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TIM, tonfo in Borsa. Cresce l’incertezza sul progetto rete unica

Prosegue il trend ribassista del titolo TIM, che oggi in Borsa appare impaurito dai dubbi del mercato sulle prospettive aziendali, e apre con un tonfo fino al 4%, sotto i 30 centesimi, la soglia psicologica di attenzione fissata dagli analisti. Un campanello d’allarme, che conferma l’andamento negativo a Piazza Affari della compagnia Tlc che nell’ultimo mese ha lasciato sul terreno il 12% del valore, a fronte di una flessione del 44% del suo valore in un anno. Per fare un confronto, l’Euro Stoxx 600 Telecomunicazioni, l’indice settoriale delle principali Tlc europee, ha ceduto il 10,11% negli ultimi 6 mesi. L’indice di Borsa FTSE Mib nello stesso periodo ha perso il 19,60%.

A questo punto, sembra inevitabile pensare che i mercati non credano più né a TIM, né al MEF che sostiene il progetto di rete unica in mano a TIM.

Incertezza

Per diversi investitori, nazionali e internazionali, non sembra esserci interesse a investire in TIM a causa dell’incertezza sulle prospettive di questo progetto, sempre meno lineare e sempre più ingarbugliato. Mentre per altri versi la strategia dell’ad Luigi Gubitosi, sarebbe troppo legata alla sfera della politica nazionale e al Governo, penalizzando così la sfera del business aziendale. Anomalo il fatto che un’azienda così rilevante e quotata in Borsa si muova : “…Sotto l’egida del Governo…”, una condizione che ci riporta agli stili di alcuni regimi piuttosto che alle dinamiche competitive delle economie avanzate. In sostanza, gli investitori non avrebbero chiaro su cosa intenda puntare TIM nei prossimi mesi per risalire la china nella quale il titolo si sta abissando.  

Ma l’ad Gubitosi vede rosa

Ma per l’ad Luigi Gubitosi le attuali quotazioni di TIM in Borsa non rispecchiano il vero valore dell’azienda, come dichiarato ieri in una lunga intervista al Messaggero.

L’ad Luigi Gubitosi nell’intervista vede un’inversione di tendenza per il 2021 e conferma gli obiettivi di stabilizzazione del business grazie all’opportunità offerta dai piani di investimento europei del Next Generation Eu e allo sviluppo di aree di business in crescita, come il cloud e la cybersecurity. “Ritengo che il 2021 sarà migliore, non solo per TIM ma per tutto il settore – ha detto l’ad di TIM al MessaggeroPer quanto riguarda TIM, perché si sta completando il lavoro di trasformazione del nostro gruppo e ci stiamo abituando a convivere con la pandemia. Inoltre, il settore digitale è al centro delle agende italiana ed europea, basti pensare che il Next generation EU destina al digitale in Italia 40 miliardi, che si aggiungono ai 2,7 miliardi già stanziati dal governo. Ciò mi rende ottimista sul rispetto degli obiettivi forniti al mercato”.

Purtroppo l’ad Gubitosi non fa alcun riferimento al fatto che difficilmente TIM potrà avere accesso diretto ai grandi investimenti previsti dal Next Generation Eu, che non possono essere erogati ad aziende private. TIM potrà partecipare a gare per le realizzazioni di rete ma non potrà averne il possesso.

Le leve per la ripresa

L’ad Luigi Gubitosi crede che il titolo Tim possa recuperare grazie a generazione di cassa, riduzione del debito e miglioramento del fisso e ha ribadito che FiberCop sarà operativa dal primo trimestre 2021 e il gruppo, così come il governo, è al lavoro sulla rete unica, un progetto che includerebbe anche FiberCop. Un progetto che in realtà sembra, ancora una volta, alquanto ingarbugliato, in attesa peraltro del prossimo 10 novembre, quando TIM renderà noti i numeri della trimestrale al 30 settembre 2020.

Secondo Gubitosi, il gruppo presenterà l’aggiornamento del suo Piano strategico “a inizio dell’anno prossimo” con al centro anche settori ad alta crescita come “cloud e cybersecurity”.

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