Il progetto

Transition Town, a Roma un quartiere ecosostenibile a ‘zero emissioni’

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Progetto di edilizia sostenibile per il concorso internazionale dedicato alla futura smart city della Città della scienza di Roma: un gruppo di architetti al femminile lancia un’idea di quartiere a basso impatto ambientale ed energetico grazie alla luce solare.

Un intero quartiere di Roma a zero emissioni, ecologico, sostenibile e alimentato da fonti energetiche rinnovabili, è il progetto di architettura solare presentato per il concorso internazionale dedicato alla futura Città della Scienza nella caserma dismessa di Via Guido Reni (zona Flaminio).

Un’idea concreta di transition town per realizzare il “Quartiere ecologico solare a zero emissioni”, sviluppata da un gruppo di architetti al femminile (Ilaria Pignotti, Federica Camponeschi, Barbara Banella, Roberta Mele, Samaneh Sadat Nickayin e lo studio dell’arch. Giovanna Iadarola) e che, come riportato da qualenergia.it, punta a trasformare gli 8,6 ettari occupati dallo ‘Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione’ (SMMEP), costruito nel 1906 sull’asse che collega il museo MAXXI di Zaha Hadid all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, in una cittadella di ‘transizione’ alla low carbon economy e alla resilienza.

L’ex area militare dovrà diventare un innovativo ‘polo scientifico’ romano di rilevanza internazionale, dove esporre e rendere accessibile ai cittadini il sapere scientifico e tecnologico più avanzato, col fine di avvicinare il grande pubblico a tali conoscenze e di promuovere cultura scientifica soprattutto tra i più giovani.

Un’idea innovativa di quartiere, non solo da un punto di vista tecnologico, ma culturale e sociale, con i cittadini coinvolti in prima persona nelle attività amministrative e di gestione, per sensibilizzare tutti sui temi della sostenibilità, della riduzione dei consumi e dell’inquinamento.

Tecnicamente, il sito è orientato verso la luce solare per tutto l’arco della giornata, così da ridurre sensibilmente l’uso dell’energia elettrica e il fenomeno della dispersione energetica, grazie all’uso di materiale isolante di nuova generazione totalmente ecosostenibile.

Riguardo l’impatto energetico del quartiere, le residenze utilizzeranno fonti energetiche rinnovabili, quindi il sole, con l’accumulo stagionale geosolare che consente appunto di accumulare energia termica prodotta durante il periodo estivo da utilizzare poi nei mesi più freddi per il riscaldamento.

L’energia termica sarà distribuita tramite una rete di teleriscaldamento, Solar District Heating, mentre quella elettrica sarà generata da un impianto fotovoltaico di 360 kW di potenza elettrica.

L’iniziativa di rigenerazione urbana sull’ex caserma Guido Reni, voluta da Roma Capitale, il ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’immobiliare Investimenti SGR della Cassa Depositi e Prestiti, è finalizzata interamente a generare spazio pubblico, cultura della sostenibilità e della mobilità alternativa, per consentire la realizzazione di funzioni a servizio della città e delle sue prospettive internazionali, facendosi carico delle esigenze di prossimità degli abitanti.

(Foto Roma.corriere.it)