Tim avvia la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, con concambio alla pari e un conguaglio in contanti di 12 centesimi per azione. L’operazione ha sostenuto il titolo in Borsa: le ordinarie hanno chiuso in rialzo del 2,6% e quelle di risparmio dell’8,6%.
Un miliardo sotto l’albero
La conversione è resa possibile dalla sentenza della Cassazione che ha riconosciuto a Tim un risarcimento di un miliardo di euro per il canone non dovuto del 1998. Risorse che arrivano sotto l’albero per Tim e che serviranno a finanziare i circa 720 milioni di euro necessari all’operazione, accompagnata da una riduzione del capitale sociale a 6 miliardi. Il 28 gennaio le assemblee dei soci saranno chiamate ad approvare la conversione e l’abbattimento del capitale, precisa la Repubblica.
Poste si diluisce, ma potrebbe risalire
In questo contesto, Poste — che per il momento anche per motivi Antitrust non dovrebbe entrare in Cda — si diluirà dal 27,4% a circa il 20% del capitale, ma potrebbe risalire in futuro conferendo l’attività di Poste Mobile in Tim, salvo un conguaglio in azioni.
Intanto per i soci Tim anche il 2026 si preannuncia ricco di sorprese. Ieri l’azienda ha ribadito agli analisti che, una volta perfezionata la vendita di Sparkle al Mef (70%) e ad Asterion (30%), metà dei 700 milioni di proventi (pari a 350 milioni) saranno ridistribuiti ai soci sotto forma di cedola o di buy back, con una cedola potenziale fino a 1,65 centesimi per azione.
Più difficile l’earn-out
Resta da capire, invece, come andrà a finire la questione dell’earn-out fino a 2,5 miliardi di euro legati a un’eventuale integrazione tra la rete passata a FiberCop e Open Fiber, che il consorzio guidato da Kkr dovrebbe riconoscere a Tim se entro il 31 dicembre 2026 si raggiungesse il closing della rete unica.
