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TikTok, problema non risolto: manca “l’assoluta certezza dell’età”. E con l’IA si profilano tutti gli utenti

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Con il provvedimento del 22 gennaio scorso il Garante privacy ha imposto a TikTok una chiara condizione: accertare con sicurezza l’età anagrafica degli utenti.

Nell’ “accordo” con l’Autorità, così lo definisce il social, TikTok ha dichiarato di mettere in campo misure per tentare di bloccare l’accesso agli utenti minori di 13 anni. Non è stata trovata una soluzione in grado di garantire  “l’assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico”, come richiesto dal Garante.

Qual è la prima “soluzione” trovata da TikTok? 

Dal 9 febbraio chiederà a tutti gli utenti in Italia di dichiarare, in modo arbitrario, la propria età: chi risulterà avere meno di 13 anni sarà rimosso. E gli under 13 già iscritti, magari anche con tanti follower, indicheranno la loro effettiva età anagrafica?

Quindi la prima misura di TikTok è al massimo un palliativo. Lo sa bene il Garante Privacy, che subito ha commentato: “È un primo passo” e si riserva di “verificare l’effettiva efficacia delle misure annunciate”.  

Per cui è troppo presto titolare sui giornali con “TikTok cede al Garante”…

TikTok valuterà insieme al Garante privacy irlandese l’uso dell’IA per l’age verification. I rischi

La stessa società, essendo consapevole dell’inefficacia della prima misura che adotterà dal 9 febbraio e di altre già in atto, ne ha annunciata un’altra: si impegna a valutare ulteriormente l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per l’age verification. Ossia la condizione principale imposta dal Garante privacy. 

Ma “il rimedio potrebbe essere peggiore del male”, scrive Arturo Di Corinto su Il Manifesto.

Alessandro del Ninno: “I profili creati con l’IA per la verifica dell’età usabili anche per altri scopi”


 Alessandro del Ninno, esperto ICT & Data Protection, ci spiega “Con l’ulteriore uso dell’Intelligenza artificiale, TikTok andrebbe a creare, in modo legittimo, dei profili dei minori che non dovranno poi essere utilizzati per altri scopi, ma questa garanzia non si potrà mai avere dai gestori dei social”. 

“Con l’ulteriore uso dell’IA si profilano tutti gli utenti in Italia di TikTok”

L’avv. Del Ninno mette poi in evidenza un altro rischio: “Per usare l’IA, con l’obiettivo di scovare gli under 13, si andrebbe a profilare di default tutti gli utenti iscritti in Italia a TikTok e poi ex post andare a rimuovere, su consiglio dell’intelligenza artificiale e in base al comportamento sul social, chi ha meno di 13 anni. In questo modo si rispetterebbero la trasparenza e la non discriminazione degli algoritmi e quale sarebbe la base giuridica per profilare tutti gli utenti?”

Occorre l’ok del Garante privacy irlandese

Poiché l’individuazione di tali soluzioni richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori, TikTok si è impegnata ad avviare con l’Autorità privacy dell’Irlanda – Paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale – una discussione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini di age verification.

L’IA per l’age verification? Un problema in più per la privacy degli utenti

A mettere in evidenza gli effetti negativi del ricorso all’intelligenza artificiale per provare a accertare, non con sicurezza come impone il Garante, ma con approssimazione, l’età anagrafica degli utenti è anche Gianluca Nicoletti su La Stampa:

“La discussione ora è aperta sull’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di ‘age verification’, sarà sicuramente un problema in più per salvaguardare la protezione dei dati sensibili dei minori. Per scoprire quanti anni abbia realmente un utente occorre necessariamente acquisire informazioni su di lui, un altro pezzo di anima digitale dovrà per forza essere messo sul piatto”.

Misure non risolutive. Ginevra Cerrina Feroni: “Verificheremo l’efficacia”

Dunque, le misure annunciate da TikTok non sono risolutive del problema che si cerca di risolvere: impedire agli under 13 di usare l’app. E ci attendiamo iniziative anche dagli altri social per tutelare i minori. 

“Diciamo che è l’inizio di un lavoro da fare. Noi vigileremo sugli accertamenti e saremo i primi a verificare e a monitorare l’applicazione di queste regole e la loro efficacia”, avverte Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante della privacy.

Il digitale non è un gioco

Abbiamo di fronte una sfida che si può vincere solo con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati: gestori dei social, minori, genitori, insegnanti, istituzioni e personaggi pubblici: ci si deve attivare per lo sviluppo di una “cittadinanza digitale consapevole”, che vede l’individuo come soggetto attivo e responsabile nel mondo digitale e non come consumatore passivo.

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