Lo scontro

Tim, Elliott attacca ancora Vivendi ‘Con loro il titolo ha perso il 35% in due anni’

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Prosegue il botta e risposta fra Elliott e Vivendi in vista dell’assemblea del 24 aprile e del 4 maggio dove gli azionisti saranno chiamati a votare sul cambio di governance di Tim.

Prosegue il botta e risposta fra Elliott e Vivendi in vista dell’assemblea del 24 aprile e del 4 maggio dove gli azionisti saranno chiamati a votare sul cambio di governance di Tim. Fissata per domani l’udienza del tribunale di Milano sul ricorso di Tim e Vivendi contro la decisione del collegio sindacale di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con le richieste di Elliott, che chiede di votare la sostituzione dei sei membri dimissionari del Cda in quota Vivendi con i suoi candidati. La decisione del Tribunale è attesa comunque entro il 23 aprile.

Lo scontro legale fra le parti, al di là dell’esito delle assemblee, durerà parecchio, forse anni.

Nel frattempo, questa mattina il fondo Elliott ha diramato una nota in cui, replicando al duro attacco di ieri da parte dei vertici di Tim, ribadisce la sua posizione, ovvero che sotto il controllo di Vivendi l’operatore italiano ha vissuto un periodo di sottoperformance borsistica “profonda e costante” del 35% in poco più di due anni e che il gruppo ha commesso “ripetuti passi falsi strategici” pensando in primo luogo ai suoi interessi e non a quelli del gruppo.

Nel suo braccio di ferro con Vivendi, che detiene il 23,9% di Tim, il fondo attivista di Paul Singer, che detiene l’8,8% di Tim, spinge perché nel Cda della compagnia italiana entrino “consiglieri davvero indipendenti”.

Botta e risposta quotidiano

Elliott ritiene “che le sottoperformance dei prezzi delle azioni, le indagini della Consob, i commenti degli amministratori indipendenti e dei ministri italiani dimostrino chiaramente che Vivendi ha fallito nel suo ruolo di amministratore e non è riuscito a catalizzare positivamente la creazione di valore per gli azionisti in Tim”. E se davvero Vivendi, per comporre la sua lista di candidati ha ascoltato il punto di vista degli altri “evidentemente li ha ignorati: Vivendi ha presentato per lo più gli stessi amministratori che si sono dimessi nel marzo 2018, compresi quelli che affermano di essere indipendenti” conclude il fondo.

Il 4 maggio, quando sarà eletto il nuovo board di Tim, “non sarà la fine della nostra storia in Italia, ma solo l’inizio di un nuovo capitolo”. Così un portavoce di Vivendi ribadisce la posizione della società in vista dell’assemblea di Tim dove ci sarà la resa dei conti con il fondo americano Elliott, mentre l’amministratore delegato di Tim Amos Genish, in un’intervista, ha ribadito la sua volontà di riconfermare il piano.

L’attacco dei vertici di Tim

Non più tardi di ieri sul sito di Tim i vertici dell’azienda hanno pubblicato un circostanziato documento destinato agli investitori per confutare puntualmente le proposte del piano anti-Vivendi di Elliott.