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TIM: ricavi ancora in calo nel 2015, ma investimenti per 12 mld in 3 anni

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La società evidenzia un percorso di recupero della performance dei ricavi domestici nel corso del 2015 e approva il Piano Strategico triennale 2016 – 2018. Orange smentisce ancora un possibile interesse: 'nessun contatto con Telecom Italia'.

Telecom Italia ha approvato ieri i risultati preliminari al 31 dicembre 2015 e il Piano Strategico triennale 2016 – 2018.

I risultati relativi al 2015 evidenziano un calo complessivo dei ricavi ma anche un miglioramento dell’andamento del mercato domestico. Quanto al piano industriale – il cui obiettivo primario è quello di “garantire la crescita di lungo periodo del Gruppo” – si prevedono investimenti in Italia pari a circa 12 miliardi di euro, di cui circa 6,7 miliardi dedicati alla componente innovativa (NGN, LTE, Cloud e piattaforme, Sparkle e Trasformazione).

Focus, in particolare, sulla copertura LTE (per la quale al 2018 sono previsti 1,2 miliardi di euro) e sulla fibra ottica (3,6 miliardi di euro): a fine 2018 TIM prevede di portare la copertura della fibra ottica all’84% della popolazione e al 98% della popolazione con la rete mobile LTE (4G).

I risultati preliminari 2015

L’esercizio 2015 si è chiuso con ricavi per  19,7 miliardi di euro. Il risultato è in calo dell’8,6% rispetto ai 21,5 miliardi dell’esercizio 2014. In termini di variazione organica, escludendo cioè l’effetto della variazione dei tassi di cambio e del perimetro di consolidamento, i ricavi consolidati sono scesi del 4,6% (-951 milioni di euro).

I ricavi da servizi sono pari a 18,3 miliardi di euro (-3,1% in termini organici rispetto al 2014).

L’EBITDA dell’esercizio 2015 è pari a 7 miliardi di euro in calo, rispetto all’anno precedente, di 1,7 miliardi di euro (-20,3%), con un’incidenza sui ricavi del 35,5% (40,7% nell’esercizio 2014). In termini organici l’EBITDA si riduce di 1,5 miliardi di euro (-17,9%) rispetto all’anno precedente e l’incidenza sui ricavi diminuisce di 5,8 punti percentuali (35,5% nell’esercizio 2015 a fronte del 41,3% del 2014).

L’EBITDA, spiega la società in una nota, “sconta l’impatto negativo di oneri non ricorrenti per complessivi 1.076 milioni di euro; in assenza di tali oneri la variazione organica dell’Ebitda sarebbe risultata pari a -4,5%, con un’incidenza sui ricavi del 41,0%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto all’esercizio 2014”.

L’obiettivo al 2018, evidenziato nel Piano Strategico, è quello di ridurre il rapporto fra indebitamento finanziario netto rettificato ed EBITDA reported almeno al di sotto di 3x grazie a “una forte disciplina finanziaria” e “nonostante i 2 miliardi di euro derivanti meramente da riclassificazioni contabili dovute all’applicazione di alcuni principi IAS di partite non monetarie”.

Per perseguire questo obiettivo, TIM punta, in particolare sugli introiti legati alla cessione delle torri Inwit, sul rafforzamento patrimoniale da 1,3 miliardi di euro derivante dal rimborso del prestito obbligazionario convertendo e sul completamento della cessione di Telecom Argentina.

 

Mercato domestico in ripresa

 

La società evidenzia quindi il “percorso di recupero della performance dei ricavi domestici nel corso dell’anno” e segnala “il ritorno alla crescita dei ricavi da servizi mobili e il miglioramento di quelli di nuova generazione (fibra e lte)”.

Nel quarto trimestre 2015, hanno registrato un trend in recupero in particolare i ricavi da servizi segnando un calo dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2014 e dell’1,5% rispetto al trimestre precedente (nel primo trimestre 2015 il calo era stato del 3,3%).

Un recupero è attribuibile innanzitutto al “miglioramento dello scenario competitivo, che ha determinato un’accelerazione dello sviluppo sui servizi per connettività e contenuti su reti broadband e ultrabroadband”. Hanno inciso quindi sia la tenuta delle quote di mercato che il “progressivo rallentamento delle dinamiche di erosione dell’ARPU sui servizi tradizionali. Sul Mobile, in particolare,  si evidenzia, nel quarto trimestre 2015, una performance positiva sia sui ricavi totali, con un +0,7%, sia sui ricavi da servizi, con un +0,1%, rispetto allo stesso periodo del 2014”.

L’esercizio 2015 presenta una flessione dei ricavi totali, rispetto al 2014, di 302 milioni di euro (-2%, da 15.303 milioni di euro del 2014 a 15.001 milioni di euro nel 2015), ma sono positivi i segnali emersi nell’ultimo trimestre dell’anno, quali “la conferma di un progressivo recupero nell’andamento del fatturato, rafforzato rispetto ai trimestri precedenti, e una performance di segno positivo del mercato del Mobile, sia in termini di ricavi totali (+0,7% nel quarto trimestre del 2015) sia sui soli ricavi da servizi (+0,1% nell’ultimo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente)”.

In aumento di 213 milioni di euro rispetto all’esercizio 2014 gli investimenti industriali, pari a 5,197 miliardi di euro, ma in aumento è anche il debito, salito a 27,3 miliardi da 26,6 alla fine del 2014.

Piano Strategico: focus su fibra e LTE

Tornando al Piano, TIM scommette forte sul Mobile Broadband, che al 2018 dovrebbe aggregare il 70% dei clienti, mentre nel fisso si punta ad arginare la contrazione del numero di clienti grazie all’accelerazione nella diffusione e conseguente adozione della fibra, il cui numero di clienti complessivi dovrebbero raggiungere quota 5 milioni nel 2018, stima la società.

Quanto alla strategia di investimenti, TIM punta sulla ‘convergenza’ col segmento media – previsto un rafforzamento del posizionamento sul Multimedia Entertainment che comprende, tra le altre, le attività nel campo Video, Music, Gaming e Publishing – e sulla trasformazione digitale delle aziende, che la società intende accompagnare coi propri servizi ICT e Cloud.

Brasile

In Brasile, il Gruppo prevede investimenti complessivi entro i 14 miliardi di reais, destinati principalmente allo sviluppo di infrastrutture di rete. Importanti saranno inoltre le azioni di recupero di efficienza, attraverso cui TIM punta a recuperare oltre 1 miliardo di reais al 2017.

4 mila assunzioni

TIM ha rimesso sul tavolo il progetto di assumere 4mila persone nel triennio legato al varo, da parte del Governo, della cosiddetta solidarietà espansiva e la scorsa settimana ha annunciato un piano di riorganizzazione che ha modificato le due macro aree che dividevano la clientela in business e consumer e i perimetri di competenza di alcuni manager.

Stefano De Angelis, che cura la divisione consumer seguirà quindi anche le piccole aziende mentre l’area business, focalizzata su grandi imprese e PA sotto la guida di Simone Battiferri è stata ribattezzata ICT Solutions & Service Platforms e si occuperà anche della fornitura di soluzioni ICT. Nella sfera della divisione business ricadranno anche Olivetti e Sparkle.