Dossier rete unica

Tim, tutti i nodi da sciogliere in vista del rinnovo del Cda

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Cdp chiamata a decidere sulla sua candidatura per il rinnovo del board prima del prossimo Cda di Tim in programma martedì 23 febbraio.

Il tempo stringe per la presentazione delle liste per il rinnovo del Cda di Tim fissato all’assemblea del 31 marzo. Se da un lato l’attuale Cda sta lavorando alla presentazione di una lista propria di maggioranza che coinvolga Vivendi, primo socio con il 23,9% della compagnia, dall’altro resta da capire come intende muoversi Cdp.

La Cassa, secondo socio di Tim, con il 9,9% oltre a detenere il 50% di Open Fiber, è indecisa sul da farsi. Secondo indiscrezioni, sarebbe stato fissato un Cda straordinario di Cdp per lunedì 22 febbraio, per decidere le prossime mosse, a 24 ore dalla scadenza rappresentata dall’ennesimo board di Tim (convocato per martedì 23 febbraio) che dovrà indicare i 10 nomi definitivi da presentare in vista del rinnovo del Cda.

Fra questi, ci saranno l’ad Luigi Gubitosi, il presidente Salvatore Rossi e il Ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine.

Cdp al bivio  

Cdp dal canto suo con ogni probabilità non indicherà tre nomi per la lista di maggioranza del Cda di Tim, perché da un punto di vista tecnico non vi può entrare. La somma delle quote di Vivendi e Cdp supererebbe la soglia del 30% e si potrebbe così configurare l’azione di concerto, con il rischio di Opa obbligatoria decretato dalla Consob.

La strada più percorribile per la Cdp potrebbe quindi essere un’intesa informale con Assogestioni, il soggetto che a nome dei fondi presenterà la lista di minoranza che punta a ottenere 5 consiglieri: in questo contesto la Cdp potrebbe proporre 2 o 3 consiglieri.

Non si esclude nemmeno che la Cdp possa dare vita ad una sua lista autonoma per ottenere 5 consiglieri su 15 nel prossimo board.

Tra l’altro, scade il 25 febbraio il diritto di prelazione di Cdp sulla quota del 50% di Enel in Open Fiber, che la società elettrica ha accettato di trattare la cessione al fondo australiano Macquarie per 2,68 miliardi di euro.   

Rete unica in stallo

Nel frattempo, il dossier rete unica resta in stallo, e anche il Mou (Memorandum of understanding) siglato a fino agosto da Tim e Cdp Equity per la costituzione di AccessCo sembra quanto meno in stand by considerati i ritardi sulla tabella di marcia che vedevano AccessoCo già costituita entro marzo.

Pressing anche dei 5 Stelle

Intanto, voci preoccupate sono- giunte dal Movimento 5 Stelle ieri: “Telecom rinnoverà il proprio consiglio di amministrazione nell’assemblea del 31 marzo e i due azionisti principali, Vivendi e Cassa Depositi e Prestiti, saranno chiamati ad esprimersi già nei prossimi giorni per la presentazione delle liste dei membri del nuovo Consiglio di Amministrazione. Al riguardo auspico che Cassa Depositi e Prestiti abbia intenzione di esprimere una propria lista di candidati, in considerazione degli ingenti investimenti effettuati in questi anni per acquisire quote del capitale di Telecom”, ha detto Giovanni Currò Vice presidente della Commissione Finanze della Camera. “Candidature che potrebbero risultare fondamentali per l’implementazione del progetto di rete unica – prosegue – infrastruttura che ha lo scopo di accelerare ulteriormente la digitalizzazione del nostro Paese. Occorrerà, perciò, mantenere vigile l’attenzione sui prossimi passi che i maggiori azionisti di Telecom percorreranno nel delineare il futuro board della società”.

Il dibattito

In precedenza a favore di una parlamentarizzazione del dibattito sulla rete unica si erano espressi anche diversi esponenti di spicco del Pd (Graziano Del Rio, Marianna Madia, Gian Piero Manzella) ma anche FdI con Adolfo Urso. Vedremo a questo punto in che modo intende affrontare la questione il Governo Draghi.