come invertire il trend?

Tlc, “In 10 anni persi 17 miliardi di ricavi”

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Conti alla mano “il settore delle Tlc ha perso oltre 17 miliardi di euro in poco più di dieci anni”, ha ricordato Sabrina Casalta, direttore Finance di Vodafone Italia. “E negli ultimi 13/14 anni”, ha aggiunto, “ha ridotto del 90% la generazione di cassa, a fronte di un traffico che, nello stesso periodo, si è moltiplicato per 50”.

“Il settore delle Tlc versa in uno stato quasi di ‘triage’ e ha bisogno di cure urgenti”. La drammatica metafora per descrivere le attuali condizioni in cui versano le telecomunicazioni è di Aldo Bisio, AD di Vodafone Italia, intervenuto, circa un mese fa, al convegno “Le TLC per la crescita del Paese”.

-17 miliardi di ricavi in 10 anni

Conti alla mano “il settore delle Tlc ha perso oltre 17 miliardi di euro in poco più di dieci anni”, ha ricordato oggi al Digital Italy Summit 2022, un’altra figura apicale di Vodafone Italia Sabrina Casaltadirettore Finance. “E negli ultimi 13/14 anni”, ha aggiunto, “ha ridotto del 90% la generazione di cassa, a fronte di un traffico che, nello stesso periodo, si è moltiplicato per 50”.

Dagli oltre 40 miliardi di ricavi, oggi si è giunti a una cifra sotto i 30 miliardi, nonostante – questo è il paradosso – le telecomunicazioni siano abilitanti ai servizi digitali. 

Come sostenere le Tlc per far crescere il Paese

Cosa fare, allora, per invertire il trend negativo e sostenere gli operatori delle tlc per far crescere il Paese economicamente e socialmente? 

“Quando si parla di futuro del settore delle tlc è essenziale capire”, questa l’analisi di Casalta di Vodafone Italia, “quale assetto del sistema possa assicurare la sostenibilità degli investimenti, intesi come investimenti in infrastrutture per garantire la modernizzazione e l’evoluzione tecnologica del Paese, investimenti commerciali per avere un’esperienza del cliente che sia all’altezza dei migliori Paesi e, soprattutto, investimenti in resilienza e sicurezza delle reti”.

E tra i consigli per il futuro tecnologico dell’Italia c’è quello di Benedetto Levi, che ha puntato l’indice contro l’asta per le frequenze 5G.

“È stata sicuramente un’esperienza negativa, per l’ecosistema ma in generale per il Paese”, ha detto l’AD di Iliad Italia al Digital Italy Summit, “da cui speriamo si tragga un insegnamento per il futuro, e che sostanzialmente è rendere le gare confacenti con gli obiettivi di digitalizzazione del Paese”.

Ecco la critica di Levi: “Si fanno aste con meccanismi che portano i valori di aggiudicazione a cifre astronomiche, peraltro con la previsione di pagare tutto entro 4 anni, mentre l’orizzonte d’impiego è di 20 anni”. “In altri Paesi”, ha osservato ancora l’AD, “sono state fatte aste con regole diverse, meno oneri finanziari da parte degli operatori ma maggiori impegni di copertura e di livelli di servizio, quindi investimenti per la digitalizzazione del Paese”.

Infine, Benedetto Levi si è detto anche contrario alla duplicazione della rete di telecomunicazioni. “Anche sul fisso, fermo restando che non avrebbe senso costruire una ulteriore rete, lavoriamo però comprando ogni volta che possiamo l’accesso passivo alla fibra operatore wholesale (only e non), e poi investendo in nostri apparati di rete, così da scegliere noi il livello della tecnologia e – quindi – della performance da offrire al cliente”.

Per approfondire:

“Le TLC per la crescita del Paese”. I Ceo delle Telco italiane a confronto. Video integrale

Banda larga e 5G, come riallocare il ‘tesoretto’ PNRR da 1,2 miliardi?