Previsioni

Tim, per Barclays ‘Cessione di Netco più probabile’. Ma esclude merger con Open Fiber

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Dopo l'offerta non vincolante di KKR, la banca d'affari rivede al rialzo la possibilità che la cessione della rete Tim vada a buon fine, ma in questo scenario la fusione con Open Fiber esce di scena. Il ministro Giorgetti ribadisce l'obiettivo del controllo pubblico della rete anche dopo l'offerta di KKR.

Barclays rivede le sue previsioni per il quarto trimestre di Tim, alla luce dell’offerta non vincolante per la rete Netco da parte di KKR. Il fondo Usa, secondo voci di stampa, potrebbe valutare la rete Tim fino a 20 miliardi di euro. Nei giorni scorsi, sempre secondo la stampa è emersa la possibilità di un’offerta per la rete Tim da parte di CDP a 24 miliardi.

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Cresce al 60% probabilità cessione Netco. Ma tramonta fusione con Open Fiber

“Di conseguenza, alziamo la nostra percentuale di probabilità per la cessione di Netco al 60% (rispetto al precedente 40%) a fronte di un’offerta di 22 miliardi di euro (in precedenza si stimavano 20 miliardi) – scrive Barclays –  Detto questo, non consideriamo più un potenziale merger con Open Fiber come uno scenario possibile nella nostra valutazione”.

Target price rivisto in caso di cessione Netco

Secondo gli analisti della banca d’affari, “tutto ciò comporta un miglioramento del target price da 0,16 euro a 0,22 euro (+36%). Mentre una probabilità del 100% per una valutazione di 22 miliardi di euro di Netco indicherebbe una valutazione di 0,36 euro per azione”.

Quarto trimestre in miglioramento

Infine, per il quarto trimestre Barclays prevede un trend domestico in miglioramento a fronte di un calo dei ricavi da servizi del -2,3% a fronte del -3% del terzo trimestre, e un Ebitdal organico a -3%, rispetto al -18% del trimestre precedente. Tagliate invece le stime sul quarto trimestre in Brasile.   

Giorgetti ribadisce obiettivo controllo pubblico della rete dopo l’offerta di KKR

Nel frattempo, il governo italiano conferma l’intenzione di realizzare l’obiettivo di una rete nazionale delle telecomunicazioni in mani pubbliche. Lo ha detto oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo che Kkr ha presentato l’offerta non vincolante a Tim un’offerta per almeno una quota della rete fissa.

“C’è da vedere la proposta di Kkr (…), poi il governo valuterà quando avrà piena intelligenza della proposta”, ha detto Giorgetti stamane, secondo quanto conferma una portavoce.

“Il controllo strategico della rete resta obiettivo non solo dichiarato ma che cercheremo di praticare”, ha aggiunto.

La rete, che rappresenta la spina dorsale delle telecomunicazioni italiane, è considerata strategica per il governo, che può bloccare l’offerta o porre condizioni in base alle cosiddette regole dei ‘golden power’.

Secondo due fonti sentite da Reuters, l’offerta di Kkr valuta la rete intorno a 20 miliardi di euro.

Kkr ha indicato il 28 febbraio come termine ultimo per l’offerta, che prevede una richiesta di accesso ai dati di Tim nell’ambito di un processo di ‘due diligence’, ha aggiunto una fonte separata.

Dopo una prima riunione ieri sull’offerta del fondo Usa, il consiglio di amministrazione di Tim si riunirà il 24 febbraio per decidere sulla proposta, i cui termini non sono stati resi noti.

L’ex monopolio telefonico ha detto di essere aperto ad altre alternative che possa emergere nel frattempo.

Fonti a conoscenza della situazione hanno riferito a Reuters che Cdp intende ancora promuovere un’offerta per l’infrastruttura di Telecom Italia.