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Tim. Nomina revisori, trimestrale e Sparkle al Cda di giovedì

La nomina dei revisori sul tavolo del Cda Tim di giovedì prossimo, che deciderà se convocare l’assemblea per l’elezione o se rimandare la pratica al nuovo anno. Sul tavolo del Cda di Tim presieduto dal presidente Fulvio Conti ci sarà l’esito dell’istruttoria del consiglio sindacale su questo argomento, già affrontato all’assemblea dello scorso mese di aprile quando però non si arrivò a conclusione per lo scontro in atto fra Vivendi (primo socio con il 23,9%) e Elliott (che detiene un pacchetto dell’8,9%).

Dopo il ribaltone del board del 4 maggio, a questo punto potrebbe essere Vivendi a spingere per convocare entro l’anno una nuova assemblea per la nomina dei revisori, aggiungendo all’ordine del giorno una nuova votazione per rimpinguare il numero di suoi rappresentanti nel board.

Sul tavolo del Cda di giovedì 8 novembre dovrebbe finire anche il bilancio del terzo trimestre di Tim. Il mercato aspetta di verificare l’impatto di Iliad sui conti del mobile – che secondo previsioni degli analisti non dovrebbe essere particolarmente pesante, viste l’aggressiva campagna promozionale avanzata da Tim negli ultimi mesi – e più in particolare l’andamento sul fisso, dove secondo stime Tim avrebbe perso terreno nel trimestre a vantaggio di Vodafone e Fastweb. Secondo il Messaggero, Tim avrebbe perso 220mila clienti nel periodo giugno-settembre a scapito dei concorrenti.

Sempre giovedì l’amministratore Amos Genish dovrebbe ufficializzare il mandato a Rotschild per la valorizzazione di Sparkle, la società dei cavi sottomarini internazionali del gruppo posta sotto regime di golden power da Palazzo Chigi per il suo ruolo strategico per la sicurezza nazionale.

Il clima fra Vivendi ed Elliott resta comunque teso, secondo la Stampa, tanto più che Vivendi è sempre impegnata nella battaglia legale con Mediaset per la mancata acquisizione di Premium a luglio 2016. Il gruppo di Vincent Bollorè ha incassato ieri il rinvio del Tar del Lazio alla Corte di Giustizia sulla legittimità della decisione dell’Agcom, che ha imposto a Vivendi di alleggerire la sua partecipazione in Tim o Mediaset. Il Tar ha di fatto sospeso il giudizio sul ricorso proposto dal gruppo francese per chiedere l’annullamento della delibera (178/17/CONS) del 18 aprile 2017 con cui l’Autorità concluse che la posizione della stessa Vivendi nel settore delle comunicazioni elettroniche e nel sistema integrato delle comunicazioni, in ragione delle partecipazioni azionarie detenute in Tim e Mediaset, integrava una violazione del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR).

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