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Torri e apparati di rete, business in salute. 5G Non Stand Alone in Italia fermo al 7,3% di copertura

A fronte di un mercato delle Tlc in crisi profonda, con un calo del 33% dei ricavi in 12 anni dal 2010 al 2021 e la perdita secca di 14 miliari di euro, alcuni segmenti della industry non se la vedono poi così male.

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Lo evidenzia il rapporto di Asstel sulla filiera delle telecomunicazioni del 2021, secondo cui nel 2021 sono cresciuti i ricavi delle tower company in Italia (vedi Inwit):

Torri, apparati di rete e smartphone in crescita nel 2021

Lo stesso trend vale per il mercato complessivo degli apparati di rete, legati però allo sviluppo di mercati diversi da quelli delle Tlc:

Rapporto Asstel 2022

5G Non Stand Alone fermo al 7,3%

Per quanto riguarda il 5G, si scopre che lo sviluppo delle nuove reti va alquanto a rilento. Pesa il costo delle frequenze, 4 miliardi di euro spesi dagli operatori il mese scorso per saldare il conto dell’asta del 2018.

“Per quanto riguarda lo sviluppo delle reti mobili 5G l’Italia si è sempre  dimostrata particolarmente all’avanguardia: è uno dei paesi che per primi hanno completato l’asta per tutte le frequenze a disposizione, è tra i paesi ad aver realizzato il maggior numero di sperimentazioni ed è stata tra i primi a lanciare i servizi commerciali 5G – si legge nel report – Sempre secondo quanto emerge dalle analisi DESI 2022, il 5G in Italia copre il 99,7% delle zone abitate, presentando il nostro paese come quello con la maggiore copertura 5G in Europa, superando nettamente il 65,8% della media EU”.

Rapporto Asstel 2022

Ma c’è il trucco

Non bisogna però fermarsi alla prima lettura: “i valori della Commissione Europea considerano infatti la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing (condivisione dinamica dello spettro, o DSS) che consente ad un Operatore telefonico di usare lo spettro di frequenze del 4G e di farlo funzionare anche per il 5G. Considerando invece solo la copertura 5G Non Stand Alone (NSA) (in altre parole, un 5G non autonomo ma che si appoggia alle infrastrutture esistenti 4G ndr), che si basa sulle frequenze 5G ma sfruttando l’infrastruttura 4G esistente, l’Italia a fine 2021 risulta, invece, tra gli ultimi paesi, con un valore pari al 7,3% di copertura delle zone abitate, superiore solo a Polonia, Germania, Ungheria e Svezia. Anche in questo caso, comunque, gli Operatori italiani continuano ad investire: secondo le fonti pubbliche a settembre 2022, infatti, più del 60% della popolazione è coperta in 5G Non Stand Alone (una crescita di circa il 70% rispetto al 2021)”. Ma questo 5G è “finto”, perché usa le antenne 4G che per lo più sono nella maggior parte dei casi (fino al 60%-70% dei casi) già sature o prossime alla saturazione nel nostro paese, con capacità di potenza residuale che non permette di dispiegare tutte le opportunità offerte dal vero 5G in termini di velocità e latenza. Tutti i servizi promessi dal vero 5G in campo logistica, sanità, trasporti, auto autonoma ecc. hanno bisogno del vero 5G.

Non a caso, la industry delle Tlc continua a chiedere un adeguamento dei limiti elettromagnetici italiani alla media Ue.

Rapporto Asstel 2022

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Per quanto riguarda la corsa alle nuove tecnologie, d’altro canto, anche per quanto riguarda le reti fisse l’FTTC (Fiber To The Cabinet) ovvero le reti miste fibra-rame vanno ancora per la maggior e l’ad di Tim Pietro Labriola difende il suo asset: Le reti FTTC offrono una velocità a 100 Mbps, in grado di rispondere a gran parte delle esigenze dei clienti.

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