Lo scontro

Tim, i vertici bocciano piano Elliott ‘Proposte irrealizzabili che non creano valore’

di |

Pubblicato sul sito aziendale un documento destinato agli azionisti che smonta punto per punto il piano anti-Vivendi avanzato dal fondo Elliott.

Prosegue lo scontro fra Vivendi , che detiene il 23,9% in Tim, e Elliott (all’8,8%) in vista della resa dei conti sulla governance di Tim, fissata nel doppio appuntamento all’assemblea del 24 aprile e del 5 maggio prossimo. Dopo la replica di ieri da parte di Vivendi agli attacchi dei gironi scorsi del fondo americano di Paul Singer e del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda (che ha tacciato Vivendi di essere “un pessimo azionista”), il Management di Tim ha bocciato in toto il piano Elliott, in un documento pubblicato nella sezione del sito aziendale destinata agli investitori e agli azionisti (scarica qui il Pdf). In poche parole, secondo il Management di Tim, che di contro rivendica la validità del piano strategico 2018-2020 approvato lo scorso 6 marzo come il “percorso migliore per creare valore sostenibile e di lungo periodo per tutti gli azionisti e obbligazionisti”.

Il Management di Tim ha preparato questo documento per condividere con tutti gli azionisti di Tim le sue considerazioni sul Piano Elliott (TransformingTIM), alla luce del Piano Strategico.

In sostanza, secondo il Management di Tim, il Piano Elliott è incoerente con il Piano Strategico 2018-2020 del gruppo perché prevede una significativa riduzione del perimetro aziendale che non garantisce la creazione di valore per gli azionisti.

Tutte le proposte avanzate da Elliott per Tim sono state prese in considerazione, ma “non sono state inserite nel piano strategico perché sono per lo più considerate premature o non realizzabili”.

Rete, Inwit, Sparkle, Tim Brazil: tutti i nodi dello scontro

Il management di Tim ripresenta con i suoi commenti il piano del fondo statunitense, che nei suoi punti salienti prevede il deconsolidamento della rete domestica di telefonia fissa, con la creazione di una NetCo in vista di potenziali cessioni di quote e creazione di valore (il Management di Tim è contrario); una ulteriore riduzione della quota di Tim in Inwit, la società delle torri per la quale il fondo americano non esclude l’ipotesi di vendita totale della partecipazione (il Management di Tim è contrario), e una vendita di una quota di controllo di Sparkle (il Management di Tim è contrario anche a questa ipotesi).

Inoltre, sostiene il documento, Elliott propone anche una possibile aggregazione di Tim Brazil con un altro operatore locale (anche in questo caso il Management di Tim è contrario)

“Tutte queste proposte – sostiene il management di Tim – che sono state già attentamente analizzate dal management e, con l’eccezione di potenziali opzioni strategiche per Sparkle, non sono state inserite nel Piano Strategico perché sono per lo più considerate premature o non realizzabili. Inoltre, nel contesto corrente e con il quadro normativo attuale, l’implementazione di tali iniziative presenterebbe notevoli complessità e significative implicazioni di natura finanziaria”.

Management Tim: ‘NetCo, separazione legale strada giusta’

Secondo il Management di Tim, “La strategia promossa dal Management per NetCo (separazione legale con controllo del 100%) è l’operazione più opportuna nell’attuale contesto e quadro normativo – si legge nel documento – Il Management è disponibile a valutare ulteriori azioni in merito, quali la possibilità di vendere una quota di minoranza e/o partecipare ad un processo di consolidamento del mercato italiano delle infrastrutture in fibra ottica, subordinatamente a (i) un’attenta valutazione di tutti gli aspetti regolamentari, commerciali, tecnologici e concorrenziali, e (ii) mantenimento del controllo e pieno consolidamento di NetCo”.

‘NetCo, separazione rete non dà certezza di re-rating’

Il Management di Tim contesta a Elliott l’infondatezza delle sue previsioni in relazione alla valorizzazione di NetCo tramite scorporo e parziale vendita di quote, sostenendo che la strada indicata dal fondo di Paul Singer non garantisce in alcun modo il successo dell’operazione. “Dall’analisi delle operazioni di separazione dell’infrastruttura di rete fissa effettuate fino ad oggi in altri paesi, peraltro in numero limitato, non emerge una chiara evidenza che la sola separazione della rete fissa possa essere fonte di creazione di valore; peraltro ad oggi manca anche evidenza di strategie simili intraprese dai maggiori operatori di telecomunicazioni in Europa – si legge – La valutazione di NetCo (e il potenziale re-rating del multiplo) dipenderà interamente dal suo profilo finanziario, che sarà a sua volta il risultato del quadro normativo, del contesto competitivo di riferimento e dal grado di adozione di nuove tecnologie − La comparabilità di NetCo con le altre società operanti nel settore dei servizi regolamentati è limitata (principalmente a causa dei differenti contesti normativi / regolamentari e competitivi)”.

 

‘ServiceCo, rischio declassamento dopo separazione rete’

Anche “Il valore di ServiceCo post separazione, dipenderà a sua volta da una serie di fattori specifici (es. quadro normativo / contesto competitivo / costi di separazione, etc.) − In un tale contesto, ServiceCo diventerebbe un operatore minore nello scenario europeo, in competizione nel mercato domestico con operatori internazionali di maggiori dimensioni n La definizione della struttura finanziaria delle due entità e gli impatti di rating per NetCo e ServiceCo devono essere valutati anche alla luce del quadro normativo e del contesto competitivo”.

 

‘Inwit strategica in vista del 5G’

Inwit, secondo il Management di Tim, ‘ha un’importante rilevanza strategica per TIM, in particolare alla luce dello sviluppo del 5G e della conseguente crescita nell’utilizzo delle torri n Un’ulteriore monetizzazione dovrà essere valutata in relazione ai benefici strategici e finanziari, ed eventualmente realizzata alle giuste condizioni − Impatto finale sulla posizione finanziaria netta da valutare alla luce dei nuovi principi contabili (es. IFRS 16); atteso limitato impatto sulle metriche di rating’.

‘Tim Brazil, troppi rischi da fusione con Oi’

‘Una combinazione con un operatore locale come Oi (l’opzione maggiormente soggetta a speculazioni, per la sua potenziale rilevanza) potrebbe portare ad una pressione finanziaria ulteriore nel breve termine per TIM, dato il profilo finanziario di Oi e, di conseguenza, metterebbe a rischio il successo del Piano Strategico, poiché cambierebbe drasticamente il profilo di generazione di cassa del business di TIM Brazil, oltre ad incrementarne il profilo di rischio.

‘Sparkle da considerare alla luce del Golden Power’

“La posizione competitiva di Sparkle e la normativa sul “Golden Power”, dovranno essere attentamente considerati nel valutare potenziali opzioni strategiche − Il Management sta già valutando potenziali azioni in merito”.