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Tim, Flavio Cattaneo smentisce il divorzio: ‘Nessuna tensione con soci, board e presidente’

FOR RPA - Telecom Italia Chief Executive Officer Flavio Cattaneo gestures as he arrives to attend a meeting in Rome, Italy November 18, 2016. REUTERS/Remo Casilli

L’amministratore delegato di Tim Flavio Cattaneo spegne le voci di una sua uscita dall’azienda e ribadisce l’intenzione di restare al timone fino alla scadenza naturale del contratto fissata a maggio 2020. “Sto bene a Tim e non ho nessuna tensione con soci, board o presidente”, ha detto Cattaneo a margine della relazione annuale dell’Agcom. “La società – ha aggiunto – ha raggiunto importanti traguardi e altri sfidanti ne prefisserà”. Inoltre “i nostri uffici mi hanno mostrato dati che evidenziano come Tim sia la prima società tra gli incumbent Ue e Usa in termini di recupero e velocità di crescita della top line e della profittabilità”. Cattaneo ha poi sottolineato: “Ho un contratto che scade nel maggio 2020 ed è mia intenzione rispettarlo fino all’ultimo giorno”.

Insomma, l’amministratore delegato di Tim getta acqua sul fuoco per spegnere le voci montanti di dissapori con Vivendi, primo azionista del gruppo che sarebbe preoccupato dal muro contro muro in atto con il Governo sui bandi Infratel per la banda ultralarga nelle aree bianche.

Vivendi avrebbe chiesto a Flavio Cattaneo di ammorbidire la sua posizione nei confronti del Governo, secondo quanto riferito da Reuters.

“Il sottoscritto ha sempre operato nell’interesse unico della società e di tutti i soci, garantendo l’indipendenza nel rispetto di tutte le norme corporate e delle leggi italiane”, ha aggiunto Cattaneo.

Nei giorni scorsi, era stata l’agenzia Bloomberg a sollevare le prime voci di una possibile uscita di Cattaneo da Tim e del possibile subentro del brasiliano Amos Genish, attuale chief convergence officer di Vivendi e già Ceo della divisione brasiliana di Telefonica, che tuttavia non assumerebbe la carica di Ad di Tim.

Il prossimo Cda di Tim è fissato per il 27 luglio, per la comunicazione della semestrale. Sul tavolo anche il dossier Persidera, ovvero l’ipotesi di creazione di un trust dove trasferire la quota del 70% di Tim nella società che detiene 5 multiplex televisivi (il restante 30% è in mano al Gruppo l’Espresso), in ottemperanza alle richieste della Commissione Europea in seguito al via libera al controllo de facto di Tim da parte di Vivendi.

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