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Tim, in vista l’uscita di scena di Vivendi ancora per mano di Poste?

Poste sarebbe pronta ad acquisire la quota residua del 2,51% di Vivendi in Tim, con un accordo del valore di circa 200 milioni di euro, aumentando la propria partecipazione al 27,3%, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano che cita fonti finanziarie.

Se le cose stanno davvero così, Poste sarebbe disposta a pagare a Vivendi 0,5197 per ogni azione con la conseguenza di veder uscire definitivamente di scena la famiglia Bolloré, dopo anni di attriti come primo azionista di Tim.

Un’ulteriore salita non stupirebbe

Se confermata, l’indiscrezione non stupirebbe più di tanto. La presa di Poste su Tim è salda e il nuovo affondo consentirebbe (logicamente e con ogni ragionevolezza) all’azienda di Matteo Del Fante di riposizionare la sua quota appena sotto il nuovo limite di OPA, che secondo un decreto in arrivo alzerà l’asticella dal 25% al 30%. Il Governo starebbe così venendo incontro a Poste in Tim con una nuova legge ad hoc, aumentando il limite dell’Opa obbligatoria con un timing che non passa inosservato.

I piccoli azionisti nel frattempo gongolano, perché con Poste si sentono in una botte di ferro.

Tim un affare per Poste

Come dargli torto. Dal suo ingresso in Tim a marzo il titolo è passato da 29 a 49 centesimi con benefici quantificati in 800 milioni di euro per le tasche di Poste. Il tutto, senza nemmeno la necessità di mettere in atto grandi sinergie di carattere industriale in ottica di consolidamento. Sinergie che si concretizzeranno e si capiranno anche meglio più avanti, all’inizio dell’anno prossimo, con la costituzione di una joint venture 51% Tim e 49% Poste sullo sviluppo congiunto del Cloud e dell’AI. Maggiori dettagli su questa iniziativa verranno svelati appunto nel primo trimestre del prossimo anno dall’Ad Pietro Labriola, in occasione dell’annuncio del nuovo piano industriale.  

La joint venture Tim-Poste sul Cloud in concorrenza con il PSN?

Resta da capire se la nuova entità rappresenterà una minaccia nel mercato del Cloud per il PSN, il Polo Strategico Nazionale di cui Tim è peraltro il maggiore azionista con il 45%, insieme a CDP con il 20% e Leonardo con il 25%.

I due player si faranno concorrenza fra loro nel mondo della PA?

La loro offerta di prodotto sarà diversa?  

Nel frattempo, l’Ad di Tim Pietro Labriola è intervenuto in maniera critica sulla decisione della Commissione Europea di rimandare a gennaio il via libera al Digital Networks Act, il provvedimento che dovrebbe dare una spinta alla costituzione di un vero Digital Single Market, semplificando le regole per le Tlc sul fronte degli investimenti in fibra e 5G e del consolidamento: “Le nuove sfide di mercato impongono di accelerare. Serve coraggio”, ha detto Labriola. Un coraggio che forse a Bruxelles non c’è, viste le pesanti minacce da parte dell’amministrazione Trump che agita lo spauracchio dei dazi sull’acciaio in caso di inasprimento della normativa Ue sulle Big Tech.

Le prossime mosse di Tim

Le ultime notizie su TIM e Poste Italiane riguardano una nuova joint venture per servizi cloud e AI per le imprese, con TIM che avrà il 51% e Poste il 49%. Inoltre, la migrazione dei clienti di PosteMobile sulla rete di TIM inizierà nel primo trimestre del 2026. Queste iniziative sono parte di una partnership strategica che rafforza il legame tra i due gruppi, già sancito dall’acquisizione di una quota di maggioranza di TIM da parte di Poste Italiane.

La banca francese Bnp Paribas conferma una revisione del target price da 0,50 ad 0,56 euro e Barclays tre settimane fa aveva alzato il target price a 0,60 euro.  

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