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TIM: nei primi 9 mesi ricavi -13%, pesa la Business Unit Domestic

TIM ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi (-13%) ed Ebitda (-21,2%) in diminuzione, utili in aumento (+38%, ma su voci non ricorrenti) e indebitamento netto in calo di 2 miliardi a 25,6 miliardi. I ricavi del periodo gennaio-settembre si sono attestati a 11,657 miliardi di euro, in calo del 13,2% rispetto ai primi nove mesi del 2019. Pesa soprattutto la flessione della Business Unit Domestic, che in un anno ha perso più di un miliardo di fatturato (-10%). I conti “risentono dell’effetto dello sfidante contesto competitivo e, con particolare riferimento al mercato Mobile, delle restrizioni connesse all’emergenza Covid-19”, si legge nella nota aziendale.

I ricavi totali del terzo trimestre 2020 sono pari a 3,898 miliardi con una variazione in termini organici rispetto al terzo trimestre 2019 di -207 milioni di euro (-5%), meno peggio del previsto.

Utile +38% su voci non ricorrenti

Il risultato dei primi nove mesi vede un utile netto in miglioramento, a 1,2 miliardi di euro. Ma c’è da dire che si tratta di un risultato (una tantum), spiega la nota del gruppo, “è in crescita del 38% su base annua e beneficia anche del positivo effetto fiscale per le minori imposte di esercizi precedenti. Gli altri proventi (oneri) da partecipazioni ammontano a 448 milioni di euro di cui 441 milioni di euro relativi alla plusvalenza netta contabilizzata a seguito della diluizione dal 60% al 37,5% della partecipazione del Gruppo TIM nel capitale di INWIT (ceduta a Ardian) conseguente alla fusione di INWIT con Vodafone Towers. Il risultato del periodo beneficia anche del positivo effetto fiscale per le minori imposte di esercizi precedenti che si generano a seguito del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” nelle dichiarazioni dei redditi e Irap di TIM degli esercizi 2015 – 2019 (294 milioni di euro)”.

Ebitda in calo del -21,2%

L’Ebitda ammonta a 5,11 miliardi, in calo del 21,2%, mentre l’Ebit si attesta a 1,6 miliardi.

L’Indebitamento Finanziario Netto contabile al 30 settembre 2020 è pari a 25.632 milioni di euro, in diminuzione di 2.614 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (28.246 milioni di euro).

Clienti ultrabroadband in crescita

Nel fisso, si legge nella nota, “la migrazione della base clienti verso la banda ultralarga è stata favorita anche dalla maggiore disponibilità di linee nelle aree bianche, nelle quali TIM ha aperto 10 mila nuovi cabinet allargando l’accesso alla fibra in modalità FTTx al 65% delle aree bianche del Paese con l’obiettivo di raggiungere complessivamente il 90% delle famiglie italiane con linea fissa entro fine anno. Cresciute del 72% le nuove attivazioni in fibra di TIM. In totale sono state attivate 320 mila nuove linee UBB retail e wholesale, nonostante la bassa stagionalità. Il numero complessivo di linee ultrabroadband è pertanto salito a 8,2 milioni di unità con un incremento del 23%“.

Prosegue il percorso di FiberCop

Prosegue, si legge nella nota, “il percorso per la partenza operativa di FiberCop nel primo trimestre del 2021 una volta ottenute le autorizzazioni richieste. Al contempo prosegue il lavoro per la creazione di una Rete Unica (AccessCo), attraverso un costante dialogo con il Governo e Cassa Depositi e Prestiti”.

Ok alla newco dei data center

Il consiglio di amministrazione di Tim ha inoltre approvato la creazione della newco dedicata alla gestione dei data center di gruppo (dovrebbe chiamarsi Noovle), che sarà operativa a partire dal primo trimestre 2021 a valle dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Il fatturato pro-forma della newco nel 2020 è atteso nell’ordine di circa 500 milioni di euro, con una crescita prevista di oltre il 20% all’anno “Grazie alla partnership con Google Cloud nei primi nove mesi dell’anno sono stati acquisiti importanti clienti per l’offerta di servizi congiunti alle imprese”, ricorda Tim.

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