Risiko delle torri

Torri Tlc, in vendita 5mila siti Wind Tre. Consolidamento in vista dopo l’asta 5G?

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Wind Tre esplora la cessione di parte delle sue torri di trasmissione cellulare, rilanciando così l’interesse per un settore, quello delle torri, che promette una ripresa di interesse in vista dei nuovi servizi 5G.

Secondo indiscrezioni di Bloomberg, CK Hutchison, l’azionista cinese di Wind Tre, sta sondando il mercato per avviare la vendita entro fine anno di 5mila dei circa 15mila siti di trasmissione di cui dispone nel nostro paese, molti dei quali sarebbero “doppioni” in seguito alla fusione fra Wind e Tre Italia di due anni fa. L’obiettivo di CK Hutchison è quello di incassare circa un miliardo dalla vendita, alleggerendo così il peso delle recenti spese sostenute dall’azionista cinese, che prima dell’estate ha rilevato la quota del 50% del socio russo Veon (ex Vimpelcom) e ha sborsato 517 milioni di euro per l’asta 5G.

Fra i potenziali acquirenti, secondo il Sole 24 ore, potrebbe esserci la spagnola Cellnex, che nel 2015 aveva già rilevato siti da Wind, quando si chiamava ancora Abertis, per 693 milioni.

Un altro potenziale acquirente è Inwit, la società delle torri controllata al 60% da Tim, che dispone già di 11mila siti in Italia. Resta però da capire se Inwit rientrerà o meno fra gli asset non core del gruppo guidato da Amos Genish.

C’è da dire che Inwit ha da poco siglato un accordo con Open Fiber per realizzare una parte della rete della società controllata da Cdp e Enel in tecnologia Fixed Wireless Access (FWA), una tecnologia che potrebbe rivelarsi alquanto fruttuosa per connettere l’ultimo miglio delle reti in fibra alle case non soltanto nelle aree bianche del paese.

Altri pretendenti potrebbero essere towerco internazionali e fondi d’investimento esteri, che potrebbero vedere di buon grado l’ingresso nel nostro paese anche perché in ottica 5G le torri e l’affitto di capacità trasmissiva saranno un business in crescita, per i nuovi servizi IoT e connected cars connessi al nuovo standard wireless.

La nuova Ei Towers alla finestra

Business certamente fiutato da Mediaset-F2i, che hanno da poco concluso l’Opa su Ei Towers, la società delle torri di trasmissione broadcaster (oltre 2.300 torri, high towers), e una rete per la trasmissione dei servizi di telefonia mobile (oltre 1.100 torri, low towers) con una dorsale in fibra ottica di oltre 6.000 km a servizio della propria infrastruttura. 

Torna il fermento nel mercato delle torri

Che ci sia fermento nel mercato delle torri intorno al mercato delle torri non è certo intatteso. l’amministratore delegato di Italtel, Stefano Pileri, ha spiegato in una recente intervista al Foglio che gli attuali 60 mila siti per la trasmissione del segnale per la telefonia mobile potrebbero diventare 600 mila e oltre nei prossimi cinque-dieci anni, proprio come conseguenza dell’introduzione di una tecnologia particolarmente innovativa come il 5G, che non è solo un’evoluzione del 4G ma una piattaforma che potrebbe aprire opportunità di sviluppo per l’intero sistema economico”.

 

Modello ‘wholesale only’ anche per le Tv

In questo contesto, con la gara 5G che apre la strada ai nuovi servizi IoT (dalle auto connesse alla sanità, passando per il turismo e Industria 4.0) alle porte e la ristrutturazione della banda 700 da realizzare in base alla roadmap concordata con l’Unione Europea, si inserisce l’Opa di Mediaset-F2i (Cdp) su Ei Towers. Una mossa con cui Mediaset si ripropone in posizione di forza nel mondo del broadcasting, puntando sulla creazione di una newco separata, specializzata nella vendita di capacità trasmissiva alle Tv in modalità wholesale.

Una newco controllata al 60% da F2i (Cdp), garante della mano pubblica, con Mediaset che, separata verticalmente l’attività di editore televisivo, manterrebbe comunque una quota consistente del 40% del veicolo che a sua volta controlla Ei Towers.

Cdp operatore multi-rete

In questo modo, se le cose andassero davvero così, la Cdp, attraverso F2i, si posizionerebbe come grande operatore nazionale multi-rete, dopo le quote già detenute in Tim (5%) e Open Fiber (50%) nelle telecomunicazioni, dando vita ad un operatore di rete “indipendente” a controllo pubblico anche nel mercato della fornitura wholesale di capacità di rete televisiva. La nuova Ei Towers potrebbe così partecipare alla gara per trasportare i mux del digitale terrestre.

Ruolo di RaiWay

In questo scenario, resta da capire il ruolo di RaiWay, che dopo la fumata nera di tre anni fa per la fusione con Ei Towers, potrebbe rientrare in gioco confluendo nella newco costituita da Mediaset e F2i in ottica di “polo unico” delle torri di trasmissione broadcasting, come avviene già in Francia con Tdf.

Nel polo unico potrebbe eventualmente confluire anche Persidera, con le sue 5 reti che si aggiungerebbero alle 8 di Ei Towers, in posizione di forza per realizzare 13 canali nazionali (sono 10 quelli previsti dal nuovo piano nazionale frequenze).

Un altro sviluppo possibile, di segno diverso, potrebbe essere la cessione da parte di Ei Towers a RaiWay delle reti broadcasting per concentrarsi sulle torri Tlc che ha in pancia.