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Tim-Vivendi, i francesi ripetono ‘Nessun controllo di fatto su CdA’

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Vivendi ripete che “ad oggi non ha il potere di dirigere le politiche finanziarie e operative di Telecom", ma vuole “favorire una politica a lungo termine di sviluppo delle convergenze tra telecomunicazioni e contenuti”.

I francesi ribadiscono. “Vivendi ritiene di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia, ai sensi dell’articolo 93 della legge consolidata delle finanze e dell’articolo 2359 del codice civile italiano, in quanto la sua partecipazione nel capitale della società non è sufficiente da permettergli di esercitare in modo stabile un’influenza dominante in occasione delle assemblee generali degli azionisti”. Così il gruppo francese, in una nota a margine della presentazione dei conti semestrali, ha ripetuto quanto già affermato nei giorni scorsi: in sostanza, dicono, non controlliamo Telecom perché non abbiamo la certezza della maggioranza nel CdA: “ad oggi non abbiamo il potere di dirigere le politiche finanziarie e operative di Telecom”.
Infatti il socio francese, primo azionista di Tim con una quota del 23,94%, ha aggiunto: “Tutti i dati empirici rivelano senza equivoci che Vivendi non è in posizione di controllo nelle assemblee”, ma vuole, termina il comunicato stampa, “favorire una politica a lungo termine di sviluppo delle convergenze tra telecomunicazioni e contenuti”.

Il primo semestre di Vivendi, i dati

In attesa di conoscere, a metà settembre, l’esito dell’istruttoria e vedere se il premier Paolo Gentiloni deciderà di esercitare o meno il Golden Power nei confronti di Tim a seguito della nuova governance, ecco i dati del primo semestre di Vivendi, che ha segnato un utile netto di competenza di 176 milioni di euro, in calo dell’80,7% rispetto ai 911 milioni dello stesso periodo del 2016. La flessione è essenzialmente legata agli elementi favorevoli che avevano caratterizzato la prima metà dello scorso anno, tra cui la plusvalenza per la cessione della quota residua in Activision Blizzard. A livello adjusted, esclusi cioè gli elementi non ricorrenti, il risultato netto è in progresso del 12% a 320 milioni di euro. Il secondo trimestre ha inoltre segnato un utile netto in crescita del 50% a 75 milioni. Nel semestre i ricavi hanno totalizzato 5,4 miliardi, con un progresso

del 7,8% (+4,8% a perimetro e valute costanti). Il risultato operativo adjusted ammonta a 352 milioni (-9,2%) nel semestre, ma nel secondo trimestre segna una crescita del 16% a 203 milioni, sostenuto in primo luogo dalla crescita di Universal music group.

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