applicarsi a diversi contesti, ad esempio si ha trasferimento tecnologico quando temi di ricerca promettenti iniziati presso le università o altri enti pubblici vengono messi a disposizione del settore privato perché vengano portati ad un livello di maturità adatto per la produzione, oppure quando un processo simile avviene all’interno del mercato se una tecnologia sviluppata all’interno di un settore di attività viene adattata ed applicata in un settore del tutto differente.

Tecnicamente, il trasferimento tecnologico è quel processo attraverso cui conoscenze, tecnologie, metodi di produzione, prototipi e servizi sviluppati da governi, università, aziende, enti di ricerca pubblici e privati possono essere resi accessibili a una ampia gamma di utenti che possono poi ulteriormente sviluppare e sfruttare la tecnologia per creare nuovi prodotti, processi, applicazioni, materiali o servizi.